La Stampa, 7 marzo 2025
Morto dopo il rito sciamanico, svolta nell’autopsia: “Alex picchiato, fatale un trauma cranico”
In quell’ultima notte trascorsa nell’abbazia di Vidor, nel Trevigiano, Alex Marangon è stato picchiato. Ma la colluttazione, pur certa, non esclude il successivo suicidio. Lo dice l’esito dell’autopsia eseguita dal medico legale Alberto Furlanetto, ormai otto mesi fa, sul corpo del barman veneziano di 26 anni, trovato a tre giorni dalla sua sparizione, su in un isolotto del fiume Piave, con la testa fracassata e una serie di tumefazioni su tutto il corpo.
Il precedente 28 giugno, Alex aveva partecipato a un raduno sciamanico di musica medicina, nell’abbazia di Vidor. Ma, stando alle testimonianze concordi di tutti gli altri partecipanti, a un certo punto della notte, aveva abbandonato il raduno, in preda a una crisi, forse dovuta all’assunzione dell’Ayahuasca: un decotto psichedelico, il cui consumo è illegale in Italia. Non vedendolo rientrare nell’abbazia, gli altri erano usciti a cercarlo, chiamando quindi i soccorsi soltanto a distanza di ore. Il corpo senza vita di Alex è stato trovato dopo i giorni.
Adesso gli esiti dell’autopsia (anticipati dalla Tribuna di Treviso) rimettono insieme alcuni pezzi di una storia che, comunque, rimane un giallo. Stando al documento del medico legale, alcune lesioni riscontrate sul corpo del giovane, prima di tutto, non sarebbero compatibili con la presunta caduta del ragazzo dalla terrazza dell’Abbazia, che si affaccia sul Piave. Altre lesioni, invece, si potrebbero spiegare proprio con il “volo” di dieci metri, da quella terrazza. In ogni caso, sostiene il medico legale nella sua relazione, Alex è stato picchiato. Lo dicono soprattutto le lesioni al costato, che potrebbero suggerire che il ragazzo è stato preso a calci; e quelle al volto, in particolare quella intorno a un occhio. Colpi che Alex avrebbe potuto subire prima di cadere dalla terrazza che dà sul Piave.
L’ipotesi del suicidio, da sempre negata dalla famiglia, resta in piedi. Ma, prima, in ogni caso, il ragazzo è stato coinvolto in una violenta colluttazione. Altro elemento che emerge dal documento, il 26enne non è morto per annegamento, bensì a causa di un forte trauma cranico. La consulenza tecnica, consegnata in procura alcuni giorni fa, ora è a disposizione del pubblico ministero Giovanni Valmassoi e degli avvocati della famiglia Marangon.