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 2025  marzo 14 Venerdì calendario

Ex orafo fondeva l’oro rubato da rom, sinti e albanesi: 70 perquisizioni e 80 chili di lingotti e gioielli sequestrati

Più di 20 chili in lingotti d’oro, 30 chili in lingotti d’argento, altri 30 chili tra monili in oro, gioielli e preziosi ancora da fondere e contanti per 390mila euro, oltre a telefoni cellulari e radio scanner: è il primo, sommario bilancio dell’operazione condotta stamane all’alba da 350 carabinieri in tutto il Veneto e nelle province di Trento e Rimini, su disposizione della Procura di Padova e del Gip del tribunale.
Ex orafo e oro rubato, il business
I militari hanno dato esecuzione a 70 perquisizioni personali e domiciliari e a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di un ex orafo vicentino, dei suoi due figli e di una seconda persona che, nel laboratorio nella sua casa di Gazzo Padovano, fondeva per lui l’oro rubato per renderlo irrintracciabile. L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Padova, è iniziata nel mese di aprile 2024 seguendo i movimenti di vari soggetti rom, sinti e albanesi dediti a furti e rapine nelle abitazioni di anziani e in gioiellerie, focalizzandosi poi sull’ex orafo vicentino che si è scoperto essere l’unico canale di riciclaggio: l’uomo li incontrava tutti i giorni per comprare l’oro da loro rubato. Nel corso dell’attività investigativa infatti sono stati documentati circa 730 incontri tra l’orefice e i pregiudicati delle varie bande criminali, che non si conoscevano tra loro, durante i quali il ricettatore ha ricevuto oltre 20 chili di monili in oro in cambio di pagamenti per 1.350.000 euro.
L’ex orefice, i suoi figli e il fonditore sono tutti indagati per ricettazione e riciclaggio in concorso. All’atto della perquisizione e del sequestro del negozio vicentino sono stati trovati oltre 350mila euro in contanti e nel laboratorio, entrambi sequestrati, 11 chili d’oro. Nei confronti dell’ex orefice si è proceduto anche al sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 500.000 euro dai suoi conti correnti quale profitto del reato. Al blitz, oltre che gli uomini di tutti i comandi provinciali coinvolti, hanno preso parte anche il Nucelo cinofili di Torreglia, il 4° Battaglione Veneto di Mestre e il 14° Nucleo Elicotteri di Belluno.