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 2025  marzo 30 Domenica calendario

La guerra degli stagionali. I datori: «Vogliono pure i sabati liberi». Chi cerca: «Turni folli, 6 euro senza riposi e pagamenti in nero»

«Facevo turni massacranti, dalle 4 del pomeriggio a mezzanotte, 7 giorni su 7, senza riposi, ferie o malattia. Ero sotto contratto, a differenza di molti miei amici che neanche ne avevano uno, ma metà stipendio mi veniva dato fuori dalla busta paga, a nero». Ha la voce stanca Mattia Taliani, 20 anni, studente universitario. Da due anni fa il cameriere: la prima estate ha lavorato in un ristorante ad Ancona, l’altra in uno a Marcelli.
IL RACCONTO
Mattia è uno dei tantissimi giovani che lavorano come stagionali nelle Marche, soprattutto nel settore della ristorazione, e che sono costretti a piegarsi a condizioni molto dure pur di trovare un impiego per l’estate. «I primi giorni mi hanno dato da maneggiare oggetti e macchinari di cui non mi spiegato il funzionamento. Va bene tutto, ma nessuno vuole rischiare la pelle per un lavoretto estivo», si infervora Mattia. La retribuzione è un altro problema. La paga lorda media annua per il settore turistico nelle Marche è di 8.600 euro, inferiore anche alla media nazionale di settore, che è di 11.000 euro. Nel settore, dove lavorano sopratutto giovanissimi, il tasso di irregolarità è alto. Prolifera il lavoro sottopagato, nero e grigio, senza riposi, ferie o malattia, con turni che superano di molto le ore stabilite dal contratto collettivo e straordinari non retribuiti. Gli stagionali, in particolare, sono l’anello debole.

Anche Giacomo Pennelli, 20 anni, illustra una situazione difficile. «In uno dei due ristoranti di San Benedetto, dove ho lavorato le ultime estati, ho notato che il proprietario era molto restio a dare giorni di riposo al personale, anche quando ci spettavano di diritto. La paga, inoltre, era molto bassa. Parliamo di circa 6 euro all’ora». Eppure ogni anno, puntuale, arriva la lamentela dei gestori di ristoranti e chalet che non riescono a trovare camerieri per la stagione.
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LE CONDIZIONI
«È inutile protestare quando le condizioni che si offrono non sono dignitose», è deciso il proprietario dell’Hostaria Angolino sul Mare, sul litorale di Senigallia, Vinicio Mentuccia. «Dobbiamo tornare a far innamorare i giovani di questo mestiere, non a sfruttarli. I miei camerieri hanno addirittura due giorni di riposo a settimana, anche in alta stagione. E infatti ho una squadra di persone fedeli, che vengono al lavoro col sorriso». Secondo Vinicio Mentuccia non ci si può improvvisare ristoratori.
«Spesso chi propone condizioni di lavoro non dignitose non ha una lunga storia di imprenditoria alle spalle. Io e i miei colleghi, che facciamo questo mestiere da 30 anni, non ci permetteremmo mai di proporre uno stipendio inferiore ai 1.000 euro per uno stagionale». Anche Luca Paolillo, che gestisce lo stabilimento Taunus a Numana, la pensa allo stesso modo. Per Paolillo la carenza di personale è riconducibile al fatto che i ragazzi, oggi, sono meno volenterosi rispetto al passato. «Vengono da me per chiedermi di fare la stagione e poi mi dicono già che due settimane non ci saranno perché vogliono fare le vacanze, che vogliono i sabati liberi e via dicendo. Non ci si approccia al lavoro così. È colpa delle famiglie che li hanno educati male. Noi ci impegniamo per offrirgli le migliori condizioni possibili, ma loro devono venirci incontro».
LE TUTELE
Quando ha iniziato Teo Capriotti, titolare dello chalet da Luigi a San Benedetto del Tronto, «non c’erano inchieste giornalistiche che si occupavano della condizione dei camerieri. Si lavorava, testa bassa, e basta. I ragazzi non capiscono che ora sono molto più tutelati». Anche Capriotti è attento che ogni stagionale da lui sia assunto. «I controlli sono molto più frequenti rispetto al passato e gli ispettori si rendono subito conto se qualcosa non torna. Salta subito all’occhio un locale con 100 coperti e una sola persona assunta, dove magari a servire ci sono anche altri camerieri». La bella stagione, nel frattempo, si avvicina. I ristoratori tirano fuori sedie e tavoli di plastica e iniziano la ricerca del personale. Gli annunci sui social e sulle bacheche iniziano a moltiplicarsi. È uno scontro generazionale quello che si profila all’orizzonte: tra giovani con un approccio al mondo del lavoro diverso e imprenditori competenti, ma spesso legati a vecchie logiche. Uno scontro che, però, dovrà risolversi in tempo per salvare l’estate marchigiana.