il Giornale, 9 marzo 2025
Romania, Georgescu escluso dalla corsa per le presidenziali
Non si smorza in Romania il caos generato all’affaire Georgescu. Il candidato alla presidenza accusato di prestare il fianco a infiltrazioni russe, fermato dalla polizia rumena alcuni giorni fa, è stato definitivamente escluso dalla corsa per le presidenziali di maggio.
Tensioni a Bucarest per l’esclusione di Georgescu
I media locali riferiscono dell’esclusione definitiva di Georgescu, riportando di incidenti tra i suoi sostenitori e gli agenti dopo la decisione dell’ufficio elettorale centrale di invalidare la candidatura. Momenti di tensione davanti alla sede della Commissione elettorale romena, dove centinaia di sostenitori di Georgescu si sono radunati per protestare contro l’esclusione della sua candidatura alle presidenziali. La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni per disperdere la folla, dopo che alcuni manifestanti avevano cercato di forzare il cordone di sicurezza e irrompere nell’edificio. Secondo le prime informazioni, una persona sarebbe rimasta ferita da un oggetto contundente. “In seguito alla decisione dell’Ufficio elettorale, i dimostranti hanno sfondato la barriera dei gendarmi per tentare di entrare nella sede della Commissione”, ha riferito la polizia, precisando che la situazione è stata successivamente riportata sotto controllo.
La decisione potrà essere impugnata presso la Corte Costituzionale che dovrà esprimersi entro il 15 marzo. “A seguito di una decisione dell’ufficio elettorale centrale, i partecipanti al raduno pubblico hanno sfondato il cordone di gendarmi per entrare nella sede centrale dell’istituzione”, ha affermato la polizia, aggiungendo che la situazione è attualmente tornata sotto controllo.
Il tentativo di ricandidatura di Georgescu andato a vuoto
Il leader dell’estrema destra romena aveva ufficialmente presentato la sua (ri)candidatura per le elezioni presidenziali del prossimo 4 maggio. L’Ufficio Elettorale Centrale della Romania aveva confermato di aver ricevuto e registrato la documentazione necessaria. “All’alba del 6 dicembre 2024, la democrazia è stata assassinata. Oggi, 7 marzo, il popolo romeno risorge”, aveva dichiarato Georgescu all’uscita dagli uffici elettorali, sottolineando di aver raccolto oltre 324.000 firme a sostegno della sua candidatura. Secondo il politico, questi consensi rappresentano la volontà del popolo di difendere la democrazia e la libertà di espressione. La candidatura di Georgescu arriva in un contesto giudiziario complesso: l’esponente dell’ultradestra è attualmente sotto inchiesta per gravi reati, tra cui attentato all’ordine costituzionale, dichiarazioni false sul finanziamento della campagna elettorale e la creazione di un’organizzazione di stampo fascista, razzista e xenofobo.
Lo scorso novembre, la sua vittoria al primo turno delle presidenziali era stata annullata dalla Corte Costituzionale a causa di presunte irregolarità nei fondi della campagna e sospette interferenze russe. Il verdetto, arrivato appena due giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre, aveva scatenato proteste e accuse di “colpo di Stato” da parte dei suoi sostenitori. A fine febbraio, Georgescu è stato fermato dalla polizia e interrogato dai giudici, che hanno formalizzato le pesanti accuse a suo carico.
Nuove tensioni all’orizzonte
Lo scorso 6 marzo la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) aveva respinto all’unanimità il ricorso presentato da Georgescu contro la decisione della Corte Suprema romena di annullare l’intero processo elettorale lo scorso dicembre. La sentenza, emessa da un collegio di tre giudici, è definitiva e non può essere impugnata. Georgescu si era rivolto alla Cedu sostenendo che il provvedimento violasse il suo diritto a libere elezioni, sancito dall’articolo 3 del Protocollo Addizionale numero 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel suo ricorso, l’ex candidato aveva inoltre denunciato violazioni del diritto a un giusto processo (articolo 6), della libertà di espressione (articolo 10) e della libertà di riunione e associazione (articolo 11). Tuttavia, la Corte di Strasburgo ha respinto in blocco le sue argomentazioni, giudicando alcune delle sue richieste “manifestamente infondate”.
Ora, con una nuova corsa alla presidenza, la Romania si prepara a un’elezione che si preannuncia ad alta tensione.
Negli ultimi giorni, le proteste dei suoi simpatizzanti si sono moltiplicate, con ripetuti scontri nelle strade dopo che le autorità romene hanno segnalato presunte “azioni ibride” di Mosca per destabilizzare il Paese. L’esclusione di Georgescu rischia ora di inasprire ulteriormente il clima politico, già segnato da forti divisioni.