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 2025  marzo 25 Martedì calendario

Hamdan Ballal, liberato il regista palestinese autore di "No Other Land". Il racconto: «Ammanettato al freddo per tutta la notte»

«Hamdam Ballal è libero e tornerà a casa dalla famiglia». È quanto ha scritto su X Yuval Abraham, collega del regista palestinese arrestato nella giornata di ieri dalle forze di sicurezza israeliane in seguito agli scontri tra coloni e palestinesi in Cisgiordania. L’avvocato di Hamdan Ballal, Lea Tsemel, che aveva annunciato il suo imminente rilascio, aveva riferito che tre palestinesi, incluso il suo assistio, aveva dormito sul pavimento di una base militare per l’intera notte e con gravi ferite riportate durante gli scontri.
Il regista e attivista palestinese Hamdan Ballal, 36 anni, e i due palestinesi arrestati ieri sera con lui, Khaled Shanran, 33 anni, e Nasser Shariteh, 50 anni, hanno raccontato di essere stati tenuti fuori da una base dell’Idf al freddo, ammanettati e bendati per tutta la notte. L’arresto è avvenuto nel villaggio di Susiya a sud di Hebron. Ballal, secondo quanto riferito, è stato attaccato dai coloni israeliani, che gli hanno lanciato pietre ferendolo alla testa. I soldati israeliani presenti non sono intervenuti. Secondo il resoconto dell’Idf i palestinesi hanno risposto all’attacco dei coloni lanciando a loro volta delle pietre. A intervenire, spiega l’Idf, è stata una squadra di sicurezza dei coloni, che ha arrestato Ballal e i due palestinesi che erano con lui, per poi consegnarli alla polizia israeliana. Arrestato anche un colono, spiega Haaretz.
Ballal è un fotografo e regista, che ha lavorato come ricercatore per diversi gruppi per i diritti umani.Ha realizzato, insieme Basel Adra, Yuval Abraham e Rachel Szor, No Other Land, vincitore del premio Oscar 2025 come Miglior Documentare. Il lungometraggio racconta, giorno dopo giorno, la distruzione della piccola comunità rurale di Masafer Yatta, in Cisgiordania, da parte dell’esercito israeliano. Uscito in circa 40 paesi di tutto il mondo, il film ha scatenato vivaci polemiche, soprattutto dopo essersi aggiudicato l’Oscar (oltre ad altri 68 premi anche nei festival più importanti).
Accolto con grande interesse e partecipazione da parte di critica e pubblico delle sale, il documentario scuote le coscienze di un pubblico per lo più giovane che segue da vicino l’incandescente situazione della Cisgiordania e ha reso inaspettatamente i quattro giovani attivisti tra i cineasti più premiati e celebrati in tutto il mondo del 2024.