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 2025  marzo 25 Martedì calendario

Meloni omette il fascismo sulle Fosse Ardeatine protestano Anpi e sinistra

Per il terzo anno di seguito, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni cancella le responsabilità dei fascisti dal ricordo delle Fosse Ardeatine. Ancora una volta, la nota ufficiale di Palazzo Chigi – che pure definisce la carneficina «una delle ferite più laceranti inferte a Roma e all’Italia intera» – si limita a parlare di un eccidio «perpetrato dalle truppe naziste di occupazione, come azione di rappresaglia per l’attacco partigiano di via Rasella». Omesso l’aggettivo “fascista”, omesso qualsiasi riferimento alla collaborazione colpevole dei repubblichini: in testa il questore Pietro Caruso, che aiutò a compilare le liste dei 335 italiani uccisi, perlopiù prigionieri politici, ebrei, oppositori del regime. Cinque conteggiati per errore e trucidati comunque.
Come la premier, anche il presidente del Senato Ignazio La Russa – che nel 2023 fa aveva derubricato i soldati delle Ss colpiti in via Rasella a una «banda di semi-pensionati» – ricorda solo le mani sporche di sangue dei nazisti nel massacro «tra i più atroci della nostra storia». Rimozioni che scatenano la reazione furiosa dell’Anpi: «Parole indegne per altissime cariche della Repubblica nata dalla Resistenza», commenta il presidente Gianfranco Pagliarulo: «Vorrebbero riscrivere la storia nascondendo i crimini del fascismo, ma non ci riusciranno». Segue la stessa traccia Federico Fornaro, deputato Pd e autore di saggi sul regime mussoliniano: «Fu una strage nazifascista», rimarca il dem puntando il dito contro «una rilettura inaccettabile da parte di chi ricopre oggi due delle maggiori cariche dello Stato». Tanto più alla luce dei fatti vidimati dalle ricostruzioni storiche: «I fascisti agli ordini del questore Caruso – ricorda – collaborarono attivamente con i nazisti a quella che rimane una delle pagine più tragiche della nostra storia».
Eppure, in maggioranza, in tanti, ministri e parlamentari, non esitano a riconoscere la doppia matrice della carneficina del 24 marzo 1944. Tra gli altri, lo fa con parole nette – «Tramandare e onorare la memoria delle 335 vittime dell’eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine è un dovere morale e civile» – il presidente della Camera Lorenzo Fontana, al fianco del capo dello Stato Sergio Mattarella e del ministro della Difesa Guido Crosetto, ieri, nella cerimonia commemorativa davanti al Mausoleo romano dedicato alla strage.
Meloni e La Russa, invece, replicano il copione degli ultimi due anni, rinfocolando una polemica annunciata, resa più acuta dal recente scontro sul Manifesto di Ventotene, di cui la presidente del Consiglio ha fatto carta straccia in Parlamento mercoledì scorso. E dunque se l’aspettava, forse, la segretaria del Pd Elly Schlein che già al mattino, nel ricordare la strage, dice che «presidiare la memoria oggi è ancora più un dovere, di fronte ai tentativi di riscriverla, e non di onorarla, quella storia». Una storia, sottolinea la leader dem, «nata dalla Resistenza e dalla lotta dei partigiani contro i nazisti e i fascisti».
Il presidente M5S Giuseppe Conte, invece, attualizza l’omaggio ai martiri d elle Fosse Ardeatine legandolo alla critica contro ogni forma di bellicismo: «Non basta custodire il ricordo e la memoria, – dice l’ex premier – ma bisogna agire ogni giorno per rafforzare la democrazia, per allontanare dal nostro futuro gli autoritarismi, per un’Europa e un’Italia in cui le parole di odio e di guerra vengano seppellite da visioni e strategie di pace e solidarietà». Un invito che risuona anche nelle parole del deputato di Avs Angelo Bonelli: «Ai tentavi di revisionismo storico la risposta che dobbiamo dare è non dimenticare, per combattere gli autoritarismi e i nostalgici sotto nuovi vestiti».