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 2025  marzo 25 Martedì calendario

Intervista a Melita Toniolo

C’era una volta «Diavolita», l’irriverente inviata della trasmissione «Lucignolo» che, con sguardo malizioso e battuta pronta, conquistava il pubblico italiano. Oggi, quella figura iconica ha ceduto il passo a Melita Toniolo, una donna matura e consapevole, che ha saputo reinventarsi con forza e determinazione. La sua vita è ora delineata da due grandi amori: la radio e suo figlio Daniel. Ogni giorno, la sua voce accompagna gli ascoltatori di R101, creando un legame intimo e sincero con il pubblico. Ma è nel ruolo di madre che Melita ha trovato la sua dimensione più autentica, dedicandosi con tenerezza al piccolo Daniel, nato nel 2017. Dopo la fine della relazione con Andrea, padre di suo figlio, Melita ha attraversato un periodo di riflessione, ritrovando se stessa e la propria serenità. Oggi, vive felicemente da single, assaporando la tranquillità delle serate casalinghe, tra un buon film e un calice di vino rosso. Questo equilibrio tra vita professionale e privata le ha donato una pace interiore, permettendole di vivere il presente con gratitudine, abbracciare il passato senza rimpianti e guardare al futuro con curiosità e ottimismo.
La ricordano ancora per la sua partecipazione al Grande Fratello e come Diavolita. Rimpianti?
«Assolutamente no. Il mio sogno da sempre era quello di lavorare in radio e ad un certo punto questo appuntamento è arrivato: è come se la vita avesse trovato per me il giusto equilibrio. Al passato devo molto ed ho fatto pace con lui per gli obiettivi che non ho potuto raggiungere. Per me adesso c’è il presente».
Quindi ha visto passare qualche treno sul quale voleva salire...
«Penso che sia necessario trovarsi al posto giusto nel momento giusto, si vede che io in qualche caso avevo sbagliato stazione».
Ma qual era il treno che aspettava?
«Sognavo di presentare Colorado, programma comico, ma evidentemente non doveva succedere. Certo, penso a quel periodo con grande affetto, ma senza il dolore per la perdita di un’occasione».
Come ha trovato questa nuova strada?
«Io sono veneta e noi veneti siamo un po’ testardi. Quando mi impunto su qualcosa devo raggiungere l’obiettivo. Fin da piccola sognavo di lavorare in radio ed eccomi qui in un ambiente, quello radiofonico, che mi appartiene».
Melita in perfetto equilibrio, un Good Times come il titolo della trasmissione.
«Si e credo che il merito sia stato di mio figlio. Dopo la pausa professionale è scoppiata in me grazie a lui la voglia di ripartire quasi da capo».
Ma aspetta che passi qualche altro treno nell’ambito dello spettacolo?
«Io adesso voglio restare nella stazione in cui mi trovo, più di quello che sto facendo non so se ci sia qualcosa che potrebbe rendermi più felice».
Del Grande Fratello e del resto cosa le resta?
«Mi fa effetto che la gente si ricordi di quella mia esperienza quando avevo più o meno 20 anni e anche di Diavolita, cose che adesso però non rifarei. Quello che mi è rimasto nel cuore è stato sicuramente Colorado che mi ha formato anche a livello professionale ma ricordo anche la “Talpa” che è stata una esperienza formativa».
Lei ha fatto anche un’esperienza teatrale con «9 mesi e un giorno». Come è stato calcare quel tipo di palcoscenico?
«Pensi che nell’ultima replica che abbiamo fatto con Lorenzo Branchetti ero incinta e non lo sapevo e questa era la storia di una donna che stava aspettando un bambino. In quel tipo di palcoscenico mi sono sentita a mio agio».
La tivù la guarda con occhio critico?
«In tivù guardo solo i film, quello che vedo nella tivù generalista non mi piace. Non mi crea nessuna curiosità».
Proposte indecenti in questi anni?
«Io non mi sono mai infilata in brutte situazioni, sono sempre stata ai margini. Proposte indecenti non me ne sono mai arrivate perché non concedo spazio. Io poi da veneta sono schietta, ti mando a quel paese senza pensarci troppo».
C’è qualcuno a cui si sente di dire grazie?
«Sicuramente a Mario Giordano che mi ha fatto fare la Diavolita e senza di lui non avrei avuto la visibilità che ho avuto negli anni, lui ha creduto in me vedendo delle cose gli altri non erano riusciti a vedere. Lavorativamente parlando è stato come un padre. Ma devo ringraziare anche il direttore della Radio dove lavoro che mi ha voluto in squadra. Ricordo che quando mi ha chiamato per entrare mi sono messa a piangere per la gioia, perché a 35 anni è come se mi avesse regalato una seconda vita».
Essere veneta è stato d’aiuto o in qualche caso è stato un limite?
«Mi ha portato ad essere sempre diretta e schietta. L’ironia che caratterizza noi veneti è un ingrediente fondamentale per il mio lavoro. E quando posso torno a casa per stare con gli amici di sempre».
Lei prima del grande Fratello si divideva tra i piccoli set fotografici e il lavoro di cameriera nel pub di sua sorella. Era l’inizio degli anni 2000 e molti giovani come lei per mantenersi lavoravano nei fine settimana. Oggi un po’ ovunque si vedono cartelli con scritto: cercasi camerieri. I giovani non vogliono più sacrificarsi?
«I tempi sono cambiati, i ragazzi vogliono i fine settimana liberi forse anche perché le paghe non sono così alte. Io però sono felice di essermi sacrificata perché è stata una esperienza di vita, ho avuto la possibilità di conoscere molta gente. Ero felice, avevo dei sogni e aspettavo il momento giusto per realizzarli. E le amicizie che ho costruito li sono rimaste».
Oggi cos’è l’amore per Melita?
«Ha le porte chiuse. Oggi sono felicemente single ma serena. La mia felicità è mio figlio al quale auguro di essere sempre se stesso un po’ come ho sempre cercato di essere io».