ilsole24ore.com, 24 marzo 2025
Nocciola del Piemonte, produzione dimezzata: l’allarme dei coltivatori per il crollo dei raccolti
Tempi duri per i coltivatori della Nocciola Piemonte IGP (Indicazione geografica protetta). I cambiamenti climatici in atto e il maltempo prolungato dello scorso anno, hanno provocato una drastica riduzione del raccolto, mettendo in seria difficoltà il settore corilicolo che ha interrotto l’espansione registrata negli ultimi tempi. «Dopo una crescita, nell’arco di dieci anni, notevole, passando da 15mila a quasi 28mila ettari di superficie coltivata, ora assistiamo a un crollo dei raccolti davvero notevole – spiega il presidente di Coldiretti Novara-Vco Fabio Tofi –. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di promuovere una ricerca scientifica, non più rinviabile, per analizzare le cause di quanto sta avvenendo e per trovare concrete soluzioni al fine di salvaguardare le nostre imprese e rilanciare il comparto. Servono, quindi, risorse economiche e umane da concentrare sui principali aspetti che condizionano la gestione del noccioleto, mettendo insieme i vari enti di ricerca e divulgando, al termine, i risultati ottenuti in maniera efficace».
La produzione della Tonda Gentile Trilobata è concentrata nel Basso Piemonte, in particolare nella zona dell’Alta Langa (Cuneo) e nelle province di Asti e di Alessandra, nell’area ricompresa tra le colline delle Langhe, del Roero e del Monferrato. Daniela Ferrando, presidente di Cia Alessandria – Asti, conferma le difficoltà nel suo territorio dove operano 700 aziende con una superficie totale 3.300 ettari. «Il 2024 è stato un anno disastroso dal punto di vista del raccolto: ci sono aziende che hanno raccolto il 50/60/70% in meno, altre che hanno avuto un raccolto leggermente sotto la media e altre ancora che non hanno nemmeno acceso le macchine. È difficile quantificare perché l’andamento è stato a macchia di leopardo. Le problematiche sono tante: il calo produttivo generalizzato è determinato dalla situazione pregressa delle annate 2022 e 2023 estremamente siccitose, con un’altalenanza della piovosità e la sua distribuzione nell’anno fuori media, a cui si somma il trend di aumento delle temperature. Tutti questi fattori, incidono sulle piante arboree che vanno in stress, la loro efficienza e il loro metabolismo rallentano, provocando un calo della produzione. Certamente vanno indagate le cause della cascola, la caduta precoce dei frutti. La ricerca deve continuare per capire meglio la fisiologia delle piante e come intervenire sulla concimazione e irrigazione».
La domanda resta elevata
A fronte del calo di produzione, la domanda resta elevata ma i produttori penalizzati dal raccolto scarso non sono in grado di soddisfarla e al contempo sono alle prese con l’aumento dei costi di produzione diretti e di quelli correlati, che non sono compensati da aumenti dei prezzi delle nocciole: «C’è una buona richiesta di mercato sia nella vendita diretta sia da parte di chi vende all’industria della trasformazione, agli sgusciatori e all’industria alimentare. Mi auguro che la Tonda Gentile Trilobata venga sempre più valorizzata sia a livello di vendita diretta sia a livello di industria, anche perché diversamente non possiamo competere. Ci vuole un riconoscimento di questa qualità e di questo territorio che consenta ai produttori di Nocciola Tonda Piemonte IGP e di quelli della sottozona “Langhe” di essere correttamente remunerati: bisogna andare al di là della logica del mercato globale che tende ad appiattire tutto facendo le medie dei prezzi dove ci sono le grandi quantità. La qualità deve avere il suo corrispettivo anche in termini di prezzo».
Per fare in modo che i coltivatori corilicoli possano avere più peso contrattuale, Cia Piemonte ha creato una partnership con la società agricola cooperativa Corifrut, che ha sede a Santo Stefano Belbo nel cuore delle Langhe presso la Barbero Srl: «La cooperativa cerca di raccogliere più prodotto possibile, sia Igp che non, per fare massa e collaborare con gli sgusciatori. Per un piccolo produttore come me, che non è attrezzato per la conservazione, è possibile conferire il prodotto subito dopo il raccolto ed essere pagato nel corso dell’anno sulla base del prezzo medio, anziché di quello del tempo della raccolta, che è più basso» conclude Ferrando.