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 2025  marzo 09 Domenica calendario

Salvini: “No a soldati italiani in Ucraina. Macron offeso? Spiace, ma sembra non voglia la pace”

«Soldati italiani in Ucraina? No grazie». Le mani del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini stringono il volantino blu, distribuito dei «gazebo per la pace». L’iniziativa è stata lanciata nel fine settimana ed è arrivata prima nella piazza di Bologna e poi in quella di Milano. L’obiettivo è diffondere il niet alla politica di riarmo e di incremento delle spese della difesa proposta dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Appena arriva, nel giorno del suo compleanno, il leader della Lega ribadisce la posizione a sostegno della pace e si oppone alla politica muscolare del presidente francese Emanuel Macron.
«Mi han detto che Macron si è offeso, mi spiace, però se uno parla ossessivamente di armi nucleari, di invio di armi, di invio di truppe, di invio di soldati, forse lo fa perché ha dei problemi interni in Francia, non perché gli interessi la pace», ha sottolineato Salvini circondato da sostenitori pronti a festeggiare con lui le sue 52 candeline. Neanche le posizioni espresse da Elon Musk che ha suggerito al presidente americano Donald Trump di uscire dalla Nato sembrano rovinare la festa.
«Noi stiamo bene nella Nato. Musk da libero cittadino fa bene a suggerire quello che ritiene e io ritengo che l’alleanza atlantica sia fondamentale per garantire la pace. Secondo me da questo punto di vista sbaglia come sbagliano quelli che a sinistra dicono di no a Musk a prescindere – commenta Salvini – Secondo me il governo italiano avrebbe l’interesse domani mattina a firmare un contratto con Starlink che ha 7.000 satelliti in orbita, ma non perché mi sta simpatico Musk o perché tifo per Trump, perché ne andrebbe del miglioramento della sicurezza nazionale italiana». Ecco la nuova la stoccata a Macron: «Sicuramente di mettermi in mano dei francesi non ho nessuna voglia e nessuna intenzione».

Per Salvini la posizione della Lega è chiara: lavorare per la pace. Nella sua ottica, chi investe nella difesa andrebbe a irrigidire ancora di più i rapporti tra le potenze mondiali. «La Lega è d’accordo con tutto quello che avvicina la pace. Zelensky parla di pace, Putin parla di pace, grazie a Trump si parla di pace. In Europa qualcuno di me parla di armi nucleari, esercito europeo, di soldati da mandare in Ucraina. Mettere sotto una difesa comune il territorio ucraino può essere un ragionamento assolutamente percorribile – continua Salvini che in veste pacifista tende subito a sottolineare che chi non la pensa così è un guerrafondaio: “Quello che per la Lega non ha senso è fare centinaia di miliardi di euro di debito, non per le scuole, gli ospedali o le pensioni, ma per nuove armi. Noi diciamo come Lega investire per potenziare l’esercito italiano, sì, per pagare di più e meglio poliziotti, carabinieri, militari, sì, per comprare nuovi mezzi per le nostre forze armate, sì, ma metterci in comune con chi parla di guerra e ogni riferimento a Macron nei fatti, ahimè, no. E quindi una posizione più forte dell’Italia in contatto diretto con gli Stati Uniti è quella che avvicina la pace».
Posizioni che non sembrano essere del tutto allineate con quelle degli altri protagonisti del governo, a cominciare dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che guarda di buon occhio il piano di una difesa comune europea. «Il governo è compatto. Dopo tre anni e dopo mezzo milione di morti bisogna lavorare per la pace, non per la guerra – risponde Salvini – E quindi se siamo in mille piazze in tutta Italia in un solo fine settimana, che è uno sforzo enorme, ringrazio volontari militanti e cittadini, è perché c’è finalmente voglia di pace. Gli italiani, gli ucraini, i russi, gli europei vogliono la pace e quindi la Lega non sosterrà mai chi usa parole di guerra». Salvini anche dai gazebo per la pace riconosce che la linea la dà il Presidente del Consiglio e in merito ai rapporti con la Russia ribadisce che «con Mosca non ho contatti da tre anni, da quando è scoppiata la guerra evidentemente. Quando finirà questa stramaledetta guerra sicuramente la Russia dovrà tornare a essere un’interlocutrice, è naturale. Così come io non sento abitualmente Trump come lo sente il Presidente del Consiglio, ma ritengo che sia grazie a lui che stiamo parlando di pace e quindi chi ritiene Trump un pericolo, un criminale, un fascista, un arrogante, sbaglia, bisogna essere tranquilli, pacati. Io penso che la Lega stia portando un contributo all’azione del Governo, magari facendo o dicendo quello che altri pensano ma non sempre possono dire». Nel frattempo, dall’altra parte del mondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha definito «narrativa pericolosa» quella della Russia sul nucleare. «È pericoloso chiunque parli di nucleare applicato al conflitto», risponde Salvini da piazza Cordusio.