Corriere della Sera, 3 aprile 2025
Olimpiadi di Cortina, affitti alle stelle: appartamenti a 3.000 euro al giorno (e gli hotel non saranno pronti in tempo)
Nei caffè di Cortina d’Ampezzo ci scherzano su, ma sotto sotto, chi vive qui tutto l’anno, ha una casa di famiglia e campa con uno stipendio, il pensierino di trasferirsi e mettere a disposizione per un paio di mesi l’appartamento lo fa. Chi ha la seconda casa, la decisione l’ha già presa e ha fissato prezzi da capogiro («non decidiamo noi, li stabilisce il mercato» è il mantra che ripetono gli operatori sia su siti internet sia nelle agenzie locali).
Per 17 giorni, i fatidici delle olimpiadi invernali del prossimo febbraio, si affittano 80 metri quadrati a 51 mila euro. In centro, però. I letti sono quattro, ma se porti i sacchi a pelo ci possono stare anche dieci persone. A conti fatti sarebbero 300 euro a testa al giorno, nulla rispetto ai 1.500 di un hotel 4 stelle o ai 2.500 quando le stelle diventano cinque. Se ci si accontenta di stare fuori Cortina – spiegano gli operatori pur ammettendo che per il momento non è che abbiano piazzato tanti appartamenti a quel prezzo – si scende a 25 mila euro per 100 metri quadrati e a 15 mila per 45. Se proprio il budget è risicato, si scivola a 7.700 euro a 22 chilometri di distanza. Insomma, tre settimane in cui fare l’esperienza dei cinesi d’antan che vivevano e lavoravano in pochi metri quadrati, per assistere di persona a uno degli spettacoli più belli del mondo. A patto di aver comprato i biglietti. Altrimenti non è garantito che si possa entrare in paese.
Declino e rilancio
Benvenuti in questo paradiso terrestre dove la parola «paradiso» non è un abuso. Ma a raccontarlo ispirandosi ai siti di prenotazione delle case ed entrando negli uffici delle numerose agenzie sembra di finire nel filmVacanze di Natale dei Vanzina, la pubblicità peggio azzeccata di Cortina, che invece è correttamente rappresentata dal museo diffuso «Accadde a Cortina», diciotto totem piazzati da Francesco Chiamulera, organizzatore del festival internazionale «Una montagna di libri», dove la valle è raccontata da Buzzati e Comisso, da Hemingway e Montale, da Nabokov e Saul Bellow, per citare alcuni dei frequentatori più ispirati.
Il sindaco Gianluca Lorenzi convoca albergatori e operatori turistici implorandoli di non speculare: «I Giochi sono il nostro biglietto di ingresso nel futuro, si stima che in tv li seguiranno non milioni ma miliardi di persone». Se un’infinitesima parte di loro verrà sedotta da queste montagne, St Moritz diventerà il ripiego per chi non trova posto qui.
Da fuori è difficile rendersene conto, ma Cortina pare avesse imboccato una brutta china. «La gloria delle precedenti olimpiadi si era appannata», spiega Roberta Alverà, vicesindaco e già presidente degli albergatori: storici hotel avevano chiuso e occhieggiavano decadenti, vaste aree di proprietà del Comune, come la gloriosa stazione dei treni, era inutilizzata dagli anni Cinquanta e andava in rovina, per non parlare dei parcheggi. Al tempo stesso, i prezzi al metro quadrato rasentano quelli del Quadrilatero della moda milanese, difficile andare sotto i 18 mila euro in centro, «cifre che saranno pure teoriche ma scoraggiano gli investimenti», conclude Alverà.
Hotel e grandi gruppi
Per invertire la rotta serviva dunque denaro privato, e per attirarlo era necessario un volano messo a disposizione dal pubblico. «Questo è l’obiettivo delle Olimpiadi invernali perfettamente centrato» sostiene Lorenzo Gambato, giovane imprenditore che ha scommesso tutto sul futuro di Cortina. Oggi la cittadina è un cantiere con ben nove grandi alberghi in ristrutturazione o addirittura ricostruiti, perché sono arrivati i grandi gruppi, il Mandarin in testa, che sta facendo tornare agli splendori di un tempo il «Cristallo» (fondato nel 1901), dov’erano di casa Brigitte Bardot, Klaus Kinski. L’antico «Ampezzo», palazzo signorile ottocentesco diventato albergo ai tempi dei «telefoni bianchi», languiva abbandonato in pieno centro storico. «Una ferita inaccettabile» sbotta il sindaco: «Ora rinascerà, insieme al Bellevue, all’Europa e al Venezia, l’80 per cento della viabilità verrà ridisegnata e l’area della stazione fornirà appartamenti, camere d’albergo, nonché alcune centinaia di posti auto sotterranei».
La gran parte degli hotel, però, non sarà pronta per i Giochi e questo è anche il motivo per cui l’offerta di appartamenti privati fa registrare cifre da capogiro. A Cortina, paese di circa 5.500 abitanti, in altissima stagione si arriva a 55 mila presenze, soprattutto grazie alle seconde case. «Oggi, con gli alberghi non ancora riaperti, i posti letto negli hotel superano di poco i 4 mila, mentre solo per soddisfare le richieste della famiglia olimpica ne servirebbero 6.500, che con gli spettatori potrebbero arrivare a 10 mila. Servono un migliaio di posti letto solo per le forze dell’ordine: 500 o 600 agenti in servizio al giorno, e ovviamente ci sono i turni», spiega Stefano Pirro, presidente degli albergatori.
Il villaggio olimpico
Il villaggio olimpico che ospiterà gli atleti verrà montato e smontato, con un costo che si aggira sui 35 milioni di euro. Difficile capire perché non sia diventata l’occasione per generare stanze a prezzo calmierato, soprattutto per il personale che verrà assunto negli hotel in ristrutturazione, nella ristorazione e nei negozi che apriranno. «Cortina ha lo stesso problema di Milano: c’è lavoro in abbondanza, che necessariamente deve essere importato da fuori, ma anche un discreto stipendio non consente di affittare casa», rincara Roberta De Zanna, consigliera di minoranza.
Le risposte degli amministratori alla scelta di «fare e disfare» sono di vario tenore e più o meno convincenti, trattandosi di svariati milioni spesi senza lasciare traccia. In parte è per dare un contentino agli ambientalisti che hanno già perso la battaglia della pista da bob. Poi, attenzione, mettere sul mercato 1.200 posti letto a ridosso del paese non farebbe certo piacere ai residenti, che alla fine sono quelli che votano il sindaco. Per la cronaca, l’attuale non è quello che può fregiarsi di aver vinto la battaglia delle olimpiadi (Gianpietro Ghedina), non rieletto perché accusato di prodigarsi più per le gare e il futuro che per il presente e il portafogli dei suoi concittadini (opinioni raccolte nei soliti caffè di Cortina).
Sempre più stranieri
Recente è l’esempio di Esselunga che ha aperto un supermarket di «eccellenze» portandosi lavoratori esperti: la soluzione è stata quella di trovare alloggi a una certa distanza e organizzare navette per condurli al lavoro. Probabilmente questo è il modello futuro di Cortina, lontano dall’immagine di Disneyland evocata dagli ambientalisti. I prezzi sono e saranno sempre alti per il pubblico medio italiano, ma non per americani, inglesi o belgi che a casa loro hanno un altro costo della vita e adeguati stipendi. In passato i turisti erano per il 65 per cento italiani e per il resto stranieri, oggi le proporzioni si sono invertite. Così non resta che lasciar passare la sbornia olimpica. La Cortina vera si vedrà dopo. E quasi certamente più d’estate che d’inverno, visto il cambiamento climatico e le Dolomiti sempre più spoglie di neve.