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 2025  aprile 03 Giovedì calendario

Gli Usa all’Europa: “Le armi dovete comprarle qui da noi”

Continuare ad acquistare armi statunitensi, altrimenti ci saranno conseguenze. È il messaggio che oggi, il segretario di Stato americano, Marco Rubio, consegna ai suoi omologhi Nato a Bruxelles. Alla vigilia del summit, cinque diverse fonti hanno riferito alla Reuters che i funzionari statunitensi hanno chiesto agli alleati europei un aumento degli ordini di armi americane. Secondo il Sipri (l’Istituto internazionale di ricerche sulla pace di Stoccolma), tra il 2020 e il 2024 gli Stati Uniti hanno fornito il 64% delle importazioni di armi ai membri europei della Nato. Nell’ultimo quinquennio, il Regno Unito ha rappresentato l’11% delle importazioni europee, mentre i Paesi Bassi il 9%, acquisendo principalmente aerei da combattimento F-35, missili Patriot per la difesa aerea e sistemi di artiglieria Himars. In diversi casi esistono alternative europee, ma con tempi di consegna più lunghi e con capacità minori.
Nel piano Readiness 2030, la Commissione europea ha previsto prestiti per progetti di Difesa – 150 miliardi di euro – con la condizione che almeno il 65% dell’equipaggiamento provenga da fornitori nell’Ue, Norvegia o Ucraina. Durante un incontro del 25 marzo, Rubio ha comunicato ai ministri degli Esteri di Lituania, Lettonia ed Estonia che Washington intende continuare a partecipare agli appalti pubblici della difesa dei paesi dell’Unione europea. Secondo due fonti, il segretario di Stato ha ribadito che l’esclusione delle aziende statunitensi dalle gare sarebbe vista negativamente dall’amministrazione. La Commissione Ue insiste sul fatto che le aziende non europee potranno comunque concorrere per i fondi della difesa, ma di fatto i produttori di armi extra-Ue dovranno affrontare diversi ostacoli di natura pratica e amministrativa. La dipendenza della Difesa europea dalle forniture statunitensi non può essere modificata in breve tempo. Secondo Carlo Masala, docente presso l’Accademia militare della Bundeswehr, “servirà almeno un decennio per sviluppare un sistema di Difesa europeo autonomo. Le forze europee sarebbero praticamente cieche sul campo di battaglia senza il supporto aereo e satellitare degli Stati Uniti”.
L’amministrazione Trump ha esortato gli alleati europei ad aumentare gli investimenti nella Difesa e a prendersi maggiore responsabilità per la propria sicurezza, minacciando di non intervenire in aiuto di un paese Nato che non spenda sufficientemente per le proprie forze armate. La risposta di Bruxelles, promossa dalla Francia – primo produttore europeo di armi – è stata quella di tentare di limitare i nuovi acquisti di sistemi statunitensi. Attualmente, per gli eserciti nazionali europei è più veloce, e spesso più conveniente, acquistare dal Pentagono piuttosto che da fornitori europei.
E il presidente Trump sta preparando un ordine esecutivo per facilitare le esportazioni di armi statunitensi, aumentando le soglie che richiedono la revisione del Congresso. Secondo fonti citate dalla Reuters, le soglie aumenterebbero da 14 a 23 milioni di dollari per i trasferimenti di armi, e da 50 a 83 milioni di dollari per la vendita di equipaggiamento militare, aggiornamenti, formazione e altri servizi. Questa misura favorirebbe grandi aziende della difesa come Lockheed Martin e Rtx Corp, semplificando il processo di esportazione e potenzialmente incrementando le vendite. Lo scorso anno, Michael Waltz, attuale Consigliere per la sicurezza nazionale, aveva proposto una legge simile per emendare l’Arms Export Control Act. Il Congresso deve approvare singolarmente ogni pacchetto di armi che superi le soglie stabilite, anche quando venduto a alleati. L’amministrazione Trump ha anche annullato un ordine di Biden che imponeva la segnalazione di potenziali violazioni del diritto internazionale da parte di alleati che utilizzano armi fornite dagli Usa, suscitando preoccupazioni riguardo alla supervisione delle esportazioni di armi e al rispetto dei diritti umani.
A metà maggio è previsto un viaggio di Trump in Medio Oriente. In Arabia Saudita, oltre a discutere della pace in Ucraina, il presidente cercherà di chiudere nuovi accordi commerciali, soprattutto contratti per la Difesa. Nel primo mandato Trump raccolse 450 miliardi di dollari nel Golfo per le industrie della Difesa, l’obiettivo oggi è arrivare a 1.000 miliardi in armi da inviare in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.