lastampa.it, 21 marzo 2025
L’allarme dei magistrati contabili: con la riforma impossibile il lavoro della Corte dei Conti
«Serve un percorso condiviso per una riforma che permetta un efficace controllo su come vengono spesi i soldi pubblici dei cittadini». L’appello dell’Associazione magistrati della Corte dei Conti è accorato. Si rivolgono direttamente ai presidenti di Camera e Senato nella speranza di una convocazione. I cambiamenti previsti dall’esecutivo porteranno a «un’inefficienza della giustizia contabile». Il messaggio è chiaro: «La Corte dei Conti, così come la conosciamo, scomparirebbe. E non ci sarà più controllo su come si spendono i soldi pubblici». L’equazione è semplice: meno controlli, meno servizi. Anche perché sarà più complesso individuare l’evasione e recuperare il denaro.
La presidente Paola Briguori la spiega con una metafora: «La Corte dei Conti è come un termometro che misura l’andamento dei conti pubblici. Compresa la malagestione. Se questo termometro viene tarato al ribasso, o peggio gettato via, non è più possibile misurare nulla». L’Associazione magistrati contabili non è contraria a una riforma per partito preso, ma, spiegano, «bisogna farla in un certo modo. Ponderata». Un’apertura da parte della maggioranza, in realtà, c’era stata. «Siamo stati chiamati in audizione e la sensazione era quella di essere ascoltati», spiega la presidente Briguori. «Quando si è andati all’esame del testo, però, pare che poco o nulla sia stato recepito».
I temi principali, che più preoccupano, sono la quantificazione del danno erariale, la riduzione delle corti, il problema della responsabilità e il cambiamento dei rapporti tra procure e procura generale: «La Corte dei Conti verrebbe azzerata nelle sue funzioni». Si avanzano perplessità di metodo – «la riforma è calata dall’alto» – e di merito. Lo spiega Cristina Razzano della giunta esecutiva dell’Associazione: «Dopo le gravissime crisi finanziarie che hanno attraversato l’Europa tra il 2007 e il 2010, ci saremmo aspettati una grande attenzione per le magistrature preposte al controllo della legalità finanziaria. Ci ritroviamo invece di fronte a un loro sostanziale depotenziamento».
E la questione, sottolineano, diventa ancora più rilevante in un momento in cui, grazie ai fondi del Pnrrr, in Italia si registrano grandi flussi di denaro. Dall’Associazione sottolineano: «I conti sono soldi dei cittadini e servizi per i cittadini e noi siamo al servizio dei cittadini».