Libero, 25 marzo 2025
A Napoli si gira il prequel di Gomorra
I primi a protestare con veemenza, con stricioni e volantini fai da te affissi alle vetrine dei negozi, sono stati i negozianti e gli abitanti dei Quartieri Spagnoli. Le riprese di Gomorra – Le origini, prequel della serie televisiva, che in questi giorni si stanno girando a Napoli, non vanno giù ai napoletani.»Ciak si gira sempre Napoli di mira», si legge sugli striscioni, e anche «Speculative riprese imperdonabili offese».
Nel profilo facebook “Figli del Sud, popolo sovrano”, un video racconta come in molti dei residenti ci sia la convinzione che la serie tv metta in risalto in modo la negativo la città. «Ci abbiamo messo 30 anni per portare un poco di turismo nel nostro quartiere», spiega uno di loro. «Ai casting sono ammessi ai ragazzi dai 15 ai 18 anni – dice un altro – a quell’età i ragazzi devono andare a scuola, non devono andare a fare i casting». Poi sono arrivati i neoborbonici dell’omonima associazione culturale, con il presidente Gennaro De Crescenzo, a sostenere la protesta dei Quartieri Spagnoli. «Ancora una volta la nostra città viene sfruttata come set per una narrazione che continua a danneggiarne l’immagine, alimentando stereotipi pericolosi e restituendo al mondo una visione distorta della realtà napoletana. Da anni denunciamo come cinema e televisione abbiano contribuito a creare e diffondere un’idea sbagliata di Napoli, trasformandola in un simbolo di criminalità e degrado. Questa narrazione, oltre a essere offensiva per la nostra storia e per chi ogni giorno lavora onestamente, ha conseguenze reali: allontana investitori, danneggia il turismo e soprattutto rischia di condizionare intere generazioni, spingendo i più giovani a identificarsi con modelli sbagliati», dice De Crescenzo.
Nella celebre strada dei presepi è apparso uno striscione con una presa di distanza netta: «Gomorra napolesi in tv. Napoli dell’arte non vi sopporta più». L’iniziativa è stata promossa dall’associazione “Le Botteghe di San Gregorio Armeno”: «Non possiamo più accettare che Napoli venga continuamente raccontata attraverso scenari di violenza e degrado. Da troppo tempo prodotti televisivi di successo sfruttano la città come sfondo criminale, oscurando la sua vera identità». Il presidente dell’associazione, Vincenzo Capuano, sottolinea la necessità di un cambio di rotta: «È ora di dire basta a un racconto parziale e dannoso. Napoli è cultura, arte, artigianato. È una città che ha dato al mondo talenti straordinari e continua a essere un punto di riferimento per creatività e accoglienza. Non possiamo permettere che venga identificata solo con la camorra».