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 2025  marzo 16 Domenica calendario

Eriksson, 10 milioni di debiti per colpa di una truffa: ora i suoi cimeli vanno all’asta

Il lungo addio a Sven Goran Eriksson non è, purtroppo, ancora terminato. L’indimenticabile allenatore che guidò la Lazio a vincere lo scudetto del 2000 e che, alla guida della Roma, fu protagonista di un’esaltante rincorsa sulla Juventus nel 1986, scomparso il 26 agosto scorso a 76 anni a causa di un tumore al pancreas, ha lasciato ai figli Lina e Johan qualcosa come 10 milioni di euro di debiti. Voragine per colmare la quale gli eredi stanno mettendo in vendita tutto ciò che possono, dall’abitazione ai cimeli del genitore.
DRAMMA
Una storia drammatica quella del tecnico svedese che annunciò, in un’intervista radiofonica, di essere malato e di non avere speranze di guarigione, imbarcandosi subito dopo in uno struggente viaggio negli stadi di mezza Europa per ricevere il saluto dei suoi ex tifosi e dei tifosi con i quali condivideva la fede, ovvero quella del Liverpool: allenare i Reds è stato probabilmente l’unico sogno professionale che non riuscì a realizzare ma che in quel pomeriggio gli fu concesso in un match fra vecchie glorie. Sembrava, Eriksson, essersene andato in pace con il mondo e accompagnato da un oceano di affetto. Purtroppo non è andata così.
Il tecnico svedese ha lasciato in eredità un debito enorme, stimato sui 10 milioni di euro (118 milioni di corone svedesi), e questo a causa del tradimento del suo ex consulente finanziario Samir Khan. «Non sono uno con molti nemici e l’unica persona che odio è Samir Khan», confessò Svennis nel 2007 quando, scoperti gli investimenti truffaldini dell’uomo, nel 2007 si decise a denunciarlo. «Gli ho dato troppa libertà», ammise Eriksson, che nel 2017 in un’intervista all’inglese The Guardian confessò «non ho mai dato importanza ai soldi, non ho mai saputo esattamente quanti ne avevo né dove fossero». Lo sapeva bene, purtroppo per lui e per i suoi figli, la persona sbagliata.
Vittima o no, il guaio di Eriksson è ricaduto sulla testa dei suoi eredi che in qualche maniera si sono dovuti organizzare per mettere una toppa all’enorme falla (in gran parte dovuta al fisco). Così è stata messa in vendita la tenuta Bjorkefors Manor a Sunne (contea di Varmland) dal valore stimato di 2 milioni di euro. Per poi mettere mano alla bacheca dell’illustre genitore, grande quanto i successi che papà Sven ha colto da allenatore di calcio. Cimeli messi all’asta sul sito specializzato bna.nu. Un incanto che ha già esaurito la prima parte e che, da domani e fino al 25 marzo, vivrà la sua seconda fase. Con un prezzo minimo di 100 corone svedesi (circa 9 euro) sono stati messi all’asta dalle medaglie celebrative dei suoi trionfi, agli abiti (rigorosamente firmati Armani) che il tecnico famoso anche per la sua eleganza indossò in panchina da allenatore e da commissario tecnico dell’Inghilterra, guidata dai Mondiali del 2002 in Corea e Giappone, fino a quelli del 2006 in Germania (vinti dall’Italia).
MIRABILIA
E proprio in occasione di un Campionato del mondo, quello del 1986 in Messico, l’Eriksson allora tecnico della Roma che sfiorò il titolo rimontando 8 punti sulla Juve e schiantandosi nella famigerata disfatta con il Lecce già retrocesso, divenne per un mese giornalista de Il Messaggero commentando le partite della kermesse messicana. Un impegno che questo giornale volle ricordare con una medaglia d’oro raffigurante il palazzo sede del giornale di via del Tritone con, dietro, la dedica “Al giornalista Sven Goran Eriksson Il Messaggero Campionato Mondiale 1986”. Anche questa medaglia è all’asta (48 grammi, prezzo base 24mila corone ovvero 2.200 euro circa), così come altri ricordi della sua esperienza romana: un disegno che lo raffigura in giallorosso; una foto assieme a Paulo Roberto Falcao; la medaglia-ricordo della coppa Italia vinta alla guida dei giallorossi nella stagione ‘85/86. E poi, ancora, un ritratto del suo trionfo tricolore del 2000 con la Lazio; la miniatura della Supercoppa di Lega (vinta due volte, nel ‘98 e nel 2000 con i biancocelesti) e il vhs di quella formidabile cavalcata che fruttò anche la conquista della coppa Italia.
Perché i soldi, Eriksson, non sapeva nemmeno dove fossero, ma conservava i ricordi di ciò che gli aveva fatto battere il cuore all’unisono con quelli di migliaia di tifosi. A Roma e nel mondo.