corriere.it, 4 aprile 2025
Viaggio tragicomico nei modi di dire britannici (che significano l’esatto opposto): lo studio
Eufemismi e understatement racchiudono il carattere nazionale degli inglesi: ma adesso a Londra hanno condotto uno studio approfondito sui modi di dire, usati nella conversazione quotidiana, che indicano l’opposto di quel che sembra. Fra i più comuni ci sono «niente fretta, quando hai un minuto», che significa «è ora che ti dai una mossa», oppure «sto ascoltando quello che dici», che significa «sono in totale disaccordo con te», mentre la risposta a un invito che suona come «sembra divertente, ti faccio sapere» indica invece «non ho la minima intenzione di venire».
Così «lo terrò a mente» significa in realtà «me ne dimenticherò immediatamente», mentre «questo è un modo di guardare alla cosa» vuol dire che l’interlocutore è completamente fuori strada. L’espressione più insidiosa è «non c’è da preoccuparsi», che significa «è un disastro totale, siamo fritti», così come «potrebbe andare peggio» indica che in realtà si è toccato il fondo. Se poi un inglese dice «chiedo scusa?», vuol dire che è incazzato nero con te.
Sono espressioni che vengono adoperate fino a 14 volte al giorno, soprattutto sul posto di lavoro ma anche fra amici e tra marito e moglie. Per uno straniero, navigare questo codice può essere sconcertante, specialmente se si proviene da culture molto più «dirette» come quella americana o tedesca: ma il culto dell’eufemismo è il collante di una società, quella inglese, che cerca di evitare in ogni modo lo scontro e la rissa. L’apoteosi, semmai – e non è citata nello studio, ma la si ascolta a ogni piè sospinto – è l’esclamazione «oh dear!», che sta più o meno per «accidenti!» e viene adoperata per reagire a un ventaglio molto ampio di inconvenienti, dal gelato caduto sui pantaloni al meteorite che sta per schiantarsi sulla Terra provocando l’estinzione di tutte le specie viventi. Oh dear!, direbbero loro, accidenti.