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 2025  marzo 12 Mercoledì calendario

Il padre di Chiara Poggi: “Un calvario che non finisce mai. Su Stasi nessun dubbio”

«Cosa volete che vi dica? È una cosa che ho saputo dal telegiornale all’una e mezza». Giuseppe Poggi, il papà di Chiara, risponde al telefono e bastano poche parole per capire che per lui e per tutta la sua famiglia quello che sta succedendo riapre una ferita dolorosissima.
Signor Poggi, Andrea Sempio era già stato indagato anni fa. Avete mai avuto qualche dubbio su di lui?
«Ma no, ma siamo scherzando? C’è stata una archiviazione. Lo sanno tutti quello che era successo».
Ora il Gip ha disposto che venga sottoposto nuovamente al test del Dna…
«Io non lo so. Bisognerebbe chiederlo ai magistrati. A noi non ha detto niente nessuno. La notizia l’abbiamo saputa dalla tv. Adesso sentiremo l’avvocato e proveremo a capire qualcosa».
Speravate di essere informati in un altro modo?
«Vorrei vedere se capitasse a lei, cosa direbbe? Dopo diciotto anni siamo ancora qui. A un certo punto pensavamo che la cosa fosse finita, che si potesse dire basta. Invece in Italia è così».
Sempio è un amico di vostro figlio?
«Ma cosa vuol dire? Mio figlio di amici ne ha tanti».
Si frequentano ancora?
«Ma no, ognuno ormai è andato per la sua strada. Adesso hanno 36 anni. Ognuno ha il suo lavoro. È così da anni».
Si ricorda quando l’avete visto per l’ultima volta? Di cosa avete parlato?
«Non abita neanche più a Garlasco. Non so quando l’ho visto l’ultima volta, comunque è passato parecchio tempo. Già lo vedevo poco prima. Figuriamoci adesso».
Voi da tempo avete accettato la condanna di Alberto Stasi. Questi sviluppi vi fanno sorgere nuovi dubbi?
«Non mi faccia rispondere, non voglio rispondere. Vediamo cosa succede».
Con la mamma di Alberto avete più avuto dei contatti?
«Saranno quindici anni che non la vedo. Non so se vive ancora a Garlasco, ma anche se fosse qui non mi è più capitato di incontrarla».
Stasi si è sempre professato innocente. Che effetto vi ha fatto in questi anni leggere le sue dichiarazioni?
«Può dire quello che vuole, in galera è pieno di gente che dice di essere innocente». —