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 2025  marzo 30 Domenica calendario

Luciano Grossi investì l’orso Juan Carrito, risarcito dalla Regione con 18mila euro. «Ora denuncio gli hater»

Luciano Grossi risarcito dalla Regione Abruzzo per l’incidente con l’orso Juan Carrito. Il cameriere 33enne di Castel di Sangro ottiene 18 mila euro. E ora continua la battaglia contro gli hater. Contro chi lo ha offeso e minacciato via social per quell’incidente con la sua auto a seguito del quale l’orso, amatissimo e protagonista di video diventati virali, è morto. Resta dunque aperto il fronte penale, con 17 profili social nel mirino degli investigatori per diffamazione.
LA RICOSTRUZIONE
«Sono soddisfatto del risarcimento. È un segnale importante che riconosce non solo il danno materiale subito, ma anche l’assenza di qualsiasi mia responsabilità. L’orso mi è piombato addosso all’improvviso. È un’immagine che non dimenticherò mai». Con queste parole, Luciano Grossi rompe il silenzio a oltre un anno dal tragico incidente in cui perse la vita JC, l’orso bruno marsicano diventato un’icona internazionale.
Il 23 gennaio 2023, Grossi era alla guida della sua Volkswagen Golf lungo la Ss17, in direzione Roccaraso, quando un grosso orso sbucò improvvisamente dal margine del bosco. Era proprio lui, Juan Carrito, l’orso confidente, curioso, figlio di Amarena. Il plantigrado impattò contro il veicolo, si accasciò sul cofano e morì poco dopo. Illesi i passeggeri, ma la vettura rimase gravemente danneggiata. Il preventivo per la riparazione superava i 20 mila euro. Il processo civile si è svolto a Sulmona, davanti al giudice Luca Pelliccia. L’avvocato di Grossi, Aldo Di Ianni, ha portato avanti una battaglia fondata sulla responsabilità della Regione Abruzzo, per omessa custodia della fauna selvatica. In un primo momento la Regione si era detta estranea, parlando di “caso fortuito”. Ma, dopo il tentativo fallito di negoziazione assistita e il confronto con un precedente analogo del 2019, risolto con un pieno risarcimento, ha affidato la gestione all’avvocatura dello Stato. Poco prima della sentenza, è stato raggiunto l’accordo di 13 mila euro di indennizzo, più 5 mila per le spese legali, per un totale di 18 mila euro. Una somma che ha consentito di chiudere la vicenda sul piano civile.
«Sono stato coinvolto in una vicenda difficile, che mi ha colpito anche sul piano umano» ha dichiarato Grossi. «L’impatto con l’orso, la sua morte, il dolore per quanto accaduto, e poi il clamore mediatico. Tutto questo mi ha lasciato addosso un peso enorme. Eppure ho sempre avuto la coscienza pulita, guidavo con prudenza, conoscevo quella strada e so quanto sia pericolosa». La relazione dei carabinieri di Roccaraso, intervenuti sul posto, ha confermato la versione dell’automobilista. L’ asfalto era bagnato, visibilità ridotta, nessuna frenata, nessuna violazione al codice della strada. Grossi non ha mai potuto riparare l’auto, ferma in una carrozzeria di Alfedena per mancanza di fondi.
«Ora sto andando avanti per vie legali nei confronti di chi ha scelto di insultarmi e diffamarmi sui social. Dopo l’incidente mi sono sentito solo. Credo sia giusto ristabilire la verità, dopo essere stato ingiustamente messo alla gogna» conclude Grossi.
Le querele depositate dall’avvocato Di Ianni sono cinque, ma coinvolgono almeno diciassette profili social. Il fascicolo penale è aperto al Tribunale di Sulmona, dove il giudice per le indagini preliminari Marta Sarnelli ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura, disponendo ulteriori accertamenti per l’identificazione degli autori dei messaggi.