Corriere della Sera, 30 marzo 2025
«Maltrattava le figlie elogiando i genitori di Saman Abbas» Braccialetto elettronico al consigliere indiano
Una bufera giudiziaria, poi politica, si abbatte su Palazzo Loggia, sede del Comune di Brescia. Il consigliere di opposizione Balwinder Singh, origini indiane, 49 anni – eletto nel maggio 2023 con la lista di centrodestra «Fabio Rolfi sindaco» – è indagato insieme alla moglie per maltrattamenti ai danni delle figlie, iniziati, per chi indaga, nel lontano 2005: per entrambi è stato disposto il divieto di avvicinarle, oltre che il braccialetto elettronico. Nella stessa inchiesta, su ordinanza del gip Andrea Guerrerio, in carcere per violenza sessuale su una sorella è finito il figlio 26enne della coppia.
Le ragazze sarebbero state costrette a vivere in uno stato di umiliazioni e vessazioni costante: insultate, minacciate e picchiate. Controllate in modo ossessivo affinché non vivessero secondo la cultura «occidentale», inaccettabile per i genitori. La maggiore è riuscita ad allontanarsi di casa per convivere con il fidanzato. La piccola, diciassettenne, ha chiesto aiuto: in occasione di una mostra a scuola contro la violenza sulle donne, avrebbe consegnato un biglietto alla maestra. «Subisco pesanti maltrattamenti da parte di mio padre e non so più come fare», ci sarebbe stato scritto. Dalla segnalazione si è attivato il Tribunale dei minori, che nel novembre scorso l’ha trasferita in una comunità protetta. Nel destino delle ragazze, il cui racconto è stato ritenuto credibile, i genitori avrebbero voluto un matrimonio combinato con un connazionale. Vietate (pena le botte) relazioni con ragazzi italiani o contatti via social.
Balwinder Singh avrebbe addirittura definito davanti alle figlie l’omicidio di Saman Abbas, uccisa dai genitori a 18 anni in provincia di Reggio Emilia nel 2021, «un’azione doverosa per preservare la loro reputazione sociale». Pochi vestiti, acqua calda di rado per lavarsi, capelli rigorosamente raccolti, niente colazione per la ricreazione o materiale scolastico (sarebbero state le maestre a provvedere), botte per giorni nello scantinato dopo aver scoperto che la piccola aveva saltato lezione a scuola o perché con la sorella non aveva vinto un concorso religioso o ancora le faccende domestiche non sarebbero state svolte a dovere. «Sono innocente» ribatte Singh per voce del suo legale, negando le accuse, così come la moglie e il figlio, certi «che la vicenda potrà chiarirsi in tempi brevi».