La Stampa, 14 marzo 2025
Davide Brignone, fratello di Federica: “Io sono la parte razionale, lei può migliorare ancora”
Un posto e un ruolo speciale nel mondo di Federica Brignone ce l’ha il fratello Davide, 32 anni. Inseparabile metà della regina di Coppa del mondo che nel secondo superG di La Thuile ha messo le mani sulla Coppa. Vinta anche se non ancora aritmeticamente. Le mancano 18 punti. Nulla. Ora è in vantaggio di 382 punti su Lara Gut-Behrami e a quattro gare dal termine della stagione, una per disciplina, è impossibile che la svizzera possa ribaltare la classifica, anche perché nessuna delle due prende normalmente parte allo slalom. Davide, ex sciatore di alto livello, ora allenatore di Federica ed inserito nella Nazionale, si gode il momento nel parterre di casa. «Mi sono commosso. È un sogno. La Coppa è un lungo percorso, vincerla ha un sapore davvero speciale».
Davide, come vive questa situazione di allenatore di sua sorella dopo aver dovuto superare negli anni l’ostracismo della federazione?
«Con orgoglio perché so che abbiamo lottato per le nostre idee, per avere un team dedicato a Federica. Sapevamo che sarebbe stata la strada giusta e che le nostre idee erano corrette. Questa cosa ci fa onore, è una cosa bella, in modo molto genuino. Non ho nessun rancore. Abbiamo avuto anche fortuna, ci vuole anche quella. Non è una questione di rivalsa ma solo un fatto personale».
Per Federica è l’inizio di una seconda carriera?
«No. Nel senso che sicuramente ha fatto un passo avanti. Secondo me ha ottenuto tutto quello che voleva dallo sport. Se continua? Non lo so. Sono decisioni molto personali in cui nemmeno io voglio prendere la parola. Non voglio neanche influenzarla. Sono decisioni che cambiano la vita, è una cosa che deve sentirsi lei. Io ora la vedo appassionata, si diverte e vince. Quindi va tutto in quel senso lì. Ad oggi penso che farà la prossima stagione».
Sul piano tecnico può ancora migliorare?
«Certo. Bisogna sempre lavorare per quello. Chi si ferma è perduto e rischia di rimanere indietro. Lei ha l’umiltà di dire “ok, vinco ma posso migliorare”, come ha fatto lei stagione dopo stagione. Ecco questa è una delle sue grandi qualità, una delle chiavi del suo successo».
State anche dimostrando che il vostro modello è vincente. Siete stati contattati da università o altri team?
«Per il momento no. Penso che sia difficile anche scoprire quale sia il segreto. Posso dire che lei ha molta passione, adora lo sport. Un altro modo per leggere la sua crescita è che non è stata una professionista da bambina. Nel senso che Fede fino 15 anni quasi non faceva lo sci estivo quindi magari anche questa è una chiave della sua longevità come atleta. Da giovane si è goduta anche altre cose».
Dopo il suo infortunio c’è stato un momento in cui Federica ha pensato di ritirarsi?
«Il momento più difficile è stato l’anno del Covid, la stagione 2020-2021. Non le piaceva andare in giro perché c’erano troppe regole, le costruzioni, le mascherine... Lì ci ha pensato seriamente e devo dire che siamo arrivati a un fine stagione che persino io ho detto: “Secondo me Fede smette”. Un’altra stagione con le regole non l’avrebbe sopportata. Invece adesso si diverte di nuovo e penso che si veda».
Altri momenti di crisi? Come li ha gestiti lei?
Ci sono sempre momenti difficili, è stupido pensare che non succedano. Anzi. Secondo me bisogna prevedere che possono succedere e capire come comportarsi in quei momenti. Nei giorni difficili ho imparata a mantenerla calma. Ad esempio tra l’oro dei Mondiali e i due giganti di Sestriere Federica era malata. Ha pianto tutte le sue lacrime in quei giorni. Ripeteva: “Ecco, ho mandato in fumo tutta la stagione non riuscirò più a vincere…”. Io in quei momenti lì sono la parte razionale. Sono sempre stato così, può essere un difetto in certi aspetti ma in altri è vincente. Con lei lo è stato».