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 2025  marzo 30 Domenica calendario

Vance attacca l’Europa per il deficit. Alle aziende francesi la richiesta di cancellare politiche Dei

L’Europa deve capire che è finita un’epoca. Non è detto che l’alleanza occidentale sia condannata a morte, ma di sicuro è in corso un cambiamento fondamentale della relazione con gli Usa, che richiede di adeguarsi ora, subito. Lo dimostrano due fatti avvenuti nelle ultime 24 ore.
Il primo è il nuovo attacco che il vice presidente Vance ha lanciato al Vecchio continente, rispondendo a un utente di X che criticava la sua visita in Groenlandia: «Queste persone vogliono trasformare l’Europa in un protettorato permanente. Il problema: se mai fosse stata una buona idea, non è semplicemente sostenibile con duemila miliardi di dollari di deficit all’anno». È l’abituale argomento usato anche da Trump, per chiedere più soldi ai membri della Nato e ottenere consenso interno: gli europei si fanno pagare la difesa dagli americani, così liberano le risorse per lo stato sociale e altri benefici. Ci sarebbe molto da discutere, sulle effettive mancanze strategiche del Vecchio continente, e su quanto gli Usa hanno guadagnato grazie all’alleanza occidentale, anche in termini di ricavi di quello che il presidente Eisenhower definiva «il complesso militare-industriale”. Ma il punto ormai non è più questo.
Il secondo episodio è la lettera che l’ambasciata Usa a Parigi ha inviato alle aziende francesi, chiedendo di applicare i provvedimenti dell’amministrazione Trump per cancellare le politiche di inclusione e diversità Dei. Il governo Macron l’ha bollata come «un’ingerenza americana», denunciando il tentativo di imporre anche all’estero i diktat della guerra culturale scatenata negli Usa.
Se poi si somma l’offensiva dei dazi, criticata dal Wall Street Journal perché mette in dubbio l’adesione di Trump ai principi dell’economia di mercato, il cerchio si chiude. La relazione transatlantica è minacciata su tutti i piani: militare, geopolitico, economico e culturale.
Cosa accade lo ha spiegato ancora il Wall Street Journal, con l’analisi “Cosa ha Maga contro l’Europa?”. Sottotitolo: avevamo sentito dell’antiamericanismo, benvenuti nell’antieuropeismo. In sostanza gli americani sono sempre venuti da Marte e gli europei da Venere, come diceva Robert Kagan, ma gli interessi che ci univano erano più forti delle differenze. Ora non è più così. Il movimento Maga nutre un profondo disprezzo per l’Europa, quella liberal, condiviso da governi e partiti europei più conservatori.