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 2025  marzo 19 Mercoledì calendario

L’allarme Onu: record di profughi climatici nel 2024

Inondazioni, cicloni, siccità estrema, incendi. Sono alcuni degli eventi climatici estremi che nel 2024 anno costretto alla fuga un numero record di persone in tutto il mondo: centinaia di migliaia di persone, hanno dichiarato le Nazioni Unite evidenziando l’urgente necessità di sistemi di allerta precoce che coprano l’intero pianeta.
A pochi giorni dal World Meteorological Day del 23 marzo, il rapporto annuale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), l’agenzia Onu per le rilevazioni meteo con sede a Ginevra, conferma che i Paesi più poveri del Pianeta sono stati anche i più gravemente colpiti da fenomeni estremi come cicloni, siccità e incendi. E dopo aver decretato che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato dal 1850, basandosi sui dati dell’International Displacement Monitoring Centre (Idmc) l’Omm, fa anche sapere che, sempre nel 2024 è stato anche registrato il numero record di persone in fuga dai disastri climatici dal 2008, il primo anno delle rilevazioni dell’Idmc.
In Mozambico, gli sfollati per via del ciclone Chido hanno toccato quota 100.000 persone e, in generale, i dati del 2024 dell’Idmc non fanno che confermare la tendenza già rilevata in precedenti rapporti ovvero che il numero di sfollati interni nel continente africano, per effetto combinato delle guerre e delle catastrofi climatiche, è triplicato negli ultimi 15 anni. L’allarme però questa volta scatta anche per i Paesi più ricchi. Nel suo rapporto l’Omm cita infatti le inondazioni di Valencia (Spagna) che hanno ucciso 224 persone, e i devastanti incendi in Canada e negli Stati Uniti, che hanno costretto più di 300mila persone ad abbandonare la propria abitazione per mettersi in salvo. Di fronte a questi dati allarmanti “l’Omm e la comunità internazionale stanno intensificando gli sforzi per rafforzare i sistemi di allerta precoce e i servizi di monitoraggio climatico”, ha dichiarato la responsabile dell’agenzia, Celeste Saulo auspicando che tali sistemi possano essere operativi in tutto il mondo entro la fine del 2027.
"Stiamo facendo progressi, ma dobbiamo andare oltre e più velocemente. Solo la metà dei Paesi del mondo dispone di sistemi di allerta precoce adeguati”, ha dichiarato Saulo. I dati – puntualmente riportati sul sito dell’agenzia Onu – sono incoraggianti perché dal 2015 a oggi sono raddoppiati a oltre 100 i Paesi del mondo muniti di una “certa capacità di sistemi di allerta rapida multirischio”. Erano solo 52 nel 2015. E i miglioramenti si registrano – secondo l’Omm – proprio nei Paesi meno sviluppati. In vista del World Meteorological Day 2025 Saulo invita tuttavia a “chiudere quanto prima il gap” e potenziare ovunque il potere della previsione con investimenti ad hoc.
"I progressi tecnologici e l’intelligenza artificiale promettono di rivoluzionare anche le previsioni meteorologiche. Ma dobbiamo garantire che nessuno rimanga indietro – ha insistito Saulo – e colmare le lacune nei dati e nella loro analisi”. Bisogna quindi “agire ora, investire ed innovare” ha auspicato la numero uno dell’Omm annunciando le iniziative previste il 23 marzo quando, con la Giornata Mondiale della Meteorologia, si celebra anche la data in cui, nel 1950, è entrata in vigore la Convenzione che istituisce l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Secondo le stime dell’Omm ogni dollaro investito in sistemi d’allerta precoce a livello globale si traduce mediamente in 9 dollari di benefici economici netti.