la Repubblica, 22 marzo 2025
Jfk, quei sospetti della Cia sullo scrittore Carlo Levi e il Pci: “Tramano contro di noi”
«L’incontro è stato organizzato da Gianfranco Corsini, capo degli esteri per la pubblicazione Paese Sera, e da Carlo Levi, artista, scrittore e deputato del Partito comunista italiano». L’agente dell’Fbi Benjamin McManus, che il 17 dicembre del 1964 manda questo rapporto segreto ai capi del suo bureau, è chiaramente allarmato. L’appuntamento a cui si riferisce riguarda un presunto complotto a cui starebbero lavorando i comunisti italiani, per scaricare sui servizi di intelligence degli Stati Uniti la responsabilità dell’assassinio del presidente John Kennedy. Lo scopo è screditarli, dividere gli americani e magari cancellare ogni sospetto di un coinvolgimento dell’Unione Sovietica dietro agli spari di Lee Harvey Oswald.
Tra le 64 mila pagine di documenti segreti appena pubblicati dal presidente Trump per fare chiarezza sull’omicidio di Dallas, ce ne sono alcuni che riguardano direttamente l’Italia e aiutano a capire il clima politico internazionale in cui avvenne quella tragedia. Già il 26 marzo del 1964, infatti, la Cia segnala e raccoglie un articolo pubblicato su Rinascita da Gianfranco Corsini, intitolato “L’assassinio di Kennedy e i servizi segreti Usa”. Il catenaccio non lascia dubbi sulla tesi del pezzo: “Chi era e per chi lavorava il presunto uccisore del presidente? Numerosi elementi tendono a identificarlo come agente dell’Fbi e della Cia”. Al di là dell’attendibilità dell’accusa, l’agente Arthur Iorio segnala l’articolo al collega Birch O’Neil con queste parole: «Nota che nelle parti sottolineate in rosso vengono riportate voci dove si suggerisce che è stata l’Agenzia ad organizzare l’omicidio». Ma perché Iorio ne parla proprio con Birch? Il ruolo del destinatario dell’informativa aiuta a capirne la motivazione profonda. Infatti Birch, già capostazione della Cia in Guatemala durante il golpe del 1954, l’anno successivo era andato a lavorare col leggendario capo della counterintelligence James Angleton, nel super segreto Special Investigations Group.
Qui, già a partire dal 1959, Birch aveva gestito il file aperto su Lee Harvey Oswald dopo la sua defezione nell’Urss. Quindi la Cia segnala l’articolo di Rinascita perché lo interpreta come parte di un complotto ordito dall’internazionale comunista, attraverso i membri italiani, allo scopo di scaricare sull’agenzia la colpa dell’omicidio, screditarla, dividere gli Usa e proteggere Mosca. L’intelligence americana infatti continua a seguire Corsini, e nel dicembre 1964 scrive il rapporto di McManus classificato “Secret”. L’agente rivela che Corsini aveva finanziato la missione in Italia di Mark Lane, americano impegnato a diffondere notizie complottiste sull’attentato: «Il 7 aprile del 1964 Lane ha parlato a un incontro tenuto nella casa di Charles Keller, artista americano che vive in Via del Gesù 89, a Roma. Hanno partecipato circa dodici persone, molte delle quali erano o membri del Partito comunista italiano, o in qualche modo legati al Pci. L’incontro è stato organizzato da Gianfranco Corsini, capo degli esteri della pubblicazione Paese Sera, e da Carlo Levi, artista, scrittore e deputato del Partito comunista italiano».
Così l’autore di Cristo si è fermato a Eboli viene attivamente coinvolto nelle operazioni di disinformazione per affermare che Oswald era un agente di Fbi e Cia, al probabile scopo di contrastare la narrazione legata alla sua permanenza nell’Urss e quindi la possibilità che Mosca fosse dietro all’attentato. Un complotto che non riguarda solo il nostro Paese, ma si estende anche oltre la Cortina di ferro, secondo quanto rivela McManus: «Durante il suo discorso sul caso Oswald, Lane ha dichiarato di essere stato invitato al congresso Iadl a Budapest. Le spese per questo suo viaggio, e in altre città europee incluse Parigi e Londra, verranno pagate dal governo ungherese». Ecco dunque che l’opera di disinformazione si allarga all’intero continente, secondo l’allarme dei servizi Usa, con la regia di un Paese membro del blocco sovietico.
Il rapporto non riporta reazioni o commenti di Levi, pur scendendo nel dettaglio che l’ospite americano dormiva all’Hotel Pace. Lane torna a New York il 20 aprile del 1964 con il volo 911 delle Scandinavian Arilines. Nel 1966 pubblica Rush to Judgment, critica complottista della Commissione Warren per l’inchiesta sull’omicidio Kennedy. Nel suo libro The Sword and the Shield, Vasili Mitrokhin rivelerà poi che il Kgb aveva finanziato Lane a sua insaputa, tra le tante operazioni condotte per scaricare sulla Cia la colpa del sangue versato a Dallas.