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 2025  aprile 06 Domenica calendario

Licia Ronzulli chiede i danni a un ex collega FI: lui sente Gasparri e la denuncia per estorsione

In Forza Italia si litiga anche su post e denunce. Da una parte la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, che ha deciso di ribellarsi agli haters con centinaia di richieste di risarcimento danni. Dall’altra il capogruppo Gasparri che non le fa scudo e sembra aver avallato la scelta di un ex compagno di partito di trascinarla in tribunale per “estorsione”. Si tratta di Ettore Ribaudo, ufficiale in congedo del Ministero della Difesa, ex responsabile cultura di FI in Friuli Venezia Giulia, e già candidato sindaco a Udine. Al suo attivo, anche film porno in gioventù. Che cosa è successo? Ronzulli ne ha le scatole piene di chi la insulta via social e vuole scucir loro “tutti i soldi che posso”. Peccato che, a furia di richieste di risarcimento, una sia finita a questo Ribaudo, ex collega di partito, che non l’ha presa bene, tanto da denunciarla a sua volta. Ma prima, per sicurezza, chiede un parere a Gasparri, il quale – a detta sua – gli avrebbe dato il via libera: “Vai, Ettore”. E dire che Gasparri e Ronzulli avevano anche fatto “staffetta” a fine 2023, scambiandosi i ruoli in Senato. Vatti a fidare degli amici.
Da alcuni mesi, conferma Ronzulli, anche lei si affida a un team legale che già tutela politici come Pillon, Lucidi, Golinelli, Marcucci contro chi scrive commenti che ritengono offensivi ai loro post, spesso provocatori, su temi come gay, caccia, immigrazione, vaccini etc. Le richieste vanno da 10 a 20 mila euro che si riducono a seimila, se paghi subito, e poi si aspetta che la paura faccia il resto. Ronzulli è più convinta che mai: “Non me ne frega niente. Non sono più disposta ad essere buona con nessuno, perché io non mi devo stare a guardare tutti i post e tutti gli insulti di questi, che si nascondono dietro un nickname, capito?”. A inizio gennaio una raccomandata arriva però al signor Ribaudo, oggetto: “Richiesta di risarcimento danni da diffamazione aggravata”. Lui strabuzza gli occhi, non ricorda. Il post incriminato è vecchio di tre anni, epoca Covid: Ronzulli postava allora anatemi tipo “Dedicato a te, no vax” e lui, che dice di non esserlo mai stato, rispondeva dandole della “verginella” e “incapace”. Per Ribaudo il commento rientra nel diritto di critica costituzionalmente garantito, la pretesa di risarcimento “non solo è ingiusta, ma si configura come un tentativo di estorsione”.
Il 15 marzo diffida il legale della senatrice e contro-denuncia entrambi. Prima, però, sostiene di aver chiesto a un “amico di vecchia data”, Maurizio Gasparri. “Mi ha detto: vai Ettore”. Interpellato, Gasparri minimizza: “Ribaudo? Non è un amico, lo vedo nei miei giri elettorali in Friuli, non ricordo quella circostanza”. A smentirlo ci sono vari messaggi del passato ma soprattutto uno del 7 febbraio: “Ciao Maurizio, ti dispiacerebbe dire a Licia di smetterla? Sai che non sono il tipo di persona che si arrende”. Gasparri non risponde ma l’altro non si dà per vinto e una settimana dopo lo chiama. Solo incassato il placet del capogruppo, Ribaudo denuncerà la collega di partito. Puro teatro dell’assurdo, fino all’ultimo atto: “Non ho ricevuto nulla – protesta Ronzulli. – Adesso faccio io una denuncia contro questo pazzo, e pure contro di lei, se solo scrive qualcosa di questa storia”.