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 2025  marzo 30 Domenica calendario

L’oro, una storia lunga 5 millenni

Raro e incorruttibile, l’oro è simbolo di ricchezza e potere da almeno cinque millenni. Le civiltà mesopotamiche furono le prime ad estrarlo e lavorarlo. Nel mito di Ovidio, Mida, re della Frigia, ottenne di poter trasformare in oro tutto ciò che toccava, senza pensare che ciò gli avrebbe poi impedito di mangiare e di bere. Più accorto, Creso, re della Lidia, usò l’oro per fare monete. Nel VI secolo a.C. le «creseidi» divennero il più importante mezzo di pagamento del Mediterraneo e Creso accumulò grandi ricchezze. Nell’era moderna, fu la Spagna del Cinquecento ad accumulare il più vasto e ineguagliato patrimonio in oro, grazie alle importazioni dalle Americhe. E nel cosiddetto Siglo de Oro il regno iberico raggiunse il massimo splendore artistico, letterario e politico-militare.
Secondo Keynes, fu proprio l’enorme afflusso di metalli preziosi dal Nuovo Mondo a consentire quella accumulazione originaria di capitale che alimentò la rivoluzione industriale. L’oro finanziò tuttavia anche le guerre di religione e poi di successione che devastarono per due secoli il continente europeo. Nell’Ottocento si diffuse la pratica delle «riserve» auree a fini commerciali e finanziari. Alle banche l’oro serviva come garanzia dei depositi, chiunque poteva chiedere il rimborso in oro delle banconote. A poco a poco, l’emissione di moneta contante fu concentrata nelle banche centrali, che divennero le principali detentrici di riserve.
Fra il 1870 e la Prima guerra mondiale la «parità» (prezzo fisso rispetto all’oro) delle valute regolava i tassi di cambio su cui si basava il commercio internazionale. Questo gold standard divenne insostenibile a causa dei debiti di guerra e della Grande depressione. Nel 1944, gli accordi di Bretton Woods istituirono il gold exchange standard: solo il dollaro era agganciato direttamente all’oro, tutte le altre valute erano agganciate al dollaro.
Anche questo sistema crollò, sulla scia della guerra del Vietnam, nel 1971. Si aprì l’era dei cambi flessibili, che spinse l’Europa a imboccare la strada dell’euro. Come dimostra l’enorme quantità di riserve auree ancora detenute dai vari Paesi, la funzione economica dell’oro non si è esaurita. Questo metallo rappresenta un efficace strumento di copertura contro eventi avversi, come escalation militari o crisi finanziarie. Un ruolo di bilanciamento, insomma. Secondo quella logica di giusta proporzione che gli antichi chiamavano, appunto, «regola aurea».