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 2025  marzo 24 Lunedì calendario

Stipendi italiani ancora molto al di sotto di quelli del 2008 (- 8,7%). “Il peggior risultato del G20”

I salari reali (ovvero tenendo conto della perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione, ndr) in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008. Lo si legge nel Rapporto mondiale sui salari dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), pubblicato oggi. L’Italia si distingue, si legge, per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali più bassi di quelli del 2008.
I salari reali in Italia sono aumentati del 2,3% nel 2024, dopo la caduta registrata nel 2022 (-3,3%) e nel 2023 (-3,2%). Tuttavia la crescita dello scorso anno non è stata sufficiente a compensare le perdite subite dagli stipendi durante il periodo di alta inflazione. È il risultato peggiore, spiega Giulia de Lazzari dell’Ilo, dei Paesi del G20.

La perdita del potere d’acquisto dei salari italiani, peggiore rispetto a quella di tutti gli altri paesi europei, non è una novità. Tuttavia i nuovi dati diffusi oggi confermano come negli ultimi anni i recuperi siano stati modesti ed insufficienti e il costo del lavoro per le imprese italiane rimanga significativamente più basso di alcuni anni fa. Un problema per i lavoratori, un vantaggio competitivo per le aziende italiane.

Nel rapporto Ilo si dà conto anche del divario retributivo di genere, che in Italia risulta pari al 9,3%, uno dei più bassi tra i paesi dell’Unione europea. Il dato fa riferimento alla media oraria. Se si guarda al salario nel complesso è ancora più basso perché in media le donne lavorano un numero minore di ore. Il divario di genere in Italia era al 10,2% nel 2006. I lavoratori migranti dipendenti guadagnano in media il 26,3% in meno dei lavoratori nazionali.

“I dati dimostrano quello che noi sosteniamo da tempo. Bisogna recuperare la perdita del potere d’acquisto, questo lo si fa rinnovando i contratti, penso al contratto metalmeccanico, ai contratti del pubblico impiego, penso alle risorse già stanziate in manovra che potrebbero essere utilizzate da subito per rinnovarli, penso alla proposta che abbiamo fatto al governo di detassazione degli aumenti contrattuali”, così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.