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 2025  marzo 20 Giovedì calendario

Milano, quanta droga c’è nelle acque reflue? Cocaina ed ecstasy le più consumate al sabato, cannabis dal lunedì

A ogni giorno la sua droga. Cocaina ed Mdma, ovvero l’ecstasy, sono le sostanze «preferite» del weekend milanese, mentre la cannabis mantiene un andamento costante per tutta la settimana. E, anzi, sembra avere un picco in corrispondenza del martedì.
Specchio dei consumi di sostanze stupefacenti sono le acque reflue che scorrono nel depuratore di Nosedo, alla periferia Sud Est. L’impianto serve circa metà della popolazione cittadina. I campioni vengono prelevati in una settimana compresa tra marzo e maggio, meglio se non piovosa, per evitare che le precipitazioni «annacquino» i risultati. Tocca agli esperti del Laboratorio di Epidemiologia delle acque reflue, parte del Dipartimento di ambiente e salute dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, svolgere l’indagine. Il loro lavoro si unisce a quello di decine di altri scienziati e ogni anno contribuisce alla creazione di una mappa interattiva del consumo di droga in Europa, con i dati di 128 città comprese alcune in Turchia e Norvegia: lo studio «Wastewater analysis and drugs – a European multi-city study».
Sei le sostanze ricercate nelle acque di scarico. In primis, la cocaina. Gli studiosi stimano che a Milano, nel periodo preso in esame, se ne siano consumati 402,39 microgrammi al giorno ogni mille persone. È il dato più alto dal 2011 a oggi, superiore anche al picco che era stato raggiungo nell’anno d’esplosione della pandemia. Curiosamente, non è il record italiano. La media di consumo quotidiano è superiore sia a Bologna sia a Roma.
In forte crescita l’Mdma, sostanza decisamente più in voga a Milano rispetto alle altre tre città prese in esame. L’uso medio ha toccato i 14,44 microgrammi, quando nel 2021 era solo 2,57 microgrammi. Le tracce nelle acque reflue emergono soprattutto nel fine settimana. Dal 2022 viene analizzata anche la presenza di ketamina, usata sia come farmaco anestetico sia come droga. Nel 2024 ha toccato i 24,92 microgrammi al giorno ogni mille persone. «Negli ultimi anni la crescita è stata rilevante – sottolinea Sara Castiglioni, responsabile del laboratorio di Indicatori epidemiologici ambientali dell’Istituto Mario Negri —. Questo dato non è spiegato totalmente dall’incremento dell’uso a livello medico. Un altro fattore da ricordare è che in alcune città vediamo un aumento della sostanza nel weekend, che chiaramente non è compatibile con l’impiego nelle strutture sanitarie».
Diversamente dalle altre sostanze, la cannabis invece è abbastanza stabile negli ultimi anni e anche l’andamento settimanale presenta poche variazioni, con una risalita il martedì. E anche in questo ambito Milano cede il primo posto a un’altra città, Bologna, per quantità di sostanza rilevate negli scarichi. Costante anche l’assunzione di metanfetamine. Poche, invece, le tracce di anfetamine. Molto diffuse in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia, in Italia non circolano a livelli tali che permettano di evidenziare un trend.
Nonostante la crescita dei consumi di alcune sostanze, «a livello europeo, osservando le città che hanno a disposizione dati storici e comparabili come per esempio Milano, l’Italia non si posiziona nella lista dei Paesi con più alto consumo di droga», dice Castiglioni. Lo studio verrà approfondito nei prossimi mesi con un’analisi nazionale commissionata dal Dipartimento per le politiche antidroga che comprenderà 38 città italiane.
Acque reflue come «spia» dell’uso di droghe, quindi, con notevoli vantaggi. «Forniscono dati oggettivi di consumo relativi all’intera popolazione e i risultati possono arrivare in fretta, anche nel giro di pochi giorni» spiega l’esperta. D’altro canto, però, ci sono altre informazioni utili che invece non si riescono a estrarre con questa tecnica. «Non possiamo sapere, per esempio, chi fa uso delle sostanze: adolescenti, giovani, over 40... E in alcuni casi è difficile stimare con precisione la popolazione servita dall’impianto di depurazione. Di conseguenza, diventa più difficile il confronto con le altre città». Così come non si riesce a valutare la «purezza» della droga che scorre nei tombini.