La Stampa, 29 marzo 2025
Schlein: "È il cavallo di Troia di Trump" L’ironia di Conte: "Spera di farsi ricevere"
Il governo Meloni ormai è il «cavallo di Troia di Trump all’interno dell’Unione Europea». Secondo Elly Schlein, l’intervista della premier al Financial Times leva ogni dubbio: «Ha scelto di difendere l’interesse nazionale, ma quello americano – attacca la segretaria Pd -. Anzi, quello di Trump e Musk. Ha scelto di indossare il cappellino MAGA, ammainando di fatto da Palazzo Chigi la bandiera italiana e quella europea». Per la leader dem vedere il governo italiano trasformarsi «in uno strumento degli oligarchi americani utilizzato nel nostro continente per fare i loro interessi è un fatto grave e imbarazzante per un Paese fondatore dell’Unione». Più secca, ma intrisa di sarcasmo, la critica di Giuseppe Conte: «L’Italia è fuori dai tavoli e dalle decisioni che contano sull’Ucraina – avverte il presidente del Movimento 5 stelle – mentre la premier, dopo i bacetti da Biden a suon di invii di armi, ora manda cuoricini a Trump sui giornali internazionali sperando di farsi ricevere anche lei alla Casa Bianca. Che brutta fine i “patrioti"».
Per Angelo Bonelli, deputato Avs e portavoce dei Verdi, Meloni è «solo una vassalla di Trump, arrivata a sostenere che lui e il suo vice Vance hanno ragione nel definire gli europei, e quindi anche gli italiani, dei parassiti. Una vergogna». E il vicepresidente di Italia viva, Enrico Borghi, certifica la «definitiva trasformazione di Meloni da sovranista a chierichetta», quello della premier è «una sorta di chierichettismo dentro la sindrome di Stoccolma».
Ma è soprattutto dal Pd che si moltiplicano le reazioni indignate all’intervista di Meloni. Peppe Provenzano, responsabile Esteri al Nazareno, parla di una «presa di posizione sconcertante, sempre più subalterna agli interessi americani», mentre sarebbe stata necessaria «una reazione di orgoglio e difesa della sovranità nazionale ed europea». Antonio Misiani, responsabile Economia della segreteria dem, sintetizza così la strategia di Meloni nei confronti di Trump: «Inginocchiarsi e sperare nella clemenza del (presunto) amico Donald».
Mentre c’è chi sta preparando una missione a Washington con le imprese italiane «per rafforzare la partnership con gli Stati Uniti». Matteo Salvini annuncia sui social la sua prossima mossa e rivendica la scelta di «stare dalla parte di Trump», suscitando repliche pungenti. Come quella del presidente del Pd Stefano Bonaccini, che consiglia al vicepremier leghista di «stare a casa»: «Mi auguro che l’Italia non faccia leva sull’amicizia personale tra i nostri rappresentanti del governo e i consiglieri di Trump, visto che non sta portando ai risultati sperati – sottolinea – i dazi nei confronti dell’Italia dovevano essere al 20%, poi Salvini si è incontrato con Vance e abbiamo scoperto che i dazi sono saliti al 25%, è stato controproducente». Per il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, «Salvini annuncia una Italexit e una Melonexit», nel senso che sostiene che «l’Italia esca dall’Europa schierandosi con gli Usa di Trump e, contemporaneamente, caccia Meloni da Palazzo Chigi e Tajani dalla Farnesina autoproclamandosi rappresentante unico del governo italiano nei rapporti con l’amministrazione americana».