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 2025  marzo 08 Sabato calendario

La presidente del Messico conferma la piazza contro i dazi di Trump. E rilancia su “sovranità e autosufficienza” del Paese

Claudia Sheinbaum è sembrata attendista davanti a Donald Trump a differenza del suo omologo canadese Justin Trudeau che ha attaccato duramente il presidente Usa. La prima presidente del Messico ha detto che la risposta del suo paese ai dazi Usa sulle esportazioni sarebbe stata comunicata domenica, nello Zocalo della capitale. Trasmissioni televisive, analiste e analisti politici e la rete l’hanno accusata di non fare abbastanza. Nelle ore che hanno seguito l’annuncio di Trump i telefoni di Washington, Città del Messico e Ottawa sono diventati bollenti: chiamate tra staff presidenziali, ministri degli esteri, presidenti. E pressioni delle imprese dei tre paesi. In questo spazio di tempo l’attendismo di Sheinbaum si è tramutato in tattica e politica. Alla fine Trump è tornato sui suoi passi sospendendo le tariffe per un mese, dopo che sull’asse Washington – Città del Messico si è parlato di economia, commercio e sicurezza.
“Fregare ancora di più i consumatori messicani con l’aumento delle tasse? Come si fa, solo perché c’è qualcosa che non ti favorisce?” ha scritto uno degli uomini più ricchi del Messico, Salinas Pliego, sui suoi social. Non solo, la Camera di Commercio Americana del Messico (AMCHAM), il Consiglio di coordinazione delle aziende (CCE) e la Camera Messicana dell’industria delle Costruzioni (CMIC) hanno iniziato a premere su Sheinbaum per trovare una soluzione, e contemporaneamente sui loro omologhi statunitensi affinché si mobilitassero con Trump.
Sheinbaum, da parte sua, ha cercato, immediatamente, di trasformare quest’attacco non in uno scontro con il vicino ma in una occasione per lei per rafforzare la leadership interna. È politica navigata e da novembre ha deciso di rispondere alla caotica arroganza del Tycoon con calma e postura istituzionale. Forse anche per questo viene vista dal mondo riformista continentale come l’avversaria del presidente USA. Sheinbaum lo sa e sfrutta l’occasione: l’incontro di domenica è stato confermato. “Vi invito tutti, ci vedremo lì per dare un messaggio importante, ma faremo anche una festa perché domenica potremo essere tutti felici. Venite, compatrioti, qui vi vogliamo bene, vi abbracciamo”, ha detto.
Sarà una festa per “aver evitato i dazi” ma non solo. “La Presidenta” non parlerà solo degli accordi con Washington e la festa sarà l’occasione per presentare la riforma della giustizia e l’elezione diretta dei giudici che si svolgerà in giugno. Una riforma molto contestata al momento della votazione e tutt’ora mal digerita. Lo scontro sulla giustizia non è l’unica gatta da pelare per la presidenza che in questi giorni affronta le dure critiche che arrivano da maestre e maestri per la riforma del sistema di contribuzione per la pensione e l’allungamento degli anni di servizio per accedere alla misura di welfare. Nonostante Sheinbaum goda di grande sostegno, oltre che della più solida maggioranza parlamentare avuta da un presidente negli ultimi 40 anni, proteste e tensioni iniziano a vedersi e così l’ex governatrice di Città del Messico serra i ranghi.
“In ogni caso”, ha detto in conferenza stampa, “il Messico deve lavorare per rafforzare sovranità e autosufficienza. È parte del Piano Messico. Dobbiamo produrre di più in Messico visto quello che consumiamo”. Lo sguardo di Sheinbaum va diretto al 2 aprile quando dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, entrare in vigore i dazi statunitensi verso l’Europa e si esaurirà “la pausa” nei confronti di Canada e Messico. Per ora la politica conciliatoria di Sheinbaum ha evitato i dazi ma a parte la “concessione” dello schieramento di 10mila soldati al nord del paese e una stretta sul tema migranti non è dato sapere cosa ha dovuto garantire a Trump e soprattutto se quanto fatto sarà sufficiente.
Nei bar, sui combi, nei mercati ci si chiede cosa accadrà se entreranno davvero in vigore i dazi, ma anche se cambierà qualcosa nel rapporto con i parenti al di là del confine. Molto fa anche la campagna mediatica e politica anti-dazi. Il governo Usa vuole indebolire Sheinbaum, lei prova a rafforzarsi usando lo scontro e non affrontando i problemi interni al paese. Il rischio che la festa di domenica si trasformi a breve in altro è alto.