Corriere della Sera, 14 marzo 2025
Adolescenti e affettività, allarmanti i dati di un sondaggio: gli abusi non vengono percepiti
Non è normale non vedere gli amici perché il partner è geloso; non è normale che ti baci senza che tu lo voglia; non è normale che ti faccia sentire sporca e inadeguata perché non ti pieghi ai suoi desideri.
Eppure, per tanti ragazzi, soprattutto al primo amore, tutte queste situazioni sono più che normali.
Lo dimostrano i dati della Survey TEEN 2024 della Fondazione Libellula, l’indagine che ha coinvolto 1.592 adolescenti tra i 14 e i 19 anni per analizzare il grado di consapevolezza e percezione delle dinamiche relazionali tra i più giovani.
L’allarme sugli abusi
I risultati sono allarmanti: 1 adolescente su 5 non riconosce gli abusi nelle relazioni; 1 ragazzo su 5 considera normale toccare o baciare una persona senza consenso; più di 1 su 4 non vede nulla di sbagliato nel condividere dettagli intimi del partner senza la sua approvazione e 1 adolescente su 2 non percepisce la gelosia come una forma di violenza.
La cultura del consenso appare dunque gravemente sottovalutata, considerando che il 40% dei giovani non ritiene stalking l’invio persecutorio di numerosi messaggi a una persona che si desidera e che, sempre il 40% dei giovani intervistati, controlla il telefono o i profili social del partner e pretende l’accesso alle sue password.
Il commento e i modelli
Il report definisce questi atteggiamenti figli della rape culture, «una pseudocultura che minimizza gli effetti dello stupro abbracciando l’idea che l’uomo sia strutturalmente un predatore e la donna una preda sessuale».
Per il 14% dei ragazzi e il 2% delle ragazze è accettabile costringere qualcuno ad avere rapporti sessuali, proprio come insegna la musica trap, in cui «lo stupro viene promosso all’interno di un’estetica della violenza che alimenta il modello del maschio tossico e della ragazza bitch, oggetto sessuale usa-e-getta, senza diritti e col dovere di soddisfare il maschio alfa».
Come insegnare ai ragazzi ad avere più rispetto per sé e per gli altri? E, soprattutto, a desiderare un amore semplice, reciproco e non violento? Con l’educazione.
Per questo motivo, la Fondazione Libellula, in collaborazione con TBWAItalia, lancia una campagna crowdfunding di sensibilizzazione ed educazione dal nome altamente evocativo: «Non è normale che sia normale», rivolta agli e alle adolescenti, ma più in generale ai ragazzi e alle ragazze, con lo scopo di contrastare la violenza di genere e promuovere relazioni basate sull’inclusione e la parità.
Saranno numerose e capillari le iniziative per aiutare i giovani a cambiare prospettiva e per combattere gli stereotipi di genere: ci sanno moduli educativi per docenti e studenti, guide e incontri per genitori, eventi che coinvolgeranno le aziende e il mondo del lavoro e materiali multimediali fruibili gratuitamente per sensibilizzare un pubblico sempre più ampio. «Attraverso percorsi formativi, contenuti digitali, laboratori nelle scuole e il coinvolgimento delle aziende partner, Fondazione Libellula intende promuovere un cambiamento culturale a lungo termine», racconta Debora Moretti, fondatrice e presidente di Fondazione Libellula. «È fondamentale iniziare ad agire e non perdere altro tempo. Abbiamo aperto per la prima volta il crowdfunding anche agli individui perché ci auguriamo che siano in molti a sostenere questo progetto; solo attraverso un impegno condiviso è possibile costruire una società più equa, libera da violenze e discriminazioni».