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 2025  marzo 07 Venerdì calendario

“Miliardi di versamenti a persone di 150 anni”. Le fake news di Trump e Musk sulla Social security per giustificare i tagli


Donald Trump l’ha ripetuto anche nel suo discorso di due giorni fa al Congresso: nei database della Social security statunitense, il sistema di previdenza sociale che versa pensioni di vecchiaia e di reversibilità e trattamenti di disabilità, compaiono quasi 20 milioni di ultracentenari. Tra cui 7,5 milioni di over 130. “E a molti di loro vengono versati dei soldi“, ha sostenuto il presidente condannando lo spreco di denaro pubblico. Di raddrizzare la situazione è ovviamente incaricato il team di Elon Musk, che ha definito la Social security “il più grande schema Ponzi di tutti i tempi” con cui vengono “rubati 100 miliardi di benefit all’anno“. Il problema è che le cose non stanno così. I numeri messi in fila per provare lo “scandalo” non dimostrano nulla. Intanto lo stesso funzionario trumpiano scelto per guidare ad interim l’agenzia ha ammesso perplessità sul taglio del 12% dei dipendenti deciso dal Doge.
Come ha ricostruito Wired, è effettivamente vero che negli archivi della Social security administration (Ssa) compaiono presunti percettori 150enni. Ma è falso che lo Stato federale stia girando milioni di assegni a persone evidentemente morte. Proviamo a fare chiarezza. La confusione nasce da lontano: il sistema informativo dell’agenzia governativa finita nel mirino del patron di X si basa sul vecchio linguaggio di programmazione Cobol, che non prevede un modo standardizzato per memorizzare le date. Per questo, come ha spiegato al Washington Post un ingegnere del software, in passato quando la data di nascita del richiedente era mancante o incompleta gli veniva di solito assegnata quella del 20 maggio 1875, data di riferimento in base allo standard internazionale Iso 8601. Risultato: tanti 150enni sulla carta, ma nei fatti molto più giovani.
A loro si sommano le persone effettivamente decedute e mai cancellate dai registri: non un esempio di buona amministrazione, come rilevato in diversi rapporti dell’Ufficio dell’ispettore generale dell’agenzia che sollecitano rapide azioni correttive, ma nulla a che vedere con una maxi truffa ai danni dello Stato. L’ultimo report, risalente al 31 luglio 2024, spiega che solo 84 sui 941mila titolari di numero di social security morti e ancora non registrati come tali stavano ricevendo versamenti evidentemente non dovuti. Del resto, dal settembre 2015 l’agenzia è tenuta a bloccare in automatico i pagamenti a chi risulta avere più di 115 anni. Tra 2015 e 2022, quindi su un arco di sette anni, i pagamenti impropri stando a un aggiornamento dell’agosto 2024 si sono fermati all’1% del totale. In valori assoluti sono 72 miliardi di dollari di cui 23 ancora da recuperare: cifre enormi, ma in percentuale si tratta di margini di errore inferiori a quelli riscontrabili in una compagnia di assicurazione privata.
Per capire che lo “scandalo” è solo nella mente di Musk sarebbe bastato comunque dare un’occhiata ai dati sui beneficiari del programma Assicurazione per anziani, superstiti e disabilità: tra loro, stando all’ultimo rapporto annuale del consiglio che amministra il fondo ad hoc, ci sono solo 53 milioni di pensionati, meno rispetto ai 59 milioni di statunitensi over 65. Sufficiente per archiviare l’ipotesi che esistano 20 milioni di percettori senza titolo.
A dispetto dell’evidenza, i funzionari del Dipartimento per l’efficienza governativa (Doge) – su cui l’imprenditore tech spadroneggia pur senza avere un ruolo ufficiale – hanno comunque imbracciato l’equivalente della motosega di Javier Milei e intendono licenziare 7mila dipendenti della Social security, chiudere sedi regionali, eliminare interi programmi e dipartimenti. A febbraio la direttrice ad interim Michelle King ha dato le dimissioni dopo uno scontro con il Doge sull’accesso a dati sensibili in mano all’agenzia. Trump l’ha sostituita ad interim con un commissario: Leland Dudek, un impiegato di medio livello che aveva pubblicamente lamentato di essere stato sospeso dalla Ssa proprio per aver passato informazioni al dipartimento. Questa settimana, secondo il Washington Post, durante un incontro a porte chiuse con parte dello staff e con i rappresentati dei beneficiari Dudek ha ammesso di dover attuare decisioni prese altrove. E di attendersi che “le persone del Doge faranno degli errori” perché “stanno imparando” e sono “outsider senza familiarità con i dettagli dei nostri programmi”.
Secondo i Democratici la Social security, che versa ogni mese 126 miliardi di benefit per la stragrande maggioranza dovuti, è “sotto attacco” e si rischia l’interruzione dei pagamenti. Il presidente ha assicurato più volte di non voler tagliare gli aiuti ai cittadini, ma la spending review sull’amministrazione – accompagnata dalla fuga di molti funzionari senior – avrà di per sé conseguenze pesanti: basti dire che agli oberati uffici che seguono le richieste di prestazioni di disabilità è stato comunicato lo stop agli straordinari e il blocco delle assunzioni.