Il Messaggero, 24 marzo 2025
Gli effetti sul Gnl americano: stop agli acquisti dalla Cina, le navi fanno rotta in Europa
La Cina ha chiuso (almeno per ora) con il Gnl americano. Le metaniere di solito dirette verso Pechino fanno rotta ormai verso l’Europa. Un effetto collaterale, in questo caso positivo per l’Ue, della battaglia commerciale tra Cina e Usa entrata nel vivo a febbraio. Anche i prezzi del gas in Europa ne hanno beneficiato di tanto afflusso in più di gas nei porti europei.
TARIFFE E PREZZI
Il 10 febbraio 2025 non è una data qualsiasi, infatti, per il prezzo del gas in Europa. Ma non lo è stata – e questo non è un caso – nemmeno per il botta e risposta tra Usa e Cina sui dazi. Anzi: ha segnato un passaggio cruciale nei rapporti tra Pechino e Washington. Nello stesso giorno è successo, infatti, che il gas al mercato Ttf di Amsterdam abbia toccato il massimo da due anni (60 euro per Megawattora), prima di iniziare una solida discesa, ma scattava anche la risposta cinese, con tanto di frenata alle importazione dagli Usa di prodotti come gas naturale liquefatto e petrolio, oltre che cotone e auto di grossa cilindrata, ai dazi di Donald Trump. Da allora il prezzo del gas è sceso dell’30%, complici anche le attese di un allentamento delle sanzioni americane alla Russia, certo. Ma lo ha fatto soprattutto perché Pechino, proprio dal 10 febbraio, ha praticamente azzerato gli acquisti di gas naturale liquefatto americano con annesso calo della domanda, come certificano i dati raccolti da Bloomberg: secondo Kpler non si conta nemmeno una nave metaniera diretta dagli Usa alla Cina. Cosa possibile nel caso del gas americano, l’unico ad essere così flessibile da far cambiare rotta alle navi in un batter d’occhio.
A dire invece che quelle stesse navi, tradizionalmente dirette in Asia, sono arrivate in Europa sono i numeri raccolti da S&P Global nel rapporto di metà marzo che fotografa i flussi mondiali di gas. «Quasi tutte le forniture disponibili dagli Stati Uniti sono arrivate in Europa dall’inizio dell’anno», spiegano gli analisti, tra i prezzi Ue di gennaio più favorevoli rispetto a quelli asiatici, e l’effetto dazi a febbraio. Solo a febbraio sono arrivati in Europa 340 MMcm/d (milioni di metri cubi al giorno), il record mensile di sempre. Lì dove la domanda è particolarmente cresciuta da Regno Unito e Turchia.
Di fatto l’Europa ha acquistato dagli Usa a febbraio circa il 60% dell’intero ammontare di Gnl importato. E questo trend è destinato a continuare evidentemente, considerata la necessità dell’Europa di riempire gli stoccaggi ora agli sgoccioli. Le riserve europee sono ridotte al 33%, con la Germania al 28%, la Francia al 21% e l’Italia al 44%. Gli stessi analisti prevedono un incremento del 27% (Turchia esclusa) della domanda di Gnl da parte dell’Europa a ridosso dell’estate proprio per via della necessità del Vecchio Continente di riempire le riserve al 90%, un obbligo fissato dall’Ue, prima del prossimo inverno. Obiettivo difficile da raggiungere per S&P Global. Di qui la previsione di un aumento dei prezzi nel pieno della campagna stoccaggi.
LE NUOVE PRODUZIONI
Il segnale che arriva dallo stop delle importazioni cinesi di Gnl Usa ha il suo peso non solo perché rappresenta una sfida attuale alle ambizioni di controllo del mercato energetico mondiale di Trump. Ma rappresenta un indizio importante anche per gli effetti futuri sulle nuove forniture, quelle relative all’aumento della produzione di gas promessa da Trump, che non può certo rischiare di non trovare acquirenti adeguati. Anche per questo The Donald conta sugli acquisti di Paesi come il Giappone, uno dei pochi ai quali non ha inflitto nuove tariffe.
Se Pechino, come immagina il mercato, evitasse di firmare nuovi contratti pluriennali con gli Usa potrebbe assestare un duro colpo ai progetti di nuovi terminal di esportazione, che, come detto, hanno bisogno di trovare clienti in quantità anche per incassare finanziamenti dalle banche.
Un altro indizio dello scenario appena descritto? La società cinese, China Resources Gas International, ha firmato un contratto di fornitura di Gnl con Woodside Energy Resources, il primo da molti anni con una società australiana. Il contratto prevede l’acquisto di 600mila tonnellate l’anno per 15 anni a partire dal 2027. Ma anche le prenotazioni cinesi di acquisti di Gnl da Qatar e Russia si stanno intensificando.