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 2025  marzo 19 Mercoledì calendario

Riforma del codice della strada: in arrivo l’alcolock (forse già a luglio)

Si chiama alcolock ed è una delle novità più temute della riforma del codice della strada. Non è ancora realtà perché serve un decreto attuativo che stabilisca le caratteristiche tecniche per poter essere installato nell’abitacolo di chi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza (con tasso oltre gli 0,8 grammi per litro) dopo il 14 dicembre 2024 in via definitiva. Il Corriere della Sera, è in grado, di anticipare com’è fatto e come funziona questo dispositivo, dopo aver letto il testo del provvedimento che il ministero dei Trasporti ha appena inviato a Bruxelles e che si trova, ora, in fase di revisione.
Cos’è e come funziona
L’Unione europea avrà tempo sino al 18 giugno: se non ci saranno osservazioni, l’alcolock potrebbe essere installato in Italia già da luglio, anticipando di molti mesi le previsioni degli esperti del settore. Il funzionamento sarà semplice: prima di avviare il motore il conducente dovrà soffiare in un dispositivo posto accanto al volante, simile a un etilometro digitale, che analizza il suo alito. Se rileva anche solo un goccio d’alcol, blocca l’accensione del motore e il mezzo non partirà. Per i guidatori condannati, dopo essere stati pizzicati con un tasso alcolemico fra 0,8 e 1,5 g/l, sarà obbligatorio per due anni mentre saliranno ad almeno tre anni se superiore a 1,5 g/l, salvo decisioni più restrittive della commissione medica per i rinnovi della patente in particolari casi. La ragione di questa misura è chiara: oltre questa soglia, il rischio di scontri mortali è circa 200 volte maggiore rispetto a quello dei conducenti sobri. Inoltre, secondo la Commissione Europea, studi su larga scala dimostrano che gli alcolock sono dal 40 al 95 per cento più efficaci nel prevenire le recidive rispetto a misure tradizionali come il ritiro della patente o le multe
I costi
Dovrà essere installato presso officine autorizzate e, come i dispositivi in dotazione alle forze di polizia, dovrà essere omologato e tarato periodicamente. I relativi documenti dovranno essere sempre a bordo del veicolo e potranno essere richiesti dagli agenti durante i controlli. Un salasso per il portafoglio. Il costo stimato è di circa duemila euro, a cui si aggiungeranno le spese per i boccagli monouso (da utilizzare a ogni accensione), la manutenzione e la taratura periodica. Ma c’è di più: se in famiglia c’è un solo veicolo, chiunque lo guidi dovrà sottoporsi al test. E qui emerge un paradosso: l’alcolock è tarato per bloccare l’auto anche in presenza di un tasso alcolico di 0,1 grammi per litro: inferiore al limite legale per i conducenti «normali» (0,5 g/l). In altre parole, un familiare senza restrizioni di guida, ma con un livello di alcol nel sangue entro i limiti consentiti dalla legge, potrebbe trovarsi nell’impossibilità di avviare il motore. Lo stesso problema si porrà se il conducente di turno non avrà con sé i boccagli monouso, necessari per effettuare il test prima della partenza.
Le sanzioni
Tentare di aggirare il sistema sarà rischioso. «Se i condannati saranno sorpresi alla guida di un veicolo privo del dispositivo, rischierà una multa da 158 a 638 euro, oltre alla sospensione della patente da uno a sei mesi», spiega Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona. «Se si verrà trovati ubriachi, tutte le sanzioni saranno aumentate di un terzo e chi lo manometterà avrà tutte le pene doppie», conclude Altamura.
Gli altri Paesi
L’alcolock non è una novità in diversi Paesi europei. In Svezia, è obbligatorio sui veicoli per il trasporto pubblico e viene utilizzato come misura riabilitativa per chi è stato sorpreso a guidare in stato di ebbrezza. Anche la Finlandia ha introdotto l’obbligo sui veicoli commerciali e sugli scuolabus. In Polonia, Danimarca, Austria, Belgio, Francia, Regno Unito, Portogallo e Germania, il dispositivo è presente su tutti i mezzi commerciali pesanti. Negli Stati Uniti, invece, l’uso è regolamentato a livello statale, mentre in Canada la regolamentazione avviene a livello provinciale. In Australia, l’obbligo varia da stato a stato.