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 2025  marzo 08 Sabato calendario

Lo studio: «Così l’MDMA può aver protetto i sopravvissuti del Nova Festival dal trauma dell’attacco di Hamas»

Aver assunto MDMA prima di essere vittime dell’attacco di Hamas del 7 ottobre potrebbe avere aiutato i sopravvissuti a proteggersi, almeno in parte, dal trauma.
Uccisioni, stupri, rapimenti. Quell’alba in cui oltre 3000 giovani erano radunati a pochi passi dalla Striscia per ballare al Nova Festival ha visto morire per mano dei miliziani jihadisti 360 persone. Molte di loro, come accade ai rave di tutto il mondo, avevano assunto droghe illegali come metanfetamina o allucinogeni, Lsd in testa.
Non necessariamente un male, secondo uno studio clinico dell’Università israeliana di Haifa.  In particolare, sarebbe l’MDMA (la 3,4-metilenediossimetanfetamina, più comunemente nota come ecstasy) ad aver aiutato maggiormente le vittime contro il PTSD (sindrome da stress post traumatico). Con il risultato di aver permesso ai giovani che l’avevano assunta di avere meno ripercussioni psicologiche sia nell’immediatezza degli eventi  sia nei mesi successivi, come racconta questo reportage di Paolo Giordano pubblicato su La Lettura del Corriere della Sera.
 
I risultati dello studio – condotto su 650 sopravvissuti, due terzi dei quali sotto l’effetto di droghe  tra cui MDMA, LSD, marijuana o psilocibina, prima che si verificassero gli attacchi – sono preliminari e devono essere ancora pubblicati, come sottolinea la Bbc. Ma è  la prima volta che gli scienziati possono studiare un evento traumatico di massa in cui un gran numero di persone era sotto l’effetto di droghe psicotrope: e quei dati possono dunque facilmente contribuire alla ricerca scientifica.
La domanda da cui sono partiti  ad Haifa è tutt’altro che semplice. «Abbiamo visto persone nascondersi sotto i corpi dei loro amici per ore mentre erano sotto l’effetto di LSD o MDMA. Si dice che molte di queste sostanze creino plasticità nel cervello, quindi il cervello è più aperto al cambiamento. Ma cosa succede se si sopporta questa plasticità in una situazione così terribile: sarà peggio o meglio?», ha spiegato alla Bbc il professor Roy Salomon, uno dei responsabili della ricerca. La risposta è che la sostanza illegale «migliore» sarebbe l’MDMA. E il risultato è collegato al post trauma.
Nei cinque mesi successivi all’evento i soggetti dello studio «dormivano meglio, avevano meno problemi mentali e stavano meglio rispetto alle persone che non assumevano sostanze», è la teoria di Salomon. Ad avere effetti benefici sui sopravvissuti, gli ormoni attivati dalla sostanza, come l’ossitocina, che aiuta a promuovere i legami, a ridurre la paura e ad aumentare il senso di cameratismo. E, dato ancora più importante, sembra che i soggetti dello studio, una volta tornati a casa al sicuro, siano stati più ricettivi rispetto al sostegno emotivo delle famiglie e degli amici.
Chiaramente, la ricerca è limitata ai sopravvissuti agli attacchi, il che rende difficile stabilire con certezza se determinati farmaci abbiano aiutato o ostacolato le possibilità di fuga delle vittime.