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 2025  aprile 05 Sabato calendario

L’alfabeto di Donald. Dalla A alla Z. Le parole del capo

A come AGAIN
Fino a pochi giorni fa l’avverbio era solo quello del celeberrimo slogan con cui D. ha stravinto sul ring del suo wrestling elettorale. Adesso non più, adesso è il sigillo con cui pubblicamente egli ha alluso a un suo terzo mandato, incostituzionale eppure possibile “in qualche modo”. Sono passati solo tre mesi dal suo insediamento, ma le regole sono ormai birilli di un bowling in cui conta solo lo strike.
B come BUSINESS
Cosa significa tornare grandi? La risposta comincia a profilarsi chiara, grandezza è impostare un nuovo business mondiale di cui godersi grandemente il fatturato. Gaza? Un prelibato business immobiliare. Ucraina? Un promettente business dalle terre rare. Panama? Un vecchio business da riprendersi. Marte? Un futuro business galattico, tanto per non esagerare.
C come COMPETIZIONE
Come ipse dixit in una puntata diThe Apprentice, non c’è niente al mondo che non sia una gara. Questa incontenibile vocazione a commisurarsi nel corpo a corpo più feroce è la parafrasi di ogni atto e parola di questo ritorno presidenziale, in cui tutto appare improntato al più fisico prevaricare, incoronando sé medesimo non campione di un singolo incontro ma leggenda secolare (e irripetibile) del pugilato.
D come DIO
Non passi inosservato che, anche stavolta come in innumerevoli tristi precedenti, i piani alti chiamano in causa i piani altissimi. I primi mesi del secondo mandato lo confermano, quindi ben venga che – alle nostre latitudini – la lettera D sia iniziale anche di Dio: nello Studio Ovale è tutto un susseguirsi di predicatori e di campioni del sermone online, pronti a incensare il tycoon come un novello Carlo Magno al Sacro Americano Impero. Insomma se “Dio è con noi”, qualche altro Dio ci salvi.
E come EXIT
Avete fatto caso che queste quattro lettere sono le preferite di D.? La sua è una celebrazione della exit. Exit da qualsiasi cosa, exit dalla Nato, exit dagli Accordi di Parigi, exit dalle partnership economiche, exit dalle misure sui diritti, exit perfino dalle linee didattiche sulle scuole per bambini. Non sorprende, perché sbattere la porta e andarsene è il più chiassoso dei gesti polemici, da tutti almeno una volta ambito. Ma l’ebbrezza adolescenziale di quell’attimo quanto può bastare per un intero mandato presidenziale?
F come FENTANYL
Nato come analgesico, il più famoso figlio della sintesi chimica fra gli oppioidi è oggi causa di centinaia di migliaia di morti americani, anche a poca distanza dalla Trump Tower nella Grande Mela. A farsi uccidere dalla nuova eroina sono moltitudini di disperati senza reddito fisso, a cui conviene tramutarsi in zombie, come sono appunto chiamati gli adepti del suo culto. E forse anche King D. è in fondo per l’America ungrande analgesico collettivo, da cui speriamo non escano zombie.
G come GROENLANDIA
Catapultata in prima pagina da D. come simbolo del suo neoimperialismo gradasso all’insegna del «ce la prendiamo noi per fare del bene a voi», la terra dei vichinghi appare oggi come il probabile primo boccone di un pasto alla Rabelais. E l’immagine dei marines che sferrano l’attacco fra iceberg e attoniti orsi bianchi è il sigillo di un Occidente che non solo non ha mosso un dito per la crisi climatica, ma adesso resterà inerme alla conversione dell’Artico in un inferno di trivelle e basi missilistiche.
H come HESTON
Cosa c’entra Charlton Heston con il ritorno di D. alla Casa Bianca? C’è una sequenza storica nel Pianeta delle scimmie di oltre mezzo secolo fa, in cui l’attore contempla la rovina della Statua della Libertà su una spiaggia desolata e inveisce contro chi l’ha ridotta così. E dire che Heston lo ricordiamo come uomo di destra, difensore convinto della lobby delle armi. Qui però siamo oltre la destra e la sinistra, e questi mesi di roboante sfascio forse avrebbero fatto trasalire anche lui (come accaduto con i due giudici conservatori della Corte Suprema che poche settimane fa hanno votato contro il governo).
I come ISOLAMENTO
Non era difficile immaginare che l’avvento dei social avrebbe portato al trionfo dell’individuo, cristallizzato nella sua ostentata vetrina esistenziale che reclama il plauso altrui. Ne abbiamo adesso la conferma a livello politico, con Washington che recide relazioni e legami secolari, perché non abbiamo più bisogno di partner, ma solo di follower.
J come JOKER
Nella tradizione inglese il Joker era il buffone, simulacro di scherzo, di gioco infantile per piccoli innocenti indifesi. Proprio per questo ha assunto anche una valenza inquietante e orrorifica, con il circo che si tramuta in inferno. Il nostro eroe D. fu per anni icona virgolettata del benessere, del divertimento e del godersi la vita, con tanto di cammeo in un blockbuster come Mamma ho perso l’aereo. Adesso però Joker mostra l’altra faccia, solo che lo fa non da villain ma da sindaco di Gotham City.
K come KAMIKAZE
In molti, compresa la signora Clinton, si chiedono se l’America si renda conto che D. le sta spianando la discesa verso il baratro, fra borse impazzite e alleanze azzerate. Assistiamo a un intero Paese mutato in kamikaze? Se ne rendono conto? No è tutto l’opposto, e così sarà finché i quotidiani boati del Capo daranno all’America la sensazione di essere tornata cuore del mondo. Lo è, ma solo mediaticamente, per i decibel del megafono.
L come LOBBY
C’era una volta un tempo lontano in cui si stava attenti ai conflitti di interessi. Pochimesi di Capitan D. tornato al timone del veliero e tutto è trasformato, al punto che Musk ipotizza di staccare i “suoi” satelliti alla fastidiosa Ucraina e la famiglia del presidente pianifica investimenti faraonici nei bitcoin. La lobby ormai è la stessa corte del Re, e il pudore un retaggio del trapassato remoto.
M come MINACCIA
Alla già nutrita lista dei candidati all’apocalisse si è adesso aggiunto l’Iran, nel caso in cui non firmasse l’accordo sul nucleare. Anche su Teheran, in caso contrario, sarebbe “un inferno di bombe”, quelle stesse che D. promise ad Hamas se non avesse liberato tutti i prigionieri. Nel frattempo le bombe sono già nel linguaggio, nei modi e nei toni, cosicché non esistono alternative all’ultimatum, al grido di battaglia, al peana della vittoria.
N come NEMICO
Sembra un paradosso, ma è innegabile: nel momento in cui sta moltiplicando i propri nemici, l’America di D. riabilita quelli del passato e li promuove a compagni, da Putin alle destre di mezzo mondo prima campionesse dell’antiamericanismo. Sembra quasi che l’individuazione del nemico sia un’arte in cui la nuova classe dirigente vuole esprimere il meglio di sé distinguendosi da ogni precedente. Quindi baceremo sulla bocca il nemico, pur di non avere niente in comune con il capitolo prima.
O come OPPOSTO
Pensavo di scrivere almeno qui dell’Opposizione, ma essa è irreperibile. Parlerò quindi del curioso meccanismo dell’opposto che caratterizza D., cioè il suo avventato tenere insieme palesi contraddizioni. Egli nega il cambiamento climatico ma esige nuove terre sull’Artico perché presto navigabile tutto l’anno. Egli predica la morale evangelica ma si accompagna alle pornostar. Peraltro, tutto ciò è alla luce del sole, per la semplice ragione che contraddirlo è un atto di parte.
P come PANICO
La differenza fra la paura e il panico sta in quell’assenza di limite e controllo che caratterizza il secondo. La sensazione è che D. lo stia più o meno consapevolmente fomentando a livello planetario, a partire dalle Borse fino ad arrivare alle cancellerie, sprofondate in un caos in cui niente è più da escludere. Per decenni il potere è stato incardinato sulla paura, e sulla sottomissione che essa determina? Adesso assistiamo attoniti al nuovo Potere del Panico.
Q come QUOTIDIANO
È una dose quotidiana di artificio. Ci eravamo scandalizzati di quando il D. del 2015 taceva sul letame scaricato dal web sul certificato di nascita di Obama, oppure sulle falsità della galassia di destra sul Pizzagate. Era niente al confronto di ciò che viviamo adesso, con una potentissima macchina del fango incardinata al massimo livello delle istituzioni per rimuovere i dissidenti. E visto che ci siamo, perché non creare un video con l’IA in cui Gaza City sembra Dubai,e il presidente ha una statua in oro come il Colosso di Rodi.
R come RISCOSSA
La vera domanda è quanto durerà il carburante del «mi avevate dato per spacciato e adesso lo vedete». Al momento sembra essere il vero mantra del nuovo round di D., più che altro impegnato in un regolamento di conti a plurimi livelli, come certi personaggi del cinema western che non riponevano la pistola nella fondina prima di aver sterminato tutta la lista degli avversari. D’altra parte, si sa, il tifo sugli spalti non chiede solo la vittoria ma l’apoteosi, e il nostro non chiede altro.
S come SORRISO
È il grande assente del secondo mandatodi D., interamente votato a un ostentato cupo cipiglio perfino nella scelta del ritratto presidenziale. E di nuovo scatta il paradosso, perché questa annunciata nuova Golden Age appare sotto l’egida di un condottiero livido, rabbioso e ringhiante, contratto in una maschera respingente. E noi, per anni infastiditi dalla melassa del sorrisificio diplomatico, proviamo un senso di inattesa nostalgia.
T come TERRORISMO
Fu promesso, e fu fatto: il decreto per deportare migliaia se non milioni di immigrati ha segnato gli inizi del secondo mandato come una fulgida dichiarazione di poetica oltre che di politica. A distanza di alcuni mesi, i luogotenenti di D. non sdegnano di immortalarsi con lo sfondo di gabbie medievali gremite di disperati, il cui scalpo viene esibito come spaventapasseri per orde di terroristi in agguato. Siccome il linguaggio è tutto, l’equazione fra migrante e terrorista è sempre più esplicita, ma ricordiamo che esistono varie forme di terrorismo, fra cui la propaganda.
U come UNIVERSITÀ
Che cosa accade se la tecnologia, che sempre discende dalla scienza, si stacca da essa fino a contrapporsi? Il ritorno di D. è stato fino dall’inizio sponsorizzato dai massimi sacerdoti della Silicon Valley, e il sodale Musk gli garantisce una via lattea di satelliti, eppure la crociata antiscientifica del nuovo establishment è sotto gli occhi di tutti, culminando nelle parole di JD Vance sui «professori che sono il nemico». Intantofioccano tagli di miliardi agli atenei. Soprattutto quelli in cui gli studenti osano vagiti di dissenso. Tornerà la Rosa Bianca in versione a stelle e strisce?
V come VELOCITÀ
Il fattore tempo è essenziale in questo coming back, e D. se ne mostra ossessionato. D’altra parte in ogni svolta autoritaria la durezza del gesto è proporzionale alla sua rapidità, e il nostro conferma il metodo, ostentando accanto al bastone il cronometro di una tabella di marcia in cui la fretta è tratto qualificante. Non aveva dichiarato di poter chiudere la crisi ucraina in 24 ore? Già comincia a dare segni di impazienza se la questione, un attimo più complessa, non sottosta ai suoi metodi da cash and carry.
W come WORDS
Sono centinaia le parole che D. ha proibito nei documenti federali. Una vera ecatombe lessicale, una specie di reset linguistico oltre che politico, di cui hanno fatto le spese termini come “razzismo”, “gender”, “minoranza”, ma anche “cambiamento climatico” e “parità”. Vietato pronunciarle, vietato scriverle, vietato diffonderle. Nei più foschi romanzi distopici non si sarebbe azzardato tanto, ma c’è chi si stringe nelle spalle e dice che è solo il folklore un po’ da bullo di un provocatore nato. Vedremo.
X come X
La piattaforma di Elon Musk è diventata ciò che mai si sarebbe immaginato, ovvero l’erigenda Internazionale Ultras di una destra più a destra di ogni destra, per la quale è come se fosse scoccata l’ora fatidica dell’orgoglio, col sottotesto che «se abbiamo vinto in America, è implicito che ci verrà dietro il mondo». Ma attenzione a definirli nostalgici, perché questo fenomeno è completamente nuovo, intriso di linguaggio social e nutrito di boria hi-tech tipica del terzo millennio.
Y come «YOU’RE FIRED!»
Era il motto che venti anni fa fece la fortuna di D. quando egli si rialzò dai suoi fallimenti con un reality tv, cucendosi addosso il personaggio di un Dio dell’Umana Realizzazione che sceglieva apostoli e discepoli sulla strada di Emmaus. Oggi quella frase è diventata il verdetto ferale di una pubblica amministrazione che su base politica cancella funzionari e azzera uffici interi, perché il Verbo dell’Altissimo è insindacabile.
Z come ZAVORRA
Bentornati al pubblico ludibrio, alla non rimpianta gogna in piazza in cui il potere aizza la massa contro il reo di turno, zavorra della comunità. Non fa alcuna differenza che il deriso sia l’oppositore George Clooney o Zelensky seduto sulla poltrona dello Studio Ovale, la procedura è identica e consiste nel forzare i toni, esprimere giudizi come verdetti inappellabili, demolire il soggetto consegnandolo al tribunale dei social, e una volta messo in tasca il presunto KO consentirsi pure una entusiastica chiosa finale come «abbiamo fatto un grande spettacolo televisivo».