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 2025  marzo 19 Mercoledì calendario

Gli americani amano i cani europei. Il bulldog francese batte tutti, ma sale di quota il Cane Corso

Avranno pure imboccato una deriva isolazionista in politica estera, ma gli Stati Uniti continuano a confermarsi «eurofili» per quanto riguarda i cani. Anche quest’anno il Bulldog Francese (Bouledogue français) è risultato al primo posto tra le preferenze dei cinofili americani, come del resto avviene da tre anni a questa parte, seguito dal Labrador Retriever (cane selezionato dagli inglesi ma in  Canada, che malgrado le ambizioni del presidente Trump non è ancora il 51° Stato degli Usa), che era stato il numero uno per ben 31 anni. A seguire  il cugino Golden Retriever (a cui si riconoscono radici scozzesi), il Pastore Tedesco, il Barboncino (un altro quattrozampe di origine francese).  
È quanto emerge dalla graduatoria sulle razze più amate dagli americani stilata dall’American Kennel Club, sulla base delle registrazioni ufficiali nell’anno passato. In classifica, nelle altre posizioni della top ten, si trovano Bassotto Tedesco (Dachshund), Beagle,  Rottweiler, Bulldog  e Pointer tedesco.  E, ancora, andando avanti nell’elenco: Yorkshire Terrier, Pastore Australiano, Cavalier King Charles Spaniel, Cane Corso e Pembrocke Welsh Corgi. Insomma praticamente nulla che si possa definire a stelle e strisce. Niente di così strano, a dire il vero, visto che la cinofilia moderna si è sviluppata inizialmente in Europa e con essa la maggior parte delle razze oggi riconosciute.
Tra quelle che hanno registrato il maggiore balzo in avanti, segnalando un nuovo interesse da parte del pubblico americano, c’è una razza di casa nostra, il Cane Corso, che negli ultimi dieci anni è balzato dal 47esimo al 14esimo posto. Una tendenza che sta accendendo dibattito perché come tutti i molossoidi non è di semplice gestione e non è un cane per tutti. Le sue origini, del resto, si ritrovano nelle legioni romane, dove affiancavano i soldati nelle campagne militari. Il nome non fa riferimento alla Corsica, come erroneamente molti pensano, ma al latino cohors che indicava il cortile o recinto. Un cane anche da guardia, insomma. Tutt’altra pasta, di certo, rispetto ai primi tre classificati i quali, al di là della differente taglia e origine, sono tutti considerati docili e facilmente adattabili nelle famiglie.
Perché il Cane Corso – che l’Akc chiama nella sua forma italiana specificando che si deve pronunciare «connie corso» – stia avendo questo successo oltre oceano, lasciando a distanza molti suoi omologhi autoctoni, come l’American Staffrordshire Bull (AmStaff), che si piazza solo al 63esimo posto, non è chiaro. Mentre il Bulldog Francese può contare sulla spinta social dovuta anche al fatto che molti vip hanno scelto questo «francesino comico e controverso» – come lo definisce l’Associated Press richiamando anche il dibattito sull’utilità di mantenere una razza brachicefala che per questo registra spesso problemi respiratori -, per il Cane Corso il ragionamento non vale. Di fatto però le sue quotazioni sono in crescita e i riflettori che si accendono su di lui contribuiscono ogni anno ad aumentarne la popolarità.  
Le associazioni animaliste e per i diritti degli animali contestano all’American Kennel Club di promuovere con la loro graduatoria i cani di volta in volta di moda, spingendo indirettamente la nascita di nuovi allevamenti, mentre i rifugi che accolgono i trovatelli sono pieni di animali. Ma lo storico ente cinofilo, che opera dal 1884, respinge le accuse sostenendo di documentare le tendenze nell’ambito della cinofilia senza volerne promuovere qualcuna in particolare. Nella descrizione delle caratteristiche delle diverse razze l’Akc precisa sempre che «avere un cane non è solo un privilegio ma anche e soprattutto una responsabilità».