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 2025  aprile 04 Venerdì calendario

Intervista ai Gipsy Kings

È un’avventura inizia nel 1978 quella degli Gipsy Kings. In quell’anno Brigitte Bardot, li invita a intrattenere una festa privata. Con successi come “Bamboleo”, “Baila Me”, “No Volvere”. “Volare”, esportano la musica gitana nel mondo diventando un fenomeno internazionale e guadagnando un disco d’oro negli Stati Uniti come primo gruppo gipsy. Sessanta milioni di album venduti ed oltre trent’anni di successi. André Reyes, sul palco da trenta anni, mantiene vivo il nome della band.
L’8 agosto sarete a Taormina, per l’unica tappa italiana di un tour internazionale. Che emozione provate al tornare in Italia?
«Mi piace molto tornare in Italia perché è una parte di noi.
Non è lontana dalla Francia. L’Italia ha colori che mi piacciono molto e sono molto contento di tornare a Taormina. Spero che faremo un tour in Italia, mi piacerebbe molto».
Qual è il suo legame con l’Italia?
«Ho un ottimo rapporto con l’Italia, ho fatto molti eventi qui. La gente, il pubblico italiano, mi piace molto perché conosce la musica e sa tutto della musica. Gli italiani sanno ballare, cantare e sono musicisti.  Amo l’Italia».
Il ricordo più bello che la lega al nostro Paese?
«Il ricordo più bello è quello di un concerto in televisione, su Rai 1. Una grande festa con il gruppo Gipsy Kings, i promoter, il manager e tutti».
"Volare” è tra i vostri successi più famosi qui, come nacque?
«Ci piaceva molto la melodia e la storia del brano di Modugno. La cantavamo sempre e un giorno abbiamo detto, con Nicolas, Tonino e gli altri Gipsy Kings, che l’avremmo incisa perché poteva funzionare. Sapevo che era una canzone di Modugno e l’abbiamo incisa nel modo in cui possiamo suonarla noi Gipsy Kings. Ha funzionato in tutto il mondo».
E “Bamboleo”?
«"Bamboleo” è una canzone modiale. Eravamo a Parigi, negli anni ’80 accanto a noi, in un ristorante, c’era una donna che cantava sempre “Bamboleo”. La conoscemmo e ci disse: “Perché non cantate ’Bamboleo’?”. Così incidemmo il brano con mio fratello Nicolas, con Tonino e tutti gli altri. La canzone ebbe un’esplosione incredibile».

Cosa avete fatto con i vostri primi guadagni?
«Abbiamo iniziato a fare serate private nel 1985, i miei primi soldi li ho fatti suonando su una barca. Ero giovane ed ero molto contento. Non pensavo ai soldi, pensavo solo a registrare e cantare canzoni».

Avete portato la cultura gitana nel mondo. Come ha ricevuto la comunità gitana il vostro successo?
«Tutti gli zingari del mondo si incontrano ogni anno a maggio a Saintes-Maries-de-la-Mer per la festa di Santa Sara. Siamo tutti amici e ognuno ha il suo modo di fare, di parlare e la propria lingua. Ma ogni anno ci troviamo per fare festa. La comunità gitana ha accolto molto bene il nostro successo. Mia moglie e i miei figli erano contenti che il loro papà fosse diventato un artista internazionale. Ora anche mio figlio Tomás canta, e mia figlia Josefa canta e balla. Siamo felici che la nostra musica tradizionale sia riconosciuta. Per me la tradizione non dovrà andare mai persa, continuerò sempre a cantare a modo mio».

Quanto le è rimasto nel suo stile di vita della cultura gitana?
«Io ho una casa. Ora tutti noi abbiamo una casa. Prima vivevamo nelle roulotte, i miei nonni vivevano così. Ma da quando abbiamo iniziato a viaggiare per il mondo con la musica, abbiamo cambiato vita e ora viviamo in una casa, come tutti».

La musica per lei è sempre stata anche una questione di famiglia, com’è lavorare con i propri parenti?
«Lavorare in famiglia per me è un onore. È una cosa molto importante e cerchiamo di mantenere sempre la pace tra noi: pace, musica e salute. È parte della nostra cultura».
Adattando canzoni aggiungendo il vostro ritmo, avete mai incontrato resistenza o critiche?
«Non entro in questo genere polemiche, perché sono qui per cantare, per fare del bene al mio pubblico e non voglio criticare. Non mi importa».
Qual è la parte migliore del successo?
«I miei migliori ricordi sono legati ai concerti che abbiamo fatto negli Stati Uniti, in Brasile, in Italia, in Germania, in ogni paese dove ho suonato».
Tra questi c’è anche l’aver cantare contato all’Ariston con Massimo Modugno nel 2024?
«È stato in televisione, mi ricordo di lui come di una brava persona. Abbiamo cantato la canzone di suo padre. Ci siamo conosciuti e siamo rimasti buoni amici».

A Sanremo cantaste anche con Little Tony...
«Ho un ottimo ricordo di Sanremo e spero di tornarci».
Cosa ne pensa dei cantanti di oggi, le piacciono i rapper e i trapper?
«Mi piacciono certo, ma non tutti. Per esempio, mi piacerebbe collaborare con Rosalía. Oppure con un artista italiano, perché no?».
Con chi?
«Laura Pausini! Mi piace tantissimo. Canta benissimo».