il Fatto Quotidiano, 30 marzo 2025
Tabaccai contro Lotterie e Sisal: “Obbligati ad alimentare la ludopatia o addio contratti”
Ci sentiamo vessati dai concessionari delle lotterie, che ci impongono di vendere gratta e vinci per cifre enormi, anche oltre 180 mila euro per semestre. Se non raggiungiamo questi obiettivi, rischiamo di perdere il contratto”. A denunciarlo è un gruppo di tabaccai di Brescia, che ha descritto dettagliatamente queste pratiche in un esposto presentato alla Procura della Repubblica. Si tratta di una situazione comune a tanti titolari di tabaccherie di tutta Italia. Attività che fino ad alcuni anni fa erano considerate delle rendite sicure e privilegiate, ma ora sembrano entrate in crisi anche a causa di queste condizioni “capestro” imposte dalla società Lotterie Nazionali Srl. La situazione, fanno notare i titolari, crea un cortocircuito. Nel 2012, infatti, il decreto Balduzzi ha fortemente limitato la pubblicità dei giochi, come misura di contrasto alla ludopatia. Con questi obiettivi di vendita, però, i concessionari di fatto obbligano i tabaccai ad adottare strategie aggressive con i loro clienti al fine di raggiungere i target così alti. Non capiscono quindi come lo Stato possa combattere la dipendenza da gioco se tollera questi comportamenti messi in atto dalle sue stesse concessionarie. L’esposto cita anche una sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato per violazione di posizione dominante la società Sisal Lottery Spa, altro concessionario di Stato, per condotte che i tabaccai definiscono “identiche e analoghe”. Negli ultimi anni, spesso queste pratiche sono state denunciate dal sindacato Uit (Unione italiana tabaccai). “Risulta, inoltre – si legge nell’esposto – un chiaro ed evidente conflitto di interessi di qualche associazione di categoria dei rivenditori di generi di monopolio partecipante, direttamente o tramite società satelliti, alla compagine societaria dei concessionari stessi, in netto contrasto con la rappresentanza sindacale e la difesa dei diritti degli iscritti”. Probabile riferimento alla principale associazione di categoria, la Fit, che intrattiene rapporti commerciali – attraverso partecipazioni societarie – proprio con gli stessi concessionari che impongono le severe condizioni di vendita. Sentita dal Fatto ad aprile 2024, la Fit aveva spiegato che le sue partecipazioni societarie servono ad “assicurare alla categoria il massimo vantaggio e il massimo profitto”, aggiungendo di essere intervenuta a favore dei tabaccai per evitare gli abusi da parte dei concessionari.