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 2025  marzo 23 Domenica calendario

Allergico quasi un italiano su cinque e con il cambio di clima 45 giorni in più di pollini: ecco come curarsi

Le allergie respiratorie sono sempre più diffuse e colpiscono 9 milioni di italiani. E il cambiamento climatico, con una riduzione delle giornate di gelo, impatta anche sulle allergie allungando di oltre un mese e mezzo la “stagione dei pollini” con pesanti conseguenze proprio tra chi soffre di allergie, in particolare i bambini affetti da asma, 1 su 5 in Italia, e gli anziani con problemi respiratori, il 17% degli over 65, tra i quali si registra un rischio più alto di decessi dovuti all’esposizione ai pollini. Si segnala infatti un aumento fino al 116% del rischio di decessi tra gli anziani con malattie respiratorie croniche. Tra i consigli ci sono un’alimentazione varia e ricca mentre l’unico trattamento che agisce sulla causa dell’allergia è l’immunoterapia specifica, nota come vaccino anti-allergico.
La stagione delle allergie si allunga di 45 giorni
L’allerta arriva dalla Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaaic) in occasione della diciottesima edizione della Giornata nazionale del polline, promossa dalla Società italiana di aerobiologia, medicina e ambiente (Siama), che si celebra il 21 marzo. In un mondo che si riscalda sempre di più, infatti, la stagione delle allergie si allunga e si intensifica, iniziando fino a 25 giorni prima in primavera e prolungandosi di circa 20 giorni in autunno. Un aumento complessivo dovuto a un maggior numero di giornate senza gelo nel 2023, anno in cui si sono registrati 10 giorni senza gelo in più rispetto alla media del trentennio 1991-2020. “Meno giorni con temperature sottozero – afferma Vincenzo Patella, presidente Siaaic – danno più tempo alle piante di crescere e rilasciare i pollini. A causa del riscaldamento globale la stagione critica per le allergie è dunque destinata a diventare sempre più lunga, con il risultato che i sintomi sono peggiori e più duraturi per i 10 milioni di italiani che ne soffrono, costretti a protrarre le terapie”.
Il peso dello smog. L’ambiente pesa per il 70% mentre il 30% è genetica
Il cambiamento climatico rende inoltre la stagione dei pollini più intensa a causa dell’inquinamento che intrappola il calore, spiega Patella: “Livelli più elevati di CO2 nell’aria possono aumentare la produzione di pollini nelle piante. A causa dei persistenti elevati tassi di inquinamento da CO2, secondo una ricerca Usa del 2022, alla fine del secolo l’aumento della produzione di pollini potrebbe arrivare fino al 200%”. “Negli ultimi anni, il numero di persone colpite da patologie allergologiche è aumentato vertiginosamente – precisa Patella citando dati Istat -. Se nel triennio 2018-2020 l’incidenza di nuovi casi era dell’11% all’anno, nel 2024 il dato era già al 16%. Le allergie respiratorie colpiscono cioè, anche senza predisposizione genetica, il 28% degli italiani, quasi uno su 3. In generale, l’ambiente pesa per il 70% sul rischio di sviluppare allergie, la genetica solo per il 30%. In particolare, l’aumento dell’incidenza delle riniti allergiche non risparmia alcuna fascia d’età, ma sembra colpire maggiormente i bambini e gli anziani: nei più piccoli si registra un incremento del 5-10% di casi”.
Come gestire al meglio le allergie
Per gestire al meglio le allergie respiratorie, Siaaic e Assosalute consigliano, tra l’atro, di monitorare l’ambiente per identificare i periodi di maggiore suscettibilità; seguire un’alimentazione varia, ricca di cibi crudi, che aiuta a mantenere un microbioma sano, e prestare attenzione alle etichette degli alimenti. Dagli esperti Siaaic arriva inoltre un decalogo per ridurre la quantità di pollini nelle città senza rinunciare al verde pubblico: dalla scelta di piante che producono meno quantità di polline, fino alla falciatura e alla gestione del verde pubblico nelle ore notturne e nelle giornate poco ventilate. L’aumento delle allergie causate da pollini e punture di insetti con l’arrivo della primavera è infine documentato anche dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma: nel 2024, l’Ospedale ha registrato 483 accessi al Pronto soccorso solo per punture di insetti, con un totale di 1.261 casi in tre anni. L’unico trattamento che agisce sulla causa dell’allergia, ricordano gli allergologi, è l’immunoterapia specifica, nota come vaccino anti-allergico. Dura 3-5 anni ed è indicata per allergie severe a pollini e veleno di insetti come vespe, calabroni e api, responsabili di reazioni allergiche in circa il 2% della popolazione. Nei casi più gravi, l’adrenalina autoiniettabile è salvavita.