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 2025  marzo 24 Lunedì calendario

A Francoforte scivola Bayer, condannata a pagare 2,1 mld $ negli Usa per il glifosato

Una nuova costosa tegola giudiziaria colpisce Bayer -7,23% alla Borsa di Francoforte. Il titolo del gruppo agrochimico e farmaceutico tedesco pè arrivato a cedere oltre il 7%, in coda all’indice Dax, dopo la condanna di un tribunale americano al pagamento di 2,1 miliardi di dollari (1,9 miliardi di euro) in un contenzioso sul diserbante a base di glifosato Roundup. La sentenza, annunciata nel fine settimana, comprende 65 milioni di dollari di danni e 2 miliardi di dollari di cosiddetti danni punitivi a vantaggio del querelante che ritiene il glifosato responsabile del tumore di cui è affetto. La sentenza è stata emessa dalla giuria di un tribunale dello Stato della Georgia.
Bayer ha annunciato che presenterà ricorso contro la decisione. La società tedesca ha dichiarato di «non essere d’accordo con il verdetto della giuria», sottolineando che la decisione contraddice le prove scientifiche e le valutazioni delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo. Ad esempio, la Commissione Europea ha prorogato di dieci anni alla fine del 2023 l’autorizzazione del glifosato. Una decisione che in realtà è stata molto criticata dalle organizzazioni ambientaliste. «Siamo convinti di avere forti argomenti in sede di appello per ribaltare questa sentenza o almeno ridurre il risarcimento dei danni eccessivo e incostituzionale», aggiunge una nota di Bayer, ricordando che in passato il risarcimento dei danni è stati ridotto del 90% rispetto alle sentenze iniziali.
I problemi con il Roundup, un erbicida contenente glifosato, sono iniziati nel 2018 quando Bayer ha acquistato il gruppo agrochimico americano Monsanto per oltre 60 miliardi di dollari. Nello stesso anno venne emessa una prima sentenza contro la società che ha innescato un’ondata di cause legali negli Stati Uniti, che sono già costate al gruppo diversi miliardi. Tuttavia, decine di migliaia di casi rimangono irrisolti: al 31 gennaio 2025, su un totale di circa 181.000 denunce presentate nella vicenda del glifosato, circa 114.000 sono state risolte in via amichevole o non soddisfano i criteri di risoluzione per vari motivi. In ogni caso, i titoli sono sotto pressione dal 2018 e da allora hanno perso circa tre quarti del loro valore. Inoltre, dallo scorso anno gli azionisti della Bayer devono accontentarsi di un mini-dividendo. A causa dell’elevato debito, infatti, il gruppo ha annunciato nel febbraio del 2024 che pagherà il dividendo minimo di legge per tre anni, 11 centesimi per azione.
Secondo gli analisti di Jp Morgan la sentenza emessa nello Stato della Georgia potrebbe rendere «più coraggiosi» gli avvocati di altri ricorrenti, ma non cambia fondamentalmente la situazione, nel senso che per il gruppo molto dipenderà dai cambiamenti legislativi nei vari Stati e dal previsto ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Soprattutto dopo l’arrivo di Bill Anderson alla presidenza nel giugno 2023, secondo quanto riportano i media, Bayer spinge con un’intensa attività di lobbying l’introduzione di modifiche legislative a livello statale, incentrate sulla questione se la legge federale sugli avvertimenti sulla vendita dei diserbanti al centro dei contenziosi sia superiore alla legge statale. Infatti, per l’American Environmental Protection Agency (Epa), il glifosato non è cancerogeno e quindi ha approvato l’etichetta del prodotto senza preavviso. Questa regola, tuttavia, non si applica in alcuni Stati, quindi i querelanti che incolpano il glifosato di essere la causa dei loro tumori, si lamentano della mancanza di avvertimenti citando la legge del loro Stato. Gli analisti di JPMorgan rilevano che il Parlamento della Georgia ha già approvato un emendamento che rende superfluo mettere in guardia sui rischi del glifosato al di là di quanto disposto dall’Epa, ma la legge deve ancora essere firmata dal governatore dello Stato. Sarà poi molto importante quello che accadrà in Missouri, dove è pendente circa l’80% delle cause per il glifosato. Bayer spera in prospettiva anche in una sentenza di principio da parte della Corte Suprema Usa, che chiarisca una volta per tutte se la legge federale sugli avvertimenti relativi alla vendita di diserbanti sia superiore alla legge statale. Non è però noto se e quando la Corte Suprema si occuperà del caso.