La Stampa, 25 marzo 2025
Lo strappo degli ebrei d’Europa
L’Unione delle comunità ebraiche italiane non parteciperà alla Conferenza sulla lotta all’antisemitismo organizzata dal governo israeliano, una due giorni che si apre domani a Gerusalemme e che giovedì vedrà il suo culmine con gli interventi dei politici. «Noi non ci saremo» è il laconico commento che arriva dall’Ucei, con la presidente Noemi Di Segni che in questo momento preferisce non fare dichiarazioni. A disertare l’evento saranno tutte le comunità europee che si sono trovate a disagio nel constatare l’elenco degli invitati alla conferenza organizzata dal ministero israeliano della Diaspora. Quello che doveva essere un incontro per instaurare un dialogo condiviso su come affrontare l’antisemitismo contemporaneo, infatti, è diventato una sorta di Internazionale di destra. Tra le personalità indicate nel programma spiccano Marion Maréchal, la nipote di Marine Le Pen; Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National; Hermann Tertsch di Vox e vice presidente del gruppo europeo dei Patrioti; l’olandese Sebastiaan Stöteler del partito fondato da Wilders; Charlie Weimers dei democratici svedesi e vice presidente del gruppo dei Conservatori e riformisti europei; Kinga Gal, eurodeputata ungherese di Fidesz. Giovedì è previsto anche l’intervento del premier Benjamin Netanyahu, del ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar e di quello della Diaspora Amichai Chikli. Scorrendo il programma della kermesse, tra gli speakers è segnato il presidente di Israele Isaac Herzog, che in realtà ospiterà un evento nella sua residenza (solo per alcuni invitati) non direttamente collegato alla conferenza.
La decisione dell’Ucei di non esserci arriva dopo le prese di posizione durissime da parte dell’ebraismo europeo. Il primo a ritirare la sua partecipazione è stato il rabbino capo del Regno Unito Ephraim Mirvis in segno di protesta per la presenza di numerosi politici populisti dell’estrema destra.
A Parigi la tensione è alta da giorni. Mandando a Gerusalemme il suo pupillo Bardella (i rapporti con Marion, la figlia della sorella sono ai minimi termini), Marine Le Pen compie un nuovo, importante passo nel suo processo di dédiabolisation, termine utilizzato per esprimere lo sdoganamento dalle storiche posizioni antisemite del partito fondato dal padre Jean-Marie, morto a gennaio. In Francia, però, c’è chi non crede all’operazione di restyling che va avanti ormai da anni. L’antisemitismo oggi è «strumentalizzato per mettere in scena un Rassemblement national nuovo in una strategia di conquista del potere», ha detto a Rmc Yonathan Arfi, presidente del Consiglio delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif). Immediata la risposta di Bardella, arrivata pochi minuti dopo dai microfoni della stessa emittente: «Arfi fa politica», ha attaccato il 29enne, ricordando la rottura avvenuta nel 2015 tra Marine Le Pen e il padre «in gran parte a causa dell’antisemitismo». La presenza di Bardella e Maréchal ha portato il filosofo Bernard-Henry Lévy ad annullare la sua presenza all’evento, con ragioni spiegate proprio dalle colonne de La Stampa: «La realpolitik è inevitabile, ma non con il rischio di fare di Gerusalemme, per due giorni, la capitale di un’Internazionale illiberale che se ne infischia dei valori democratici, uno dei pilastri di Israele».
Altre defezioni di peso sono quelle rappresentate dal presidente dello European Jewish Congress, Ariel Muzicant, che è stato molto critico: «In Europa ci battiamo per isolare i partiti estremisti, ma in Israele li invitano, credendo erroneamente che questi politici sostengano Israele. Non è così, cercano solo legittimità».
Reazioni anche in Germania: è stato il Commissario del governo federale per la lotta contro l’antisemitismo, Felix Klein, ad annullare la sua partecipazione. E lo stesso ha fatto Volker Beck, presidente della Società per l’amicizia Germania-Israele. Peraltro, il generale Pasquale Angelosanto, che è l’omologo di Klein in Italia, in quanto coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, contattato da questo giornale non ha risposto sulla sua eventuale presenza a Gerusalemme.
Il focus dei dibattiti previsti a Gerusalemme è ovviamente incentrato sull’antisemitismo che si annida negli Stati Uniti, nelle Università, tra i progressisti e nell’Occidente influenzato dagli islamisti radicali. Manca però un panel sull’antisemitismo nei movimenti di estrema destra.
Haaretz, il quotidiano liberal israeliano, proprio ieri sul suo sito internet ha dedicato un commento su questo evento intitolato: «Anche i migliori amici di Israele sono disgustati dalla conferenza di estrema destra di Netanyahu». Sefy Hendler scrive: «Le comunità ebraiche in Europa e in America ne hanno abbastanza, non vogliono essere reclutate nell’Internazionale di destra che si sta radunando a Gerusalemme».