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 2025  marzo 22 Sabato calendario

Intervista a Patty Pravo

«Un testamento? Ah ah non direi proprio, sono viva e vegeta»: sorride fragorosamente, con quella sua inconfondibile erre arrotata mentre è intenta a prodigarsi in chissà quali scongiuri. Già, a 76 anni compiuti, sta benissimo la sempiterna ragazza del Piper, Patty Pravo, attiva assai tra docufiction, giurie in tv, incursioni assortite qua e là. E ora un singolo, uscito all’improvviso, con un titolo che, al contrario, sembrerebbe invece «definitivo»: «Ho provato tutto». Molto intenso, molto personale appunto, realizzato da uno dei più valenti produttori della scena nostrana, Taketo Gohara (Negramaro, Capossela e tanti altri in carnet), ai testi si avvale di Francesco Bianconi: il cantante dei Baustelle ha da sempre avviato una carriera parallela come scrivente. Con molto esito: «È stato bravissimo: ha fatto un ritratto perfetto della mia vita, dei miei incontri, ma anche delle mie disavventure, mi ci riconosco parola per parola» si complimenta innanzitutto la Patty nazionale. Un singolo che per ora rimane tale, ma la cantante promette «altre sorprese a seguire»
Nell’attesa, stiamo sul brano: se non è un testamento, che cos’è allora?
«Un bilancio, racconta realmente quanto ho sperimentato, sempre nel segno della libertà, in tutti i campi, a partire dalla musica».
Cioé?
«Non mi sono mai fermata a un genere, ho spaziato, dal nazionalpopolare, all’elettronica, al rock fino al blues. E non sempre ho incontrato il favore della critica, ma me ne sono fregata ogni volta».
Nel brano cita l’Lsd: le droghe, quelle, le ha provate tutte?
«No, tutte no, non sono scema:
la cocaina e l’eroina me le sono risparmiate, volevo divertirmi, con l’hashish, con gli acidi magari, ma il gusto dell’autodistruzione non mi ha mai tentato. E, specie l’eroina, quanti danni ha fatto alla mia generazione».

In un altro passaggio canta di «orge»: anche sul sesso non si è privata di nulla...
«Diciamo che sono stata fortunata. Mi sarò sposata cinque volte, ma sono stata innamorata di tutti gli uomini con cui sono stata, forse perché erano quasi sempre dei musicisti, con ognuno provavamo una sintonia innata».

Anche quando l’accusarono di esser stata la Yoko Ono dei Pooh, quando Riccardo Fogli si innamorò di lei e lasciò la band?
«Ma no, avevano problemi interni tra di loro, io non c’entravo assolutamente nulla: avrebbero preso comunque strade separate».

I Beatles veri li ha conosciuti?
«Loro no, ma tantissimi altri grandi dell’epoca, sì: al Piper si facevano molti incontri, dai Pink Floyd agli Who».

E Jimi Hendrix, anch’egli presente nell’ultima canzone.
«Ricordo un giro in auto con lui dietro, su una 500, per le strade di Roma. Eravamo pieni di fumo. E ci fermò una pattuglia della polizia: per fortuna, riconobbero me, non lui. E ci lasciarono andare».

Nel suo carnet ci sono anche i Rolling Stones.
«A casa di Mario Schifano, amico del cuore allora. Gente semplice, come del resto tutti i grandi che ho incontrato. Io diventai intima di Keith Richards e della sua donna di allora, Anita Pallenberg: ci siamo sentiti spesso negli anni, lui di sicuro è un altro che ha “provato” tutto e a cui è andata sicuramente bene».
Ora si sente con Madonna.
«Ci siamo conosciute su Instagram, a dire il vero mi ha cercato lei: chattiamo spesso, ci raccontiamo le nostre vite e avremmo voglia di incontrarci, sarebbe bellissimo».
E Sanremo? L’ha ascoltato?
«A pezzi, perché stavo lavorando in tv: sono pazza di Lucio Corsi, meravigliosa inventiva, testi splendidi. Farà una carriera formidabile»
L’amore? Cosa deve provare ancora?
«Sono a posto così, single per scelta. Sono tempi difficili per innamorarsi, questi, e alla mia età non ho più niente da chiedere».

E in assoluto cosa le manca di fare?
«Ne ho viste talmente tante che, sinceramente, non ho un desiderio in particolare. Voglio che la vita mi sorprenda e mi prenderò quel che viene così come viene».