corriere.it, 4 aprile 2025
Così Laura Loomer, la complottista degli immigrati che mangiano cani e gatti, ha convinto Trump a licenziare 6 funzionari «infedeli»
Donald Trump ha licenziato il direttore della National Security Agency, la sua vice e sei funzionari del consiglio di Sicurezza nazionale dopo un incontro di 30 minuti avvenuto nello Studio Ovale con l’attivista di estrema destra e complottista Laura Loomer, la fonte dell’ormai celebre storia – falsa, a cui però Trump diede risalto nazionale durante il dibattito con Kamala Harris – sugli immigrati haitiani che in Ohio avrebbero mangiato cani e gatti. Ad essere allontanati sono stati il generale Timothy Haugh, che dalla fine del 2023 dirigeva l’agenzia di cyberspionaggio al centro dello scandalo Snowden, la sua vice Wendy Noble e sei funzionari del consiglio per la Sicurezza nazionale: tra i licenziati ci sono Brian Walsh, Thomas Boodry, David Feith e Maggie Dougherty.
Secondo diversi membri anonimi dell’amministrazione Loomer, 31 anni, ha compilato una lista delle persone ritenute «non fedeli» al presidente e si è presentata giovedì alla Casa Bianca con un faldone pieno di «prove» da mostrare a Trump, quella che in gergo si definisce «oppo research», la raccolta di informazioni compromettenti per screditare i rivali. Durante l’incontro Loomer ha criticato aspramente diversi funzionari della sicurezza nazionale davanti a Trump, al vicepresidente JD Vance e al consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz, colui che aveva inserito per errore il direttore dell’Atlantic Jeffrey Goldberg nella chat di Signal con i piani per l’attacco agli Houthi.
Waltz avrebbe difeso i funzionari accusati, sarebbe riuscito a salvare il suo vice Alex Wong, che pure era uno degli obiettivi principali dell’attivista conservatrice perché la moglie Candice ha lavorato al dipartimento di Giustizia durante le amministrazioni di Barack Obama e Joe Biden, ma Loomer ha avuto la meglio: la sua grande influenza sul presidente ha turbato gli stessi membri del team Trump. «È stato un onore incontrare il presidente e mostrargli i dati raccolti», ha commentato con un comunicato Loomer, confermando l’incontro senza tuttavia rivelarne i dettagli «per rispetto del presidente e della privacy dello Studio Ovale».
Su X ha poi affermato che il generale Haugh è stato licenziato perché ritenuto non fedele al presidente e perché era stato scelto dal generale Mark Milley, ex capo di stato maggiore congiunto dell’esercito americano e acerrimo rivale di Trump, che definì «fascista». In un altro post, l’influencer conservatrice ha poi invitato Waltz a cacciare anche un funzionario transgender del consiglio per la Sicurezza nazionale: «Se sapete come si chiama ditemelo e posterò la sua identità», aveva scritto nei giorni passati. «È una patriota», ha commentato Trump nella serata di giovedì, negando che avesse qualcosa a che fare con i licenziamenti.
Molto attiva sui social, dove si definisce giornalista investigativa, Loomer ha tentato due volte la candidatura al Congresso in Florida senza successo, nel 2020 e nel 2022, e a marzo ha lanciato Loomered Strategies, che definisce una società di ricerca specializzata proprio in «oppo research». Nota per i suoi attacchi islamofobi, omofobi, antisemiti, anti immigrati e razzisti – si definisce nazionalista «pro-bianchi» – è finita nel tempo in numerose controversie. Oltre alla fake news sugli haitiani, riferita a Trump mentre viaggiavano a bordo del suo aereo verso il dibattito di Philadelphia del 10 settembre scorso, ha litigato con Elon Musk sui visti per gli immigrati qualificati – lui favorevole, lei contraria – e aveva scritto su X che, se Kamala Harris avesse vinto le presidenziali, la Casa Bianca avrebbe puzzato di curry e le chiamate sarebbero state gestite da un call center.
Loomer è diventata nota nel mondo dell’estrema destra grazie a un podcast, Loomer Unleashed, ed è sostenitrice di teorie complottistiche sull’11 settembre: nel tempo ha affermato che l’attacco terroristico fosse un «inside job del governo americano», e che a Washington nascondano qualcosa. Proprio queste posizioni hanno scatenato forti polemiche lo scorso anno, quando accompagnò Trump alle commemorazioni degli attentati a Shankskville, in Pennslylvania, e New York: Trump – che pure ha sempre preso le distanze dalle posizioni più scomode – fu accusato di portare una complottista sui luoghi del dolore americano. Nello Studio Ovale, mentre Loomer attaccava i funzionari della sicurezza nazionale, c’era anche il segretario al Commercio Howard Lutnick, il cui fratello morì nel crollo delle Torri Gemelle.