Libero, 8 marzo 2025
Alemanno in carcere si iscrive all’università
Gianni Alemanno, in carcere dalla notte di capodanno per aver «violato» le norme sull’affidamento in prova ai servizi sociali, è sempre nei pensieri di Report. L’ex ministro delle Politiche agricole ed ex sindaco di Roma, leader indiscusso della destra sociale, è stato infatti ancora una volta protagonista indiscusso di una delle ultime puntate della trasmissione di Rai3. Nel mirino dei “segugi” di Sigfrido Ranucci è finita, tanto per cambiare, la sua situazione giudiziaria che non ha però mai influenzato i tanti elettori e simpatizzanti.
La trasmissione ha «gettato fango sulla mia persona con insinuazioni e accostamenti narrativi che, pur non costituendo reato, tentano di condizionare negativamente il giudizio dei telespettatori», ha scritto l’altro giorno, tramite i suoi legali, Alemanno che si trova in carcere a Regina Coeli dalla sera del 31 dicembre scorso per aver violato le regole sull’affidamento in prova.
La prima volta che Alemanno venne “attenzionato” da Report era stato ad aprile 2013, a meno di due mesi dalle elezioni comunali di Roma. Milena Gabanelli, allora direttrice di Report, aveva messo in onda e commentato un’inchiesta in cui si ipotizzava addirittura che Alemanno, nella qualità di sindaco, avesse garantito una presunta spartizione mafiosa della Capitale per il controllo dello spaccio di droga. Quel servizio fece da battistrada all’inchiesta “Mafia Capitale” della Procura di Roma, in quel periodo diretta da Giuseppe Pignatone, che, dopo aver massacrato la reputazione internazionale della città, in qualche anno si è risolta in un sostanziale nulla di fatto. L’intera inchiesta nel
suo complesso era stata derubricata dalla Cassazione in una banale vicenda di corruzione, senza nessuna traccia di spaccio di droga o di controllo mafioso del territorio. «La Cassazione ha stabilito definitivamente che “Mafia Capitale” non esisteva. Ma ovviamente né la Gabanelli né Report hanno mai pensato di ammettere il loro clamoroso errore», ricorda Alemanno. «Adesso – prosegue – il successore di Gabanelli, Ranucci, si è lanciato in una fantasiosa ricostruzione dei miei rapporti di lavoro con le aziende che vengono fatte risalire a Massimiliano e Samuele Piccolo (imprenditori laziali, ndr), mescolando inchieste diverse, nessuna delle quali giunta conclusione, per alludere non si capisce bene a quale assurdo teorema affaristico-politico».
«Il fatto che io, nonostante sia detenuto per aver violato le disposizioni del mio affidamento in prova per continuare a fare politica, venga ancora una volta fatto oggetto di queste “attenzioni” da parte di Report lascia veramente interdetti», aggiunge Alemanno, per il quale «i casi sono due: o la crisi professionale di Report è così grave da non fargli trovare niente di meglio su cui lavorare, oppure a quanto pare, nonostante la situazione in cui mi trovo, continuo a dare fastidio». «Scegliete voi», ha dunque concluso Alemanno.
Lo scorso gennaio il Tribunale di sorveglianza di Roma aveva disposto nei suoi confronti una condanna a 22 mesi per l’inosservanza delle disposizione sui servizi sociali. Questa settimana personale di Cepell, il Centro per il libro e la lettura, trovandosi a Regina Coeli per distribuire dei libri lo ha incontrato nella sua cella, scambiando qualche battuta. Alemanno ha fatto sapere di di essersi iscritto all’Università di Roma – Tor Vergata in Scienze della comunicazione. Tonico e reattivo, da parte del 67enne Alemanno non è mancata una riflessione sulla pietosa situazione carceraria, sempre più caratterizzata dal sovraffollamento.