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 2025  marzo 28 Venerdì calendario

Le case tedesche: «Peggio del Dieselgate»

I dazi di Trump potrebbero provocare al settore auto tedesco più danni del Dieselgate. «Questa decisione rischia di avere conseguenze molto gravi su un settore che sta già vivendo una profonda crisi» ha detto Hildegard Müller, presidente della federazione automobilistica Vda, associazione che rappresenta l’intero settore industriale dell’automotive tedesco, all’annuncio del presidente Usa Donald Trump di imporre dazi del 25% su tutte le auto provenienti da Germania e Unione europea. «È giusto ricordare – ha aggiunto Müller – che gli Stati Uniti sono il mercato di vendita più importante per l’industria automobi-listica tedesca. Nel 2024 quasi una Porsche su tre e una Bmw su sei sono state vendute in Nord America. Per Volkswagen, Audi e Mercedes-Benz la quota era compresa tra il 12 e il 15%».
Secondo dati della Associazione dell’industria automobilistica tedesca, nessun altro Paese ha acquistato nel 2024 così tante auto nuove dalla Germania come gli Stati Uniti, circa il 13,1% di tutte le importazioni, seguiti da Gran Bretagna (11,3%) e Francia (7,4%). Nel 2024 rispetto al 2023 le esportazioni di auto tedesche verso gli Usa sono aumentate, ma l’anno si è chiuso nel peggiore dei modi per i grandi colossi tedeschi dell’auto. Dopo annunci di tagli e chiusure di stabilimenti, Volkswagen e Porsche hanno entrambe registrato un crollo dei profitti del 30%; Bmw del 37%. Una crisi del settore causata da strategie errate dei vertici delle aziende, ma anche dei governi tedeschi che hanno puntato poco e male sull’elettrico, rinunciando ad introdurre incentivi per l’acquisto di auto elettriche e rinviando la revisione produttiva degli stabilimenti. Una crisi che parte anche da lontano, dal Dieselgate: sulle case automobilistiche tedesche, in particolare su Volkswagen, si stanno ancora abbattendo le cause legali statunitensi che finora sono costate solo al gruppo di Wolfsburg circa 20 miliardi di euro. Anche Porsche Se, il maggiore azionista di Volkswagen, sta vivendo una fase di crisi dopo una perdita al netto delle imposte di 20 miliardi di euro a causa delle svalutazioni della propria partecipazione in Volkswagen. E la crisi del settore auto tedesco colpisce anche l’Italia: il guppo Porsche ha annunciato proprio ieri che non proseguirà e non amplierà il piano di sviluppo in Puglia del Nardò Technical Center (Ntc), il centro prove gestito da Porsche Engineering.Tra i diversi fattori considerati, hanno avuto un peso rilevante il contesto attuale, sempre più complesso, e i cambiamenti in atto nel settore automobilistico a livello globale. Nel marzo 2024, la Regione Puglia ha sospeso l’accordo di programma necessario all’approvazione del progetto, prorogando tale sospensione fino alla fine di marzo 2025”» ha spiegato Porsche.
E ieri à arrivata anche la scure tariffaria di Trump. Poco dopo l’annuncio giunto da Washington, i titoli azionari di Bmw, Mercedes, Porsche e Vw erano nettamente in rosso. Secondo il quotidiano economico Handelsblatt «l’annuncio di Trump in un solo giorno ha determinato una perdita per le case automobilistiche tedesche di almeno 5 miliardi di euro».

Secondo gli esperti della società di analisi statunitense Bernstein i costi netti dei dazi voluti dall’amministrazione Trump per le tre principali case automobilistiche potrebbero ammontare a circa 11 miliardi di euro. Ma il danno potrebbe diventare molto più grande, sfiorare i 100 miliardi, se i dazi dovessero durare per tutta la legislatura Trump. «Ma i dazi colpiscono anche l’industria statunitense ha spiegato la presidentessa del Vda Müller - il fatto è che gli Stati Uniti finora hanno imposto dazi del 2,5% sulle automobili provenienti dall’Ue che invece applica dazi superiori, del 10%, sulle importazioni di automobili dagli Stati Uniti e ora potrebbero aumentare ulteriormente. Trump è anche infastidito da altre normative dell’Ue, come i severi standard sulle emissioni e sulla sicurezza». Le martellate tariffarie trumpiane ieri sono piombate anche sulle trattative per la formazione del nuovo esecutivo tra Unione Cdu/Csu e socialdemocratici della Spd. Per rilanciare il settore auto i cristiano-democratici e i cristiano- sociali bavaresi vogliono revocare il divieto di immatricolazione dal 2035 delle auto con motori a combustione. Inoltre Cdu e Csu vogliono introdurre un bonus di acquisto o incentivi fiscali per le auto elettriche. I socialdemocratici invece, vogliono un “programma di leasing sociale” per le persone con redditi piccoli e medi. Ma il 3 aprile negli Stati Uniti entreranno in vigore i primi dazi, l’Ue potrebbe rispondere con controdazi, con il rischio di una vera e propria guerra tariffaria. La speranza della presidentessa del Vad, Hildegard Müller, e di tutti i vertici delle grandi case automobilistiche tedesche è che da Washington sia arrivato soprattutto un avvertimento e che in realtà il presidente Trump stia aspettando il probabile futuro cancelliere Friedrich Merz per trattare su importazioni ed esportazioni, non solo di automobili.