il Fatto Quotidiano, 14 marzo 2025
Dai buffet ai ghiacciatori: solo per omologare il bob a Cortina spesi oltre 2 milioni. Ecco un assaggio di quanto costerà mantenere la pista
Fra tramezzini e aperitivi di benvenuto, video celebrativi, colazioni e cene per i ghiacciatori, acquisto di nuovissimi bob e mezzi di trasporto, macchinari per la fresatura e apparecchiature da palestra per il riscaldamento degli atleti, personale di gestione dell’impianto, è davvero un conto formidabile quello che verrà pagato per la preomologazione e l’omologazione della nuova pista da bob “Eugenio Monti” di Cortina. Al momento (ma il calcolo è ancora parziale) si tratta di più di 2 milioni di euro, il che la dice lunga su quali saranno i costi che dopo le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 dovranno essere sostenuti dall’amministrazione comunale e dagli altri enti pubblici che gestiranno lo Sliding Centre. Mancano pochissimi giorni all’annunciata consegna della struttura, prevista per il 15 marzo. Seguiranno dal 24 al 30 marzo le prove tecniche per accertare se il lavoro svolto a tempo di record dall’Impresa Pizzarotti sia riuscito a realizzare un impianto con le caratteristiche adatte per ospitare, nel febbraio 2026, le gare di bob, skeleton e slittino. Alla fase di preomologazione seguirà, ad ottobre, la vera omologazione con i test di gara. Già adesso, però, i bob dovranno correre lungo il budello ghiacciato lungo circa 1.700 metri per dimostrare che le pendenze e le curvature rispondono ai dettami tecnici fissati dalle federazioni degli sport di scivolamento.
PRANZI E BUFFET – L’elenco delle spese già sostenute o programmate si arricchisce ogni giorno che passa. Quando il 16 gennaio scorso arrivarono a Cortina alcuni esponenti del Cio per esaminare lo stato dei lavori, Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), che opera per conto del governo, affidò la preparazione di “meeting e light lunch” al Grand Hotel Savoia, un rinfresco da 4mila euro. Quando arriveranno gli ice makers (ghiacciatori) per la preomologazione, si spenderanno 21.780 euro per “la somministrazione di colazioni e cene” da parte dell’Hotel Fiames. Una trentina di atleti (italiani e svizzeri) saranno ospitati dall’Hotel Menardi (tre stelle), dove una camera singola costa 140 euro per notte, ma in questo caso la spesa non è a carico di Simico, probabilmente delle Federazioni degli sport di scivolamento. In ogni caso l’albergo è al gran completo per tutta la settimana dal 24 al 30 marzo.
I GHIACCIATORI: 700MILA EURO – L’esborso più consistente riguarda (e riguarderà anche dopo le Olimpiadi) la preparazione della pista. Per trovare i ghiacciatori, Simico aveva bandito una procedura aperta di gara da 742mila euro complessivi (base d’asta 618mila euro) per la fase di allestimento anche nei test event di ottobre. A fine febbraio è arrivata solo un’offerta da parte della cooperativa Sliding Centre Cortina costituita da alcuni appassionati bobbisti cortinesi. La commissione giudicatrice, tenendo conto del contenuto della busta amministrativa e “dell’inadeguato livello dell’offerta tecnica… nonché della mancanza di un ribasso percentuale sull’offerta economica”, ha dichiarata la proposta “non idonea e conveniente rispetto all’oggetto dell’affidamento”. Così Simico ha ripiegato su Umana, la società di lavoro interinale del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, a cui è stato affidato per 24mila euro l’incarico di trovare i ghiacciatori, che saranno poi retribuiti dalla società. La spesa, comunque, sarà difficilmente inferiore ai 700mila euro.
L’IMPIANTO DEL FREDDO: 400MILA EURO – Per ghiacciare la pista ci sono state altre spese: 29.500 euro per il noleggio di un gruppo elettrogeno (ditta Inlex); 63.540 euro per la macchina rasa ghiaccio (ditta Engo); 93.023 euro per l’acquisto di strumenti di ferramenta (società Scia); 102.540 euro per l’acquisto di strumenti e attrezzi per il ghiaccio (ditta El Fouro). Il servizio di gestione in sicurezza della centrale frigorifera specificatamente per l’evento di pre-omologazione è stato affidato a Longo Frigo e costerà 130mila euro. L’incarico di gestione dei gas tossici costerà 2.500 euro, il piano di emergenza per la cella frigorifera 1.100 euro.
ACQUISTO AUTOMEZZI: 320MILA EURO – Con una spesa di 139.800 euro sono stati acquistati due mezzi Iveco Nuovo Daily necessari alla preomologazione per il trasporto di materiale (venditore Gasser). Inoltre, due mezzi di trasporto All Terrain Vehicle (ditta RF Moto) per 72.541 euro. C’è poi un trattore spazzaneve da 76.680 euro (ditta Dna). A completare il parco dei veicoli, un pick up Isuzu 4WD da 31.627 euro (rivenditore Montello Truck).
BOB DA 500MILA EURO – Per l’acquisto di 9 bob (tre per ogni categoria di gara) è stata bandita una gara da 410mila euro, che con l’Iva porta a sfiorare il mezzo milione di euro. Inoltre, altri 7.980 euro se ne sono andati per acquisire bilance di precisione (ditta Cogo Bilance) necessarie alla taratura dei mezzi.
LA PREPARAZIONE – Per favorire la preparazione degli atleti nella fase di pre omologazione sono state acquistate attrezzature Technogym da palestra, per 81.814 euro.
FILM: 90.000 EURO – Per celebrare la costruzione della pista, sia nella ricostruzione storica che nella documentazione degli stati di avanzamento e delle prime discese, è stato dato incarico alla società cortinese Manaz Productions di Alessandro Manaigo, specializzata nella realizzazione di documentari e video. La spesa è di 90mila euro. Per la comunicazione radio tra gli addetti della pista, invece, sono stati acquistati apparecchi radio per 9.930 euro (Saltel).
I COSTI DI GESTIONE – L’elenco delle spese non finisce qui. Basti pensare all’energia elettrica e all’acqua che verranno consumate per ghiacciare l’impianto. Non esistono al momento stime ufficiali. L’entità degli esborsi dimostra fin da ora quanto oneroso sarà mantenere la pista dopo le Olimpiadi. Si tratta della famosa legacy, che rischia di trasformarsi in una pesante eredità soprattutto per il Comune di Cortina. A novembre la Regione Veneto ha affidato alla società Kpmg Advisory di Milano (spesa 54mila) l’incarico di redigere il piano finanziario per la gestione post olimpica della pista, che rimane un grande punto interrogativo. L’impianto di Cesana Pariolo (Torino 2006) fu chiuso perché costava un milione di euro all’anno. Nel 2021 uno studio delle alternative aveva ipotizzato a Cortina una perdita annua di 400mila euro per vent’anni. Nel 2023 Simico aveva presentato uno studio più ottimistico, che però indicava un passivo per i primi cinque anni di gestione. Si tratta di cifre in attesa di una verifica più aggiornata.