Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2025  marzo 28 Venerdì calendario

Disturbo bipolare, oltre un milione di italiani colpiti

Si stima che il disturbo bipolare colpisca 80 milioni di persone in tutto il mondo, compromettendo profondamente la qualità della vita di chi ne soffre. In Italia, la patologia riguarda oltre 1,2 milioni di individui, con una lieve prevalenza tra le donne e un esordio che spesso avviene tra i 15 e i 30 anni. Nonostante la sua diffusione, la diagnosi del disturbo bipolare rimane una sfida: circa il 70% dei pazienti riceve una diagnosi errata e, in media, passano otto anni prima di arrivare a un riconoscimento corretto della malattia.
«Si tratta di un disturbo che compromette non solo l’umore, ma anche la sfera cognitiva, volitiva e neurovegetativa, con conseguenze devastanti sulla vita quotidiana dei pazienti e delle loro famiglie», afferma Liliana Dell’Osso, presidente della SocietàiItaliana di psichiatria (Sip) – Ed è caratterizzato da episodi di mania o ipomania alternati a fasi di depressione, che possono inficiare la capacità di funzionare, la gestione delle emozioni e delle relazioni sociali. Nonostante l’ampia diffusione, il disturbo bipolare è spesso frainteso, e molte persone con questa condizione affrontano anche il peso dello stigma sociale». L’urgenza, quindi, non è solo migliorare i trattamenti, ma garantire una diagnosi precoce e abbattere lo stigma ancora presente attorno alla malattia.
Van Gogh, Pollock e la creatività bipolare
La Giornata mondiale del disturbo bipolare cade il 30 marzo, data di nascita di Vincent van Gogh, il celebre pittore olandese che, secondo numerosi studi, soffriva di questa condizione. La sua arte, caratterizzata da pennellate impetuose e colori vibranti, è stata spesso interpretata come espressione del suo stato mentale oscillante tra fasi di esaltazione creativa e momenti di profonda disperazione.
Un altro artista spesso associato al disturbo bipolare è Jackson Pollock, esponente dell’espressionismo astratto. Un recente studio ha suggerito che il suo celebre “dripping” nasconda inconsapevolmente figure e simboli legati al suo inconscio, forse influenzati dalla sua condizione psichiatrica. «La sua capacità di nascondere immagini in bella vista potrebbe essere parte del suo genio creativo, potenziato da straordinarie capacità visuo-spaziali spesso riscontrate nei pazienti bipolari», sostiene Stephen Stahl, autore della ricerca pubblicata su CNS Spectrums.
Nuove scoperte tra biologia e genetica
Negli ultimi anni, la ricerca sul disturbo bipolare ha compiuto passi significativi. Uno studio condotto dalla McGill University ha evidenziato l’esistenza di un “secondo orologio” cerebrale, basato sulla dopamina, che potrebbe spiegare gli sbalzi d’umore caratteristici della malattia. «Questo orologio interagisce con il ciclo sonno-veglia e potrebbe essere il motore delle fasi maniacali e depressive», spiega Kai-Florian Storch. L’obiettivo futuro sarà studiare come silenziare o modulare questo meccanismo per offrire trattamenti più mirati.
Parallelamente, il più grande studio genomico mai condotto sulla malattia ha identificato 298 regioni del Dna coinvolte nel rischio di sviluppare il disturbo. «Conoscere i geni associati ci aiuterà a sviluppare nuovi farmaci», afferma Andrew McQuillin, uno degli autori della ricerca pubblicata su Nature. Questo studio rappresenta un passo cruciale verso la personalizzazione delle terapie, rendendole più efficaci e meno invasive.
Verso una maggiore consapevolezza
Nonostante la sua complessità, il disturbo bipolare è oggi più studiato che mai, con nuove speranze all’orizzonte per diagnosi più precoci e trattamenti innovativi. «Dobbiamo superare gli stereotipi e garantire a chi soffre di disturbo bipolare un supporto adeguato, affinando strumenti diagnostici e terapeutici -, sottolinea Antonio Vita, vicepresidente Sip e professore di psichiatria all’Università di Brescia –. I rischi di un errore diagnostico possono essere importanti, sia perché il trattamento può variare considerevolmente, sia perché potrebbe mantenersi una scarsa consapevolezza della patologia da parte dei pazienti e dei familiari. Disponiamo oggi di farmaci finalizzati soprattutto alla stabilizzazione dell’umore, ormai ben consolidati nella pratica clinica e che mirano alla riduzione o alla scomparsa della ricorrenza degli episodi depressivi e/o ipo/maniacali, così come di trattamenti psicosociali di provata efficacia, che vanno in ogni caso prescritti e monitorati in ambito specialistico».
La Giornata mondiale del disturbo bipolare è quindi un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere la ricerca e migliorare la qualità della vita di milioni di persone.