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 2025  marzo 24 Lunedì calendario

Dentro i gruppi social che offrono stipendi da fame: 300 euro al mese. E c’è chi paga per lavorare

«Cerchiamo cinque guardiani notturni: sei giorni la settimana, dalle 22 alle 6 (compreso il weekend), conoscenza della lingua inglese, contratto determinato con proroghe». Lo stipendio mensile? 1.100 euro.
Questo è solo uno delle migliaia di annunci che si trovano sui gruppi social, frequentati da tantissime persone da tutta Italia. Sono, come spiega un utente in uno sfogo, «l’ultima spiaggia per noi disoccupati». Le offerte sono in linea con gli ultimi dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), la quale ha certificato che in Italia i salari reali sono inferiori dell’8,7% rispetto al 2008, posizionando il nostro Paese all’ultimo posto del G20.
Nei gruppi è facile entrare, in alcuni è richiesta anche una “donazione” per verificare la propria identità. La parte difficile diventa orientarsi nella giungla di annunci, tra truffe, stipendi miseri e requisiti assurdi.
Rimborsi spese per orari full time
Entriamo in uno di questi gruppi ed è subito chiaro che qui si può trovare di tutto. Il primo datore di lavoro cerca un magazziniere in Toscana. Offre un contratto di stage da tre mesi, rinnovabile una sola volta, da 40 ore settimanali. Lo stipendio? 600 euro al mese. Sembra poco? C’è anche di peggio.
A Palermo un’azienda cerca uno stagista con mansioni “per il ricevimento”. Viene chiesto solo il diploma di maturità, ma non ci è dato sapere se si tratti di un part time. La paga qua scende a 300 euro al mese.
Le cifre sono basse, ma se si cerca bene si può incappare in annunci clamorosi. Un hotel cerca un’addetta alla gestione check-in, check-out, prenotazioni e reception. Si richiede la conoscenza dell’inglese, “un’altra lingua è un valore aggiunto”. Il lavoro sarà su turni, sia al mattino che al pomeriggio. Lo stipendio? Assolutamente nessuno: è previsto solo “un rimborso spese”. Quasi ironicamente poco sotto il datore scrive che si tratta di un “ambiente stimolante” in cui crescere “professionalmente”. Non è chiaro nemmeno se i dipendenti possano usufruire di un alloggio o una camera.
Nei gruppi di annunci, il settore del turismo è quello in cui si trovano le paghe più basse. Un’agenzia che gestisce diverse strutture cerca una donna che lavori tutti i giorni, solo al mattino, per fare le pulizie, gestire i check-in e anche fare le colazioni. Un’infinita di mansioni per 600 euro.
Ma anche chi ha la fortunata di avere contratti “più regolari” non se la passa meglio. Un negozio nel Lazio cerca un commesso che si occupi anche dell’assistenza, di gestire le fatture e di fare le consegne. Il contratto in questo caso è a tempo indeterminato, dal lunedì al venerdì, ma la paga è di soli 1.100 euro. Non sono previsti aumenti nel tempo.
A un certo punto ci colpisce la segnalazione di un annuncio per un magazziniere, in cui lo stipendio mensile è tra i 120 mila e i 160 mila euro al mese. Come un calciatore di Serie A. C’è un numero di telefono, lo chiamiamo e ci spiegano che è stata una strategia per mettere in rilevanza l’annuncio sulla piattaforma, altrimenti con la “cifra reale non avremmo mai trovato nessuno”. Per la cronaca, lo stipendio era di 600 euro al mese.
“Niente laureati o persone con orecchini”
Il denaro non è l’unico aspetto critico. Spesso ci sono richieste particolari. In Lombardia un bar cerca una persona per lavorare su turni anche nel weekend. Non ci è dato sapere la paga, l’unico requisito riguarda l’aspetto fisico: i candidati non devono “avere orecchini”, o piercing “sul naso o sulla lingua”.
Poco sotto un B&B offre un lavoro part time come receptionist, l’unica richiesta è di “non essere laureato” e di “non essere in formazione”. In molti cercano personale inesperto, che forse non conosce i salari adeguati per certe professioni. Una catena di negozi cerca solo persone “senza esperienza di lavoro”, offrendo 700 euro mensili per sei giorni di lavoro la settimana, tutti i weekend compresi.
Ma gli esempi sono infiniti. Nel Cagliaritano un’azienda cerca degli addetti notturni per gli inventari. Dopo essere assunti, i neo dipendenti in alcune giornate dovranno seguire un’ora di formazione fuori dall’orario lavorativo che “non sarà retribuita”. E si chiede anche “flessibilità” nell’orario di uscita a fine turno. Tutta una serie di annunci, che non possono altro che confermare i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro.