il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2025
Piano Riarmo, gli Usa hanno già inviato all’Italia le nuove atomiche
Se ne parla da quasi dieci anni e ora sono realtà. Le nuove bombe nucleari americane B61-12 sono state inviate dagli Stati Uniti in Europa e quindi anche alle basi di Aviano e Ghedi. A rivelarlo al Fatto quotidiano è l’autorità in materia: Hans Kristensen, lo studioso della Federation of American Scientists, che cura le statistiche e le analisi sugli arsenali globali per la più autorevole rivista internazionale di controllo degli armamenti: il Bulletin of the Atomic Scientists. Questa settimana, proprio mentre imperversa il dibattito sull’offerta del presidente francese Emmanuel Macron di estendere l’ombrello nucleare della Francia all’Europa – tra mille polemiche sulle politiche dell’amministrazione Trump nei confronti degli alleati europei – il nostro giornale ha interpellato Hans Kristensen per cercare di sapere se le nuove armi nucleari americane, B61-12, fossero state ormai consegnate ai paesi europei che le stoccano sul loro suolo.
Cinque nazioni Nato – Italia, Germania, l’Olanda, il Belgio e la Turchia – hanno sul loro territorio un totale di circa 100 ordigni nucleari americani. Tra questi cinque, l’Italia è il paese europeo con il numero più grande di armi nucleari statunitensi e l’unico con due basi nucleari: Aviano e Ghedi. Si ritiene che le nuove B61-12 abbiano una potenza che va da 0,3 kiloton – ovvero 50 volte meno potente dell’atomica che distrusse Hiroshima e che era di 15 kiloton – fino a 50 kiloton, e che siano anche più precise delle vecchie bombe B61, in passato stoccate nelle basi europee. La precisione può sembrare una caratteristica desiderabile, ma più gli ordigni atomici sono precisi, più c’è il rischio che vengano usati in combattimento per colpire un obiettivo specifico, cancellando il tabù nucleare, ovvero il tabù che, da Hiroshima e Nagasaki a oggi, ha fatto sì che questi ordigni di distruzione di massa non fossero mai più usati sul campo di battaglia, proprio perché mostruosamente distruttivi.
L’arrivo di queste nuove bombe era stato annunciato da tempo. Alla nostra richiesta di sapere se fossero arrivate, Kristensen ha risposto: “Sì, le B61-12 sono state inviate in Europa, Italia inclusa”, senza aggiungere altri particolari, e ci ha rimandato a un rapporto dal titolo Nuclear Weapons Ban Monitor 2024, appena presentato a New York, alla terza Conferenza degli Stati Parti del Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari. Questo trattato per mettere al bando l’atomica l’hanno già firmato o ratificato la metà degli Stati del mondo: 98 su 197, ma non l’Italia. Il rapporto è frutto delle ricerche dell’organizzazione norvegese Norwegian People’s Aid e Ican, la campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, si avvale delle competenze di esperti come Kristensen ed è ricco di dati e informazioni. Nel documento si stima che ad Aviano sia stoccato un numero di ordigni che va dalle 20 alle 30 unità, mentre a Ghedi dalle 10 alle 15 unità. Alla Conferenza degli Stati Parti del Trattatto sulla Proibizione delle armi nucleari che si è tenuta questa settimana a New York, il governo italiano non si è neppure presentato. Da New York, Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, dichiara al Fatto: “L’Italia da tempo sostiene di volere un mondo libero dalle armi nucleari, ma non viene a discuterne al tavolo di coloro che vogliono realizzare questo obiettivo: quello del Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari. Anche se il nostro Paese non fosse convinto della bontà di questo percorso, dovrebbe venire qui, con i Paesi e la società civile di tutto il mondo a far partire un confronto”.