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 2025  marzo 30 Domenica calendario

Vivere con il disturbo bipolare

Secondo uno studio pubblicato sull’International Journal of Bipolar Disorders, Vincent van Gogh avrebbe sofferto di disturbo bipolare, una malattia psichiatrica che colpisce circa 600 mila persone in Italia e 80 milioni nel mondo.
Il 30 marzo, nel giorno della nascita del pittore olandese, si celebra la giornata mondiale dedicata a questa patologia, un’occasione per accendere i riflettori su una condizione sottovalutata e stigmatizzata.
Leonardo Tondo, presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Duedime e psichiatra presso il centro Lucio Bini di Roma e Cagliari, risponde alle domande del Corriere su questa malattia che, se riconosciuta e curata, non pregiudica lavoro e relazioni. Cos’è il disturbo bipolare? «Si tratta di una condizione che prevede oscillazioni di umore con l’alternarsi di stati depressivi (quasi sempre presenti ) e periodi di esaltazione che possono sfociare anche in aggressività o irritabilità. Per una diagnosi occorre valutare anche l’intensita di queste fasi.
Se le oscillazioni di umore non sono così tanto intense potrebbe trattarsi di un disturbo ciclotimico, caratterizzato da un umore ciclico, mentre se è confermata la rilevanza clinica si tratta di bipolarismo». Che cosa si intende per rilevanza clinica ? «Quando viene valutato che il livello di intensità dei periodi di depressione o di eccitazione (detta mania) interferiscono con il funzionamento abituale della persona. Nella valutazione viene considerata anche la frequenza degli episodi. I cicli maniaco-depressivi possono presentarsi dopo pochi mesi o anche a distanza di anni.
«Può anche capitare che un disturbo bipolare sia confermato come tale solo dopo un periodo molto lungo perché all’esordio emergono solo episodi depressivi mentre quelli di mania (che confermano la diagnosi di bipolarismo) potrebbero essere rilevati successivamente».

Quando esordisce, in media, questa patologia? «Tra i disturbi dell’umore, il disturbo bipolare è quello che esordisce in età più giovane, intorno ai 20-25 anni, e ha anche una componente genetica. L’età di esordio è anticipata dall’uso di sostanze, soprattutto cannabis, specie se assunte durante l’adolescenza».

Come si caratterizzano il bipolarismo di tipo 1 e 2? «Nel disturbo bipolare di tipo 1 è presente uno stato maniacale, ovvero un’alternazione dell’umore con sintomi clinicamente importanti. Sono persone con uno stato evidentemente patologico, talvolta aggressive, sessualmente molto disinibite e le cui azioni hanno effetti evidenti sul lavoro e sulle relazioni. Se il disturbo è di tipo 2 sono presenti sintomi depressivi, anche gravi, ma la variazione dell’umore arriva a un livello ipomaniacale che è meno impattante, anche se nei comportamenti rimane la tendenza a essere sopra le righe e a prendere decisioni avventate.
«Nella valutazione clinica sarebbe però più opportuno parlare di spettro bipolare perché esiste un’ampia gamma di possibilità di espressione di questo disturbo».
Quali sono a oggi le terapie più efficaci? «Milioni di persone con disturbo bipolare hanno una vita assolutamente regolare, se la terapia è quella giusta e fa effetto. Il punto di partenza è riconoscere di avere un disturbo sapendo che si può curare ma anche che, se non trattato, può generare effetti pericolosi che possono compromettere lavoro e relazioni.
«Ci sono diverse terapie: per la fase elevazione del tono dell’umore, per trattare le depressioni ed altre per la prevenzione delle ricadute.
«Se la depressione è parte di una fase del disturbo bipolare si cerca di evitare farmaci antidepressivi perché possono scatenare mania o ipomania, mentre gli antipsicotici (che si usano per mania e ipomania) possono essere utilizzati con tranquillità.
«E poi ci sono gli stabilizzanti dell’umore, fra questi i più efficaci sono i sali di litio che si usano sia per prevenire le fasi di eccitazione che quelle depressive».