Il Messaggero, 9 marzo 2025
Medicina, riforma in ritardo: rispuntano i vecchi test. Gli atenei privati organizzano già le sessioni per le prove
Lavori in corso per l’accesso programmato a medicina, resta l’incognita sull’avvio della riforma: la legge delega per abolire il test di ingresso e approvare il nuovo accesso alla facoltà è giunta alla Camera. Ma ora è necessario stringere i tempi: l’obiettivo del Governo è arrivare all’approvazione nel più breve tempo possibile per dare certezze agli aspiranti camici bianchi. Si tratta però di una corsa ad ostacoli, per farsi trovare pronti entro il prossimo anno accademico, il 2025-2026: mancano pochi mesi e gli studenti dell’ultimo anno delle superiori fremono per sapere quale sarà la norma definitiva e le modalità di accesso. Il vecchio test di ingresso, in assoluto la selezione più attesa e contestata dagli studenti italiani, potrebbe andare definitivamente in soffitta e lasciare il posto all’iscrizione aperta a tutti: la selezione vera e propria arriverebbe alla fine del primo semestre che farà da “filtro”.
I DUBBI
Ma non è ancora sicuro. Nell’incertezza molti studenti hanno deciso di procedere con i test nelle università private, anche molto ambite come l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’università Campus Bio-Medico di Roma, che hanno già chiuso le iscrizioni per le prove che si terranno in due sessioni, tra marzo e aprile, comunicandone già le date. I candidati, quindi, hanno comunque provveduto a iscriversi al test visto che ancora non è chiaro quale strada verrà scelta per gli atenei statali. L’obiettivo dell’esecutivo comunque è concludere i lavori in tempi utili e le rassicurazioni arrivano direttamente dalla ministra all’università e ricerca Anna Maria Bernini: «Lavoriamo per far sì che le nuove regole entrino in vigore già dal prossimo anno accademico, mettendo al centro trasparenza, equità e merito. Superiamo un sistema di selezione ingiusto e iniquo e costruiamo un percorso che valorizzi davvero le competenze, puntando all’eccellenza formativa. Il nostro obiettivo? Dare agli studenti tutti gli strumenti per coltivare il loro talento, senza dover andare all’estero per realizzare il proprio sogno».
Dunque, l’obiettivo resta la revisione della legge 264/1999 sul numero chiuso. Per il momento la ministra Bernini ha annunciato nuovi posti disponibili: «Nei prossimi anni potremo formare almeno 30.000 nuovi medici in più, garantendo una preparazione di qualità e rispondendo al bisogno di professionisti nel nostro sistema sanitario. Abbiamo una grande responsabilità: non deludere le aspettative, i sogni e le ambizioni di migliaia di giovani. E noi siamo pronti a mantenere l’impegno». Restano però da chiarire le modalità degli esami da superare obbligatoriamente, quanti e quali, il numero dei posti disponibili e i criteri per il posizionamento in graduatoria. L’iter legislativo per superare la selezione del test a crocette, dopo anni di discussioni, proteste e ricorsi in tribunale da parte di associazioni studentesche, è iniziato il 27 novembre con il via libera dal Senato alla riforma e il 17 febbraio la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione di Montecitorio ha approvato il disegno di legge delega che interessa non solo i corsi di laurea in medicina e chirurgia ma anche odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. Ora il testo dovrà ottenere l’approvazione definitiva dalla Camera: contiene i criteri direttivi da rispettare nei decreti delegati a cominciare proprio dall’iscrizione aperta a tutti per il primo semestre e, poi, l’ammissione al secondo semestre.
LE MODALITÀ
In che modo gli studenti potranno accedere al secondo semestre? Innanzitutto devono superare gli esami per conseguire tutti i Cfu, cioè i crediti formativi comuni all’area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, previsti dalla legge delega e, da quei voti, verrà stilata una graduatoria nazionale. Ma le modalità non sono ancora note. «Per gli studenti oggi i dubbi sono ancora tanti – spiega Daniele Grassucci, direttore di skuola.net che da 25 anni raccoglie i pareri della community di medicina – non sanno se prepararsi al test a crocette, per il quale negli anni passati servivano anche 6 mesi di studio, oppure se aspettare il primo semestre filtro. Si lamentano anche del fatto che, in realtà, non è stato superato il numero chiuso ma la selezione è stata solo posticipata alla fine del semestre e si fanno tante domande sull’eventuale sovraffollamento delle aule. È chiaro che si sta lavorando ad una legge decisamente complicata: non è semplice stilare un testo che sia inattaccabile dai ricorsi che hanno caratterizzato l’accesso a medicina per anni».